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4.2015

WORLD ENERGY OUTLOOK 2015

Le principali conclusioni

AMBIENTE

COP 21, il rebus dei target: obblighi contro ambizioni

REGULATION & DEREGULATION

I venti anni delle autorità indipendenti di regolazione

 

 

 

 


SCENARI

 

World Energy Outlook 2015: principali conclusioni
di Agenzia Internazionale per l’Energia

 


REGULATION & DEREGULATION

 

La legge n. 481/1995

A)   Crisi delle Autorità indipendenti
di Sabino Cassese, Giudice Emerito della Corte Costituzionale e Professore Emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa
La legge n. 481/1995 – l’ho scritto allora e lo ripeto ora – fu un miracolo. Ma invecchia male perché l’istituto regolato da quella legge sta entrando nelle maglie dei poteri pubblici gestiti dalla politica a causa della conquista da parte del Parlamento, amministratore di aree che dovrebbero essere rimesse alla regolazione; a causa della conquista del Governo, amministratore
di una primazia nei confronti delle Autorità; a causa dei condizionamenti che derivano dalla finanza pubblica; infine, a causa degli smembramenti interni. Qualche breve riflessione su ciascuno di questi argomenti.

 

B)   L’Autorità dei cittadini venti anni dopo
di Alberto Clô, Direttore Responsabile di «Energia»
Nella tarda mattinata del 9 novembre 1995 la Camera dei Deputati approvò in quarta lettura col 93% dei voti la legge «Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità» pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» del 18 novembre come legge 14 novembre 1995, n. 481. Un risultato quasi plebiscitario del tutto insperato dopo gli oltre 8 mesi trascorsi dall’avvio dell’iter parlamentare del disegno di legge il 1° marzo 1995; le circa 200 ore di lavori, spesso in seduta notturna, in commissione e in aula; il vaglio di circa 3.000 emendamenti; i pochi giorni che restavano per la già calendarizzata legge finanziaria. Una legge può ben dirsi nata in «zona Cesarini».

 

C)   Il frutto di una politica alta
di Pippo Ranci, Professore in quiescenza, Università Cattolica, Milano advisor, Florence School of Regulation, Istituto Universitario Europeo, Firenze, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas nel 1996-2003
La legge n. 481/1995 esce da un anno e mezzo di faticoso iter parlamentare ma anche da cinque anni di un dibattito italiano che si è dispiegato in parallelo con un dibattito europeo e un dibattito mondiale. Vediamo le analogie e le differenze tra questi tre dibattiti, come si ponevano a metà degli anni 1990.

 

D)   Autorità tra passato e futuro
di Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico
La legge n. 481/1995 compirà tra pochissimi giorni venti anni. È il ventesimo genetliaco di una legge che, nonostante riporti qualche graffio per le vicissitudini e le «intemperie» intervenute, conserva ancora saldi i principali connotati dei suoi primi anni e costituisce certamente un traguardo significativo nell’ordinamento italiano.

 

La giusta prospettiva sull’efficienza
di Giovanni Goldoni, Dipartimento di Economia Aziendale, Università di Verona
giovanni.goldoni@univr.it

Il primo punto discusso nell’articolo sono i due concetti economici che costituiscono la ratio principale delle politiche nel campo dell’efficienza energetica: l’efficiency gap e l’energy paradox. Nei paragrafi successivi si passono in rassegna le loro cause, e si ragiona sull’efficienza e sull’efficacia relative degli strumenti utilizzati per stimolare l’efficienza energetica, anche guardando alle numerose verifiche empiriche fatte. Nelle conclusioni si prendono in esame le corrispondenze e le divergenze tra quel che la letteratura ha scritto in materia di efficienza energetica e quel che emerge dai mercati.

English Abstract
The article firstly discusses the two economic concepts that constitute the main rationale of the policies in the field of energy efficiency: the efficiency gap and the energy paradox. In the following paragraphs we review the causes of the efficiency gap and the energy paradox, and we discuss the economic efficiency and the effectiveness of the instruments used to encourage energy efficiency, also looking at the numerous empirical studies done. In the end we examine similarities and differences between what literature has written on the subject of energy efficiency and what emerges from markets.

 


AMBIENTE

 

COP 21, il rebus dei target: obblighi contro ambizioni
di Enzo Di Giulio, Scuola Enrico Mattei – Eni Corporate University 
enzo.digiulio@enicorporateuniversity.eni.it
L’articolo si focalizza sulla COP 21 di Parigi e, dopo aver illustrato cosa essa rappresenti all’interno del processo negoziale ventennale avviato con la COP 1 di Berlino, si sofferma sullo stato dell’arte e sulle posizioni dei principali paesi. L’articolo illustra gli scenari possibili, concentrandosi sugli elementi di novità positivi e sulle criticità della Conferenza. La tipologia dell’accordo che potrebbe essere generato dalla COP 21 – legalmente vincolante oppure no, con target assoluti oppure relativi, e di quale entità – emerge come la questione chiave dell’intero negoziato. Nonostante il clima favorevole che precede la Conferenza, numerosi segnali inducono a ritenere che un accordo vincolante – che preveda tagli delle emissioni in grado di avvicinare il pianeta allo scenario climatico +2°C – sia assai improbabile.

English Abstract
This article focuses on the COP 21, in Paris. After explaining what it represents within the negotiation process initiated twenty years ago with the COP1 in Berlin, it focuses on the state of the art and the positions of the leading countries in the Conference. The article illustrates the possible scenarios, focusing on the positive elements and critical issues of the Conference. The kind of agreement that could spring from COP 21 – legally binding or not, with absolute or relative targets – emerges as the key question of the whole negotiation. Despite the favorable social climate preceding the conference, many signs suggest that a binding agreement – which provides for cuts in emissions that bring the planet to the +2°C – is unlikely.

 

Politica climatica: assicurare la qualità del parere scientifico
di Oliver Geden, Direttore EU/Europe Research Division, German Institute for International and Security Affairs, Berlino
oliver.geden@swp-berlin.org

Il prossimo vertice sul clima delle Nazioni Unite a Parigi sancirà un nuovo modello di accordo, di tipo bottom-up, basato su impegni di riduzione delle emissioni assunti su base volontaria dei singoli paesi, decretando così la fine del paradigma top-down dominante per più di due decenni. I consulenti scientifici dovrebbero utilizzare il cambio di paradigma che si paleserà a Parigi come un’opportunità per riconsiderare in modo critico il loro ruolo nella politica climatica internazionale. In futuro, diverrà sempre più difficile presentare conclusioni che siano al contempo politicamente fattibili e scientificamente valide. Nei casi in cui questi requisiti siano conflittuali, consulenti e organi consultivi devono resistere a pressioni politiche e incentivi in grado di porre a rischio la correttezza scientifica.

English Abstract
The UN climate summit in Paris will bring about a new bottom-up type of agreement based on voluntary emissions reduction pledges by individual countries: this marks the end of the top-down policy paradigm dominant for more than two decades. Scientific advisors should use the paradigm shift manifesting itself in UN negotiations as an opportunity to critically reassess their role in international climate policy. In the future, it will become even more difficult to present findings that are both politically viable and scientifically sound. In situations where these standards conflict, advisors and advisory bodies must resist both political pressure and incentives that undermine scientific integrity.

 

Alcune riflessioni sul caso Volkswagen
di G.B. Zorzoli, Associazione Italiana Economisti dell’Energia
gb.zorzoli@fastwebnet.it

Lo scandalo Volkswagen è figlio dello strabismo della politica energetico-climatica dei governi tedeschi, convinti promotori delle rinnovabili ma anche decisi a tutelare l’industria automobilistica nazionale. Oltre alle penalizzazioni economiche e di immagine per la Volkswagen, che si stanno estendendosi ad altri marchi, si prospettano possibili ricadute politiche. Le accuse dei negoziatori europei del TTIP ai regolatori americani di essere meno attenti alle esigenze della protezione ambientale, rischiano ora di ritorcersi contro, indebolendone la posizione. Lo stesso vale per il ruolo UE al summit ambientale di Parigi. Infine, la palese difficoltà delle auto tradizionali a rispettare vincoli ambientali sempre più stringenti, conservando costi competitivi, potrebbe aprire la strada a una penetrazione anticipata della mobilità elettrica.

English Abstract
The Dieselgate is a child of the German energy vs. climate policy, splitted between promoting renewables and sticking out for German carmakers. Besides Volkswagen’s image and economic loss and the probable extent of similar problems to other companies, the Dieselgate could impact on EU policies. TTIP European negotiators’ habit of accusing the US counterpart not to care enough about environmental protection will backfire on them. The like happened at the Paris climate summit. Last but not least, the manifest troubles met by carmakers in their efforts to keep competitiveness while complying with stricter and stricter emission limits, could clear the way to the earlier commercial penetration of electric vehicles.

 


PETROLIO & GAS

 

Stati Uniti: l’opportunità dell’energia non convenzionale
di Harvard Business School e The Boston Consulting Group

Le risorse di petrolio e gas non convenzionali e a basso costo di cui dispongono gli Stati Uniti rappresentano un’opportunità per cambiare il percorso economico ed energetico del Paese che si presenta una sola volta nell’arco di una generazione. Un ulteriore sviluppo di tali risorse è tuttavia osteggiato in modo crescente. Un rapporto della Harvard Business School e del Boston Consulting Group, di cui pubblichiamo l’Executive Summary, propone un’agenda strategica, pratica e percorribile, perché l’America possa trarre il meglio dal suo vantaggio energetico e conseguire i suoi principali obiettivi economici, ambientali e climatici.

English Abstract
America’s abundant and low-cost unconventional gas and oil resources are a once-in-a-generation opportunity to change the nation’s economic and energetic trajectory. However, further development of these resources is increasingly threatened. A Harvard Business School-Boston Consulting Group report, of which we publish the Executive Summary, advances a practical, achievable strategic agenda for America to make the most of its energy advantage while delivering on the nation’s most important economic, environmental and climate objectives.

 

L’industria della raffinazione tra sfide e criticità
di Marco D’Aloisi, Responsabile Relazioni esterne, UP
daloisi@unionepetrolifera.it
Franco Del Manso, Responsabile Rapporti internazionali, ambientali e tecnici, UP
delmanso@unionepetrolifera.it
Donatella Giacopetti, Responsabile Salute, sicurezza 
e ambiente, UP
giacopetti@unionepetrolifera.it

I prezzi del petrolio negli ultimi dodici mesi hanno perso oltre metà del loro valore. Il contraccolpo sull’industria petrolifera si è fatto immediatamente sentire, con la cancellazione o il rinvio di molti nuovi progetti. Tutti gli indicatori sembrano ancora premere per un periodo di prezzi bassi, a meno di eventi straordinari. Tutto ciò mette sotto forte pressione un’industria ad alta specializzazione ed intensità di capitale chiamata, nell’imminenza del vertice sul clima di Parigi, ad affrontare nuove sfide, specie ambientali. Un settore ancora strategico, considerato che la domanda di trasporto e di mobilità nell’arco dei prossimi due decenni sarà ancora in larga parte soddisfatta dai carburanti di origine fossile.

English Abstract
In the last 12 months oil prices have lost half of their value. Impact on oil industry has been important, causing the cancellation or the postponement of investments in new projects. All the indicators push for a period of low prices, unless some extraordinary event will happen. These circumstances put high pressure over an industry characterized by high skills and capital intensive that, near to Paris meeting on climate changing, will be involved in new challenges, above all environmental ones. A sector strategic yet, considering that in the next two decades transport and mobility demand will be mostly satisfied by oil-products.

 

 

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