23 Maggio 2018

Ai tempi di Marcello Boldrini

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La copiosa pubblicistica prodotta dai vari autori che si sono occupati della storia dell’Eni e della biografia di Enrico Mattei ha finora riconosciuto a Marcello Boldrini un importante ruolo culturale, concentrandosi quasi esclusivamente sul suo contributo alla maturazione intellettuale del fondatore dell’ente petrolifero di Stato.

Una recente opera di approfondimento storiografico rende ora disponibili ulteriori elementi di giudizio sul ruolo giocato dall’insigne accademico nelle vicende dell’Agip/Eni, documentandone sia il cruciale apporto alla formazione di una cultura aziendale con pochi eguali nel panorama industriale, sia la peculiare attività di manager pubblico di spessore internazionale.

Grazie al suo magistero intellettuale, Boldrini contribuì a infondere nelle strutture aziendali un patrimonio ideale e di sapere rivelatosi infine strategico, in Italia come all’estero. Ciò consentì all’Eni di Mattei di impostare su basi di reciproco vantaggio le interazioni con le nazioni in via di sviluppo, mettendo a frutto un innovativo modello di partenariato capace di determinare conseguenze di rilievo sull’ordine petrolifero mondiale.

Maurizio Romano evidenza su Energia 1.18 alcuni elementi salienti della riflessione e dell’attività manageriale svolte da Marcello Boldrini ai vertici dell’Agip/Eni in un periodo compreso tra la fine degli anni Quaranta e la seconda metà degli anni Sessanta del Novecento.

Boldrini fu un protagonista di quegli anni forse troppo presto dimenticato, ma grazie a un’attenta opera di riconsiderazione storiografica può tornare oggi ad assumere il ruolo che gli spetta nella comprensione del complesso mosaico delle vicende storiche dell’Eni di Enrico Mattei.

Il post presenta l’articolo Visione culturale, impresa e sviluppo: Marcello Boldrini ai vertici dell’Eni scritto da Maurizio Romano dell’Archivio generale per la storia dell’Università Cattolica e pubblicato sul numero 1.18 di Energia