22 Giugno 2018

Cara vecchia auto

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Quando si parla di mobilità alternativa, si pensa sempre alla diffusione dei veicoli elettrici e alla promozione del car sharing. Eppure c’è un’altra rivoluzione in corso nel mondo dei trasporti che non ha nulla a che fare con queste evoluzioni: si tratta dei veicoli senza conducente dotati di sistemi di guida autonoma.

Sono molte le perplessità che riguardano questa nuova frontiera dell’auto, dagli ostacoli di natura tecnologica, economica, alle questioni di sicurezza e responsabilità, come nel recente caso di incidente di un veicolo senza conducente in Arizona che ha portato alla morte di un pedone. A questi importanti aspetti se ne aggiunge un altro, non meno importante, che riguarda il ripensamento del concetto di libertà in cambio di maggiore affidabilità e comfort.

Per più di un secolo infatti le automobili hanno rappresentato l’emblema dell’autonomia, dell’individualità e della riservatezza. I veicoli senza conducente sono invece computer su ruote, connessi a Internet e a strade intelligenti: forniscono un flusso informativo bidirezionale costante, ricevendo input sui percorsi da intraprendere, su quale velocità mantenere per arrivare in una data destinazione in un preciso momento. Conferendo di converso un grande potere a chi acquisisce e gestisce le informazioni sugli spostamenti individuali.

L’entusiasmo mostrato da alcuni governi verso le auto senza conducente è per alcuni riprova del pericolo di insorgenza di nuove forme di sorveglianza e controllo per mezzo delle nuove tecnologie digitali che potrebbero finanche rappresentare una sfida per le libertà democratiche nella vita quotidiana del futuro. È questo il rischio nel caso di uso improprio delle informazioni raccolte dai sistemi di guida per scopi commerciali, governativi, o interessi particolari.

Questo scenario sembra molto più probabile in Stati autoritari anche se, avverte Neil McBride su The Conversation, non può essere del tutto escluso neanche nei paesi democratici, parimenti esposti a guasti tecnologici e attacchi mirati da parte di chi è in grado di sfruttare le vulnerabilità del sistema.

I miglioramenti tecnologici e una gestione trasparente dei dati possono contribuire ad evitare simili derive, ma riusciranno a vincere definitivamente tutte le resistenze?


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