24 Agosto 2018

Via libera al carbone negli Stati Uniti

LinkedInTwitterFacebookEmailPrint

Se su una sponda dell’Atlantico la riforma strutturale all’ETS renderà il carbone sempre meno redditizio, sull’altra sponda un recente discorso di Trump ha tracciato uno scenario opposto per gli Stati Uniti con la proposta di indebolire ulteriormente la legislazione federale voluta da Obama per restringere i limiti emissivi nella produzione di elettricità, lasciando ai singoli Stati la possibilità di definire il relativo mix energetico.

Oltre alle conseguenze sul piano globale sul futuro impegno degli Stati Uniti nei negoziati climatici internazionali, questa misura mentre preoccupa ambientalisti e molti Stati che hanno confermato il loro impegno nella lotta ai cambiamenti climatici è accolta con entusiasmo dai minatori degli Appalachi che avevano perso il lavoro a seguito della chiusura delle centrali a carbone sotto l’Amministrazione Obama, cui Trump già in campagna elettorale aveva promesso un nuovo impiego.

La necessità di ostacolare la “War on Coal”, uno dei suoi slogan più utilizzati, poggia sulla convinzione che sia l’unica fonte di energia davvero sicura, anche in tempi di guerra. Recentemente ha infatti affermato:

“We love clean, beautiful West Virginia coal. We love it. And you know that’s indestructible stuff. In times of war, in times of conflict, you can blow up those windmills. They fall down real quick. You can blow up those pipelines. They go like this and you’re not going to fix them too fast. You can do a lot of things to those solar panels. But you know what you can’t hurt? Coal!”

(Donald Trump – Charleston (WV) – 21 agosto)

Ma se fosse davvero indistruttibile non potrebbe essere estratto e consumato nella produzione di energia, ricorda The New York Times.

L’Agenzia per l’Ambiente federale (EPA) stima tuttavia che anche in assenza di una severa regolamentazione federale saranno le forze di mercato a ridurre le emissioni nei prossimi anni, perché anche nel 2018 l carbone non regge il confronto competitivo col gas naturale.

I dati lo confermano nettamente: nel primo semestre di quest’anno la produzione di carbone è ulteriormente diminuita del 3,3% rispetto al 2017 (–36% sul 2008) il suo contributo alla generazione elettrica si è ridotto di altri tre punti sul 2017 al 27% (era al 48% nel 2008), mentre il peso del gas naturale è aumentato di altri tre punti al 31% (21% nel 2008). E per alcuni ex-minatori come il ragazzo nel video del The New York Times questa è una buona notizia.


0 Commenti

Nessun commento presente.


Login