25 Novembre 2018

Carbon pricing: ridurre le emissioni al minor costo per la società

LinkedInTwitterFacebookEmailPrint

Il carbon pricing è lo strumento politico più efficace in termini di costi per ridurre le emissioni del settore elettrico. Inoltre gode di desiderabili proprietà redistributive sul lato dell’offerta. Al contrario, i sussidi specifici su tecnologie già mature sono inutilmente costose per la società e si ripercuotono negativamente sulla redditività delle aziende che non ne beneficiano.

È questa la conclusione cui giunge il modello teorico del settore elettrico sviluppato da Samuela Bassi, Maria Carvalho, Baran Doda e Sam Fankhauser del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment per valutare le implicazioni sul welfare di quattro differenti politiche alternative:

  • un prezzo del carbonio (che nell’UE è stabilito secondo l’ETS);
  • una tassa sul carbone;
  • una tassa sul consumo di elettricità;
  • un sussidio a specifiche tecnologie, finanziabile attraverso: a) imposte generali; b) una tassa sull’elettricità; c) i proventi derivanti dal prezzo del carbonio.

Il modello ipotizza, a scopo illustrativo, che il sussidio venga applicato all’energia eolica. L’unico obiettivo delle politiche assunto è ridurre le emissioni di carbonio. Ciascuna politica analizzata è finalizzata a realizzare una riduzione ipotetica delle emissioni del settore elettrico del 25%. Il modello si concentra su sei tecnologie di generazione: eolica, idroelettrica, solare, carbone, gas e nucleare. I risultati si basano su dati provenienti dalla Spagna, il cui mix di generazione è simile alla media UE. Rimangono qualitativamente valide anche per altri Stati membri.

Un sussidio riduce indirettamente le emissioni migliorando la competitività di una determinata tecnologia a basse emissioni di carbonio, tuttavia riduce la quota di mercato non solo di carbone e gas, ma anche di altre fonti low carbon.

La Figura illustra il rapporto costo-efficacia delle politiche illustrandone il costo sociale. Il carbon pricing è lo strumento che consente di ridurre le emissioni al minor costo per la società: è efficace in termini di costi in quanto si rivolge in via diretta a ciascun input che genera emissioni di carbonio, mentre le altre politiche lo fanno con maggiori distorsioni o in via indiretta. Comporta anche una più uniforme redistribuzione dei costi e dei benefici delle politiche tra i diversi produttori di elettricità e tratta in modo neutrale tutte le tecnologie a basse emissioni. Al contrario, una tassa sul carbone ignora (invero, aumenta) le emissioni prodotte dalla generazione a gas, gravando in maniera inutilmente eccessiva sulle sole centrali a carbone.

Un sussidio riduce indirettamente le emissioni migliorando la competitività di una determinata tecnologia a basse emissioni di carbonio (in questo caso, il vento). Ciò tuttavia riduce la quota di mercato non solo di carbone e gas, ma anche di altre fonti low carbon (qui, idroelettrico, solare e nucleare). Questa è un’importante differenza rispetto al carbon pricing, che danneggia unicamente la generazione da combustibili fossili.

Anche un’imposta sull’elettricità comporta una riduzione delle emissioni indiretta, colpendo il mercato nel suo insieme. In tal modo influisce negativamente sia sui consumatori che sui produttori di elettricità (a prescindere dal loro impatto emissivo), al punto che anche le considerevoli entrate che genera per il governo non compensano – e di gran lunga – le implicazioni sociali.

I sussidi fiscalmente neutrali offrono performance leggermente migliori. Finanziarli tramite i proventi derivanti dalla tariffazione del carbonio è più conveniente rispetto a una tassa sull’elettricità. Questo perché un tale pacchetto di politiche conferisce un vantaggio competitivo a una tecnologia low carbon fornendogli un sostegno finanziario tramite sussidio. Allo stesso tempo, riduce le emissioni di carbone e gas in quanto il prezzo del carbonio ne aumenta i costi.

 

Il modello e i risultati ottenuti sono discussi in modo più dettagliato nel paper Energy policy and the power sector in the long run di Baran Doda e Sam Fankhauser.

 Il post è un estratto dell’articolo “Decarbonizzare l’Unione Europea in maniera credibile, efficace e accettabile” di Samuela Bassi, Maria Carvalho, Baran Doda, Sam Fankhauser e pubblicato sul numero 4.18 di Energia

Gli autori sono ricercatori del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science

 


0 Commenti

Nessun commento presente.


Login