14 Dicembre 2018

UE: una decarbonizzazione credibile, efficace e accettabile

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Fonti di energia “pulita” sono vitali. Per questo l’Unione Europea ha condotto in prima linea i negoziati che hanno portato all’Accordo di Parigi. Si è data obiettivi vincolanti in materia climatica per il 2020 e il 2030 che impegnano gli Stati membri a ridurre significativamente le loro emissioni di gas serra, ad accrescere la quota di energie rinnovabili, a migliorare l’efficienza energetica.

Cruciale per raggiungere questi target è riuscire a decarbonizzare il settore elettrico: il maggior responsabile, con oltre un terzo del totale, delle emissioni di CO2 all’interno dell’UE, assieme al riscaldamento. Un’elettricità low carbon è essenziale anche per le strategie di decarbonizzazione di altri settori. Inoltre, si stima che il consumo di elettricità possa aumentare drasticamente spinto in particolare dal crescente diffondersi dell’auto elettrica.

Ad oggi, la decarbonizzazione del settore elettrico si è delineata prevalentemente attorno ai segnali di prezzo provenienti dal mercato sulla base dell’Emission Trading System (ETS) adottato dall’UE e dagli incentivi nazionali destinati al «nascente» settore delle risorse rinnovabili, come le tecnologie che sfruttano l’energia solare ed eolica. Come conseguenza, queste fonti di energia stanno diventando vieppiù competitive con i combustibili fossili, nonché con le fonti pulite di vecchia data, come nucleare e idroelettrico. Queste politiche hanno tuttavia portato con sé anche qualche distorsione di mercato, che ha eroso la competitività di risorse low carbon non beneficiarie dei sussidi.

L’articolo di S. Bassi, M. Carvalho, B. Doda, S. Fankhauser (ricercatori del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science) pubblicato su Energia 4.18 propone una valutazione delle politiche europee di decarbonizzazione in termini di impatti distributivi sulla generazione di elettricità e di credibilità, ed esamina l’accettabilità delle tasse sul carbonio. Il modello teorico presentato indica che gli strumenti che attribuiscono un prezzo al carbonio per ridurne le emissioni sono quelli più efficaci in termini di costi.

Inoltre, sono necessari quadri istituzionali solidi per garantire che gli impegni di decarbonizzazione siano credibili. L’analisi suggerisce che le esistenti lacune di credibilità possono essere risolte attraverso l’adozione di forti legislazioni quadro con una chiara visione di lungo termine, obiettivi statutari, e organi di controllo indipendenti. Infine, un’estesa analisi della letteratura identifica i fattori che possono rendere più accettabili le politiche di tassazione del carbonio.

Nelle conclusioni si sostiene che in futuro le politiche dovranno “essere adattate a un settore energetico in evoluzione, in cui lo stock di fonti energetiche pulite e a basso costo si sta espandendo rapidamente. La fissazione del prezzo del carbonio attraverso il sistema ETS dell’Unione Europea è lo strumento economicamente più efficace per ridurre le emissioni e promuovere l’adozione di fonti a basso contenuto di CO2 e competitive, in un sistema energetico in cui v’è meno bisogno di sostegno finanziario verso tecnologie nascenti”.

Il post presenta l’articolo Decarbonizzare l’Unione Europea in maniera credibile, efficace e accettabile scritto da Samuela Bassi, Maria Carvalho, Baran Doda, Sam Fankhauser pubblicato sul numero 4.18 di Energia (pp. 68-73)

Gli Autori sono ricercatori presso il Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science


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