4.2013
SCENARI
World Energy Outlook 2013
REGULATION & DEREGULATION
Nucleare, l’accordo su Hinkley Point
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Chi ha paura del “riscaldamento cattivo”?
TECNOLOGIE ENERGETICHE
La chimica, il suo ruolo le prospettive
World Energy Outlook 2013: principali conclusioni
dell’Agenzia Internazionale per l’Energia
Prospettive del ruolo della chimica nelle tecnologie energetiche
di Renato Ugo Presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI)
Questo articolo riporta, seppur in maniera non esaustiva, un quadro del ruolo della scienza e della tecnologia chimica per lo sviluppo di alcuni settori delle tecnologie energetiche. Nella concisa analisi dei vari settori si sono individuate alcune aree tecnologiche dove la scienza e la tecnologia chimica hanno già oggi e avranno ancora nel futuro un ruolo preminente, mettendo anche in evidenza che nel caso dei biocarburanti la scienza chimica dovrà sempre di più integrarsi con gli aspetti più avanzati delle tecnologie di ingegnerizzazione genetica. Infine, si è cercato di portare esempi di strutture della ricerca pubblica italiana e di industrie operative in Italia, che hanno già oggi un ruolo significativo, scientifico o tecnologico.
English Abstract
This paper discusses in a non-exhaustive manner the role of the chemical science and technology in the development of some specific sectors of the technologies for the production and storage of energy. The very concise analysis of the various energy sectors identifies some technological areas where the chemical science and technology will play a preeminent role today and tomorrow. In regards to the area of bio-fuels, the analysis points out how in the future the chemical technology will have to be integrated with the most advanced aspects of the technologies of genetic engineering. The last part of the paper is dedicated to some Italian public research structures and industries that have a relevant role in the technology innovation for the production and storage of energy.
Un mesto ritorno della liberalizzazione inglese
di Alberto Clô, Università di Bologna, Direttore della Rivista «Energia»
La Gran Bretagna è stata il primo paese europeo a intraprendere la via delle liberalizzazioni, privatizzazioni, regolazione nel settore energetico, divenendo modello di riferimento per tutti i sostenitori del libero mercato. Tale esperimento tuttavia è fallito e il sistema elettrico britannico è ora al collasso: il parco centrali è obsoleto, inefficiente, inquinante; il rischio di un generalizzato black-out è reale; la dinamica dei prezzi è fuori controllo. In questo contesto si colloca l’accordo preliminare tra il governo britannico e un consorzio franco-cinese per la costruzione di due EPR a Hinkley Point. Un accordo in contrasto col libero mercato e i cui termini dimostrano l’incompatibilità della tecnologia nucleare con mercati concorrenziali e privatistici.
English Abstract
Great Britain has been the first European country to undertake the path of liberalization, privatization and regulation of the energy sector, becoming the reference model for each free-market supporter. Nonetheless, the British experiment has failed and the UK energy sector is today on the edge of collapse: its power plants are obsolete, inefficient and polluting; there is a tangible risk for an overall black-out; the energy price escalation is out of control. The preliminary agreement between the British government and a Sino-French consortium on the construction of two EPR at Hinkley Point arises in this framework. This deal is away from free-markets and its details are a clear evidence that nuclear technology isn’t suitable for competitive and private markets.
Nucleare – L’accordo di Hinkley Point
di Steve Thomas, Professore di Energy Policy e Direttore di Ricerca, Business School, Università di Greenwich
Stephen.Thomas@greenwich.ac.uk
L’annuncio che il Regno Unito ha deciso di acquistare elettricità da Hinkley Point per 35 anni a 92,5 sterline/MWh ha sollevato preoccupazioni nell’opinione pubblica visti i forti rincari dell’elettricità osservati negli ultimi 10 anni. Tuttavia, vi sono almeno altri due aspetti che risultano sconcertanti. Il primo è che le intese sottostanti l’accordo con EdF rientrano in una più ampia mossa del governo inglese per ridurre il ruolo del mercato nel settore elettrico a favore di un sistema pianificato a livello centrale. Il secondo è che l’accordo in questione infrange quasi tutte le promesse fatte dal governo nel 2006, all’avvio del programma nucleare e va quindi visto come un grave fallimento della politica governativa inglese.
English Abstract
The announcement that the UK had agreed to buy power from Hinkley Point at 92.5 £/MWh for 35 years was bound to cause public concerns given the large price rises during the last decade. However, there are at least other two aspects that are surprising. First, the fact that the arrangements under which the deal with EdF was made represent part of a larger move by the British government to reduce the role of the market for the electricity sector in favour of a centrally planned system. The second issue is that the deal breaks almost every goverment promise made when the nuclear policy was launched in 2006 and must be seen as a serious failure of the British government policy process.
Cambiamento climatico – Chi ha paura del «riscaldamento cattivo»?
di Sergio Carrà, Dipartimento Chimica Materiali e Ing. Chimica Giulio Natta, Politecnico di Milano Accademia dei Lincei
Il fatto che i reiterati messaggi sui possibili pericoli del riscaldamento globale lascino per lo più indifferente l’opinione pubblica pone il problema di come si possano comunicare in modo adeguato le corrispondenti informazioni. L’eccessiva politicizzazione, l’enfasi sui contenuti emotivi e l’esoterismo con cui vengono presentati gli aspetti scientifici ne penalizzano sicuramente l’efficacia, ma è la mancanza di proposte nel contempo realistiche ed efficaci per superare le eventuali emergenze che crea uno scollamento con l’opinione pubblica. Un attento esame di questi aspetti potrebbe far emergere una nuova impostazione per l’intera problematica.
English Abstract
The fact that the repeated messages about the possible dangers of global warming leave mostly indifferent the public opinion, arouses the problem of how adequately communicate the relevant information. The excessive emphasis on policy , the one on their emotional content and the esoterism with which the scientific aspects are presented will certainly penalize the effectiveness of the messages, but it is the lack of proposals at the same time realistic and effective to overcome any emergencies that creates a disconnect with public opinion. From a careful examination of these aspects may emerge a new approach to the whole issue.
Cambiamento climatico – È davvero di origine antropica?
di Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica, Politecnico di Milano
I cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi decenni sono ritenuti da molti conseguenza delle emissioni antropiche di CO2. Questa ipotesi è supportata anche dall’IPCC. In realtà ci sono forti dubbi riguardo la natura antropica dei cambiamenti climatici. Questi dubbi minano la credibilità della strategia di riduzione delle emissioni antropiche della CO2 che inoltre, per essere efficace, richiederebbe un largo consenso. Emerge come molto più credibile la strategia dell’adattamento ai cambiamenti climatici, valida anche nell’ipotesi che essi siano naturali e perseguibile oltre tutto unilateralmente da ogni singolo paese.
English Abstract
The climate change of the last decades is thought by many people to be caused by anthropogenic emissions of CO2. This hypothesis is also supported by IPCC. Actually there are strong doubts about the anthropogenic nature of climate changes. These doubts invalidate the credibility of the strategy for reducing anthropogenic CO2 emissions. Moreover this strategy, to be effective, requires a large international agreement. Much more reliable appears the strategy of adaptation to climate changes. Such a strategy is effective whether the origin of climate change is anthropogenic or natural, moreover it can be unilaterally and successfully adopted by a single country.
Cambiamento climatico – Achille e la tartaruga
di Enzo Di Giulio, Scuola Enrico Mattei – Eni Corporate University
enzo.digiulio@enicorporateuniversity.eni.it
Questo articolo propone una riflessione intorno ai principali punti del dibattito scientifico sul cambiamento climatico. Dopo aver mostrato come sia opportuno distinguere i diversi piani del dibattito, esso propone una visione sintetica degli elementi essenziali della discussione. Le rilevazioni della temperatura, la relazione tra concentrazione di anidride carbonica e temperatura, il ruolo dell’attività solare quale spiegazione alternativa alla tesi del cambiamento climatico antropogenico sono alcune delle questioni dibattute. Pur riconoscendo la complessità e l’incertezza che caratterizza tali questioni, si illustrano le ragioni che inducono, nel complesso, a sostenere la visione dell’IPCC e il conseguente richiamo alla necessità di una rapida azione.
English Abstract
This article proposes a reflection around the main points of the scientific debate on climate change. Having shown that it is appropriate to distinguish the different levels of the debate, it offers a concise overview of the essential elements of the discussion. The measurements of the temperature, the relationship between carbon dioxide concentration and temperature, the role of solar activity as an alternative explanation to the thesis of anthropogenic climate change are some
of the issues debated. While recognizing the complexity and uncertainty that characterize such issues, the article explains why the vision of the IPCC and the subsequent recall the need for swift action should be supported.
Alcune dinamiche del sistema energetico italiano
di Carlo Maria Orlandelli, Dipartimento di Ingegneria Industriale,Università di Bologna,
carlo.orlandelli@unibo.it
Serena Schiavi,G.D SpA, Bologna,
serena.schiavi@gidi.it
e Paolo Vestrucci, Dipartimento di Ingegneria Industriale,Università di Bologna,
paolo.vestrucci@unibo.it
L’articolo considera la storia dell’energia in Italia negli ultimi 150 anni per evidenziare alcuni trend di lungo termine. In particolare, risultano molto regolari gli andamenti delle frazioni e delle penetrazioni delle fonti energetiche e ad esse può essere applicato il modello di sostituzione logistico. Viene così messa in luce la dinamica della sostituzione della legna con il carbone e di questo con il petrolio e con il gas naturale (con un ruolo più modesto, ma non trascurabile, dell’energia elettrica primaria). L’analisi evidenzia un’anomalia del sistema energetico italiano rispetto ad altri paesi: dopo il gas naturale nessuna nuova fonte è entrata nel mercato in modo significativo e l’import di energia elettrica è di rilievo. Viene suggerita una possibile interpretazione di questo fatto.
English Abstract
This paper examines the history of energy in Italy, taking into account the last 150 years, with the aim of recognizing some important long-term patterns. Specifically, the trend in market shares and penetrations for energy sources is very regular and can be represented by a logistic substitution model, showing a replacement dynamic from firewood to coal, crude oil and natural gas (with a smaller but not negligible role for primary electrical energy). The analysis highlights an anomaly in the Italian energy system compared to other countries: since natural gas, no new energy source has entered the market and the import of electricity is particularly important. A possible interpretation of this fact is suggested.
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