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Copertina

2.2016

ELETTRICITÀ

MERCATO UNICO EUROPEO
Un percorso complicato
In un caleidoscopio di realtà nazionali

POLITICA ENERGETICA

Transizione francese e futuro del nucleare
Regno Unito: le difficoltà di Hinckley Point

PETROLIO & GAS

A proposito del referendum NO TRIV

 

 

 


ELETTRICITÀ

 

Verso un mercato unico?
Un caleidoscopio di mercati
di G.B. Zorzoli, Associazione Italiana Economisti dell’Energia
gb.zorzoli@fastwebnet.it
L’obiettivo di un’Unione europea dell’energia «robusta e con un’ambiziosa politica climatica» si scontra con gli indirizzi divergenti dei principali Stati membri in merito ai modelli di mercato elettrico prescelti: le differenze nell’apertura dei mercati all’ingrosso e finali o nei meccanismi di capacità adottati sono infatti enormi e crescenti. Analoga la situazione per il carbon pricing, con l’ETS di fatto sostituito da una carbon tax in Francia e nel Regno Unito. Un’inversione di rotta, già di per sé ardua, è ostacolata dalle spinte centrifughe che stanno minacciando l’integrità dell’UE.

English Abstract
The goal of a «resilient Energy Union with an ambitious climate policy» is clashing with the divergent policies adopted by the main member States as far as domestic electricity market models are concerned: the difference in both wholesale and retail market opening or in the capacity mechanisms is striking and still increasing. The like happens in case of carbon pricing measures, as the ETS mechanism was de facto replaced by a carbon tax in France and UK. The hard task of reversing such a trend is curbed by the centrifugal forces which are looming over the EU integrity.

 

Il non facile percorso verso un modello target
di Luigi de Francisci, Comitato Scientifico «Energia»
luigi.defrancisci@terna.it

L’articolo esamina le diverse modalità di funzionamento dei mercati a pronti dei principali paesi europei alla luce dell’obiettivo del mercato unico. Con il Pacchetto «Unione dell’Energia», infatti, la Commissione europea ha dato un nuovo impulso al completamento del mercato interno dell’energia elettrica, ritenuto ancora troppo frammentato e poco efficiente. Al di là delle innegabili divergenze regolatorie attualmente in essere, vengono evidenziati alcuni importanti passi avanti effettuati ed in corso al fine di realizzare la progressiva armonizzazione delle regole di funzionamento dei sistemi energetici.

English Abstract
This article examines the different way of functioning of the main European spot electricity markets, considering the objective of the single market. With the Energy Union Package the European Commission has given a new boost to the achievement of the energy internal market, considered as still too fragmented and not fully efficient. Notwithstanding the undeniable regulatory discrepancies in place, the article shows some important steps forward already done and still in progress finalized at realizing the progressive harmonization of the rules of functioning of energy systems.

 

La promozione delle fonti rinnovabili
di Luigi De Paoli, Università Bocconi, Milano
luigi.depaoli@unibocconi.it

L’articolo esamina la politica dell’UE per promuovere le fonti energetiche rinnovabili (FER), in particolare nel settore elettrico. Dopo aver riepilogato gli obiettivi di crescita del contributo delle FER fissati dall’UE prima per il 2010, poi per il 2020 e infine per il 2030, vengono elencati gli schemi di supporto adottati negli Stati membri e presentati i sussidi erogati suddivisi per i principali paesi e per fonte dal 2009 al 2013. Si passa quindi a considerare le modifiche che la Commissione europea intende introdurre per la promozione delle FER per il post-2020. Emergono le difficoltà nel trovare un compromesso tra una politica di promozione del mercato unico dell’elettricità e una politica di promozione delle FER basata su traguardi quantitativi.

English Abstract
This article examines the EU energy policy carried on to support renewable energy sources (RES), particularly for electricity production. After a review of the RES targets set by the EU initially for 2010, then for 2020 and lastly for 2030, we list the support solutions adopted by EU Member States and we examine the subsidies granted by country and to each renewable source from 2009 to 2013. Then we consider the changes of the existing promotion rules that the Commission intends to introduce for the post-2020. The conclusion underlines the difficulties in finding a compromise between the promotion of the single electricity market and the promotion of RES based on quantitative targets.

 

 


POLITICA ENERGETICA

 

Francia: transizione energetica e futuro del nucleare
di Jean-Marie Martin-Amouroux, Segretario di «Encyclopédie de l’Energie», Grenoble, e già Direttore del Centre nationale de la recherche scientifique (CNRS), Parigi
martin.amouroux@wanadoo.fr
Approvata il 17 agosto 2015, la «Legge sulla transizione energetica per la crescita verde» (LTECV) esprime l’ambizione di influenzare la politica energetica francese in quattro direzioni: dimezzare il consumo finale di energia tra il 2015 e il 2050; ridurre al 30% la quota delle fonti fossili e aumentare al 32% quella delle rinnovabili nel consumo finale di energia entro il 2030; limitare al 50% il peso del nucleare nella produzione elettrica dal 2025. La legge riuscirà a recuperare il ritardo francese nel solare ed eolico, ma non raggiungerà né l’obiettivo di riqualificazione termica di 500.000 edifici all’anno, né quello di un taglio del nucleare al 50% sul mix elettrico nel 2025.

English Abstract
Promulgated on 17 August 2015, the «Law on the energy transition for green growth» (LTECV) expresses the ambition to influence the French energy policy in four directions: to halve the final energy consumption between 2015 and 2050; to reduce to 30% the share of fossil fuels and to increase to 32% the share of renewables in final energy consumption by 2030; to limit to 50% the share of nuclear in electricity production starting from 2025. The law will allow to recover the French delay in solar and wind power, but will not reach either the thermal rehabilitation of 500,000 buildings per year, or the reduction to 50% in the share of nuclear energy on the electricity mix in 2025.

 

Regno Unito: forti dubbi su HinkleyPoint (e non solo)
di Steve Thomas, Professore Emerito di Energy Policy, Public Services International Research
Unit (PSIRU), Business School Università di Greenwich
Stephen.Thomas@greenwich.ac.uk

Nel 2013 fu annunciato un accordo tra il governo britannico e la società elettrica francese EdF per la costruzione di due reattori, modello EPR di Areva, al sito Hinkley Point C. Tuttavia, EdF deve ancora procedere a una decisione finale di investimento in quanto, da allora, si sono verificati seri problemi: difficoltà nel reperimento dei capitali necessari e nella ricerca di partner interessati al progetto; il collasso finanziario di Areva, fornitore dei reattori; la scoperta di gravi difetti di costruzione in impianti della stessa tipologia di quelli di Hinkley. L’accordo, oggetto di critiche sempre più ampie e da più fronti, potrebbe non andare in porto.

English Abstract
In 2013, a deal between the British government and the French utility, EdF, was announced to build two reactors of Areva’s EPR design at the Hinkley Point C site. Since then, serious issues have emerged and EdF has yet to make a final investment decision. These issues include: difficulties of raising the finance and finding investment partners; the financial collapse of the reactor vendor Areva; and the discovery of serious manufacturing faults at Hinkley’s sister plants. The deal is under mounting criticism from a range of interests and may yet collapse.

 

 


PETROLIO & GAS

 

Referendum No Triv
Gli idrocarburi in Italia tra un glorioso passato e un incerto futuro
di Alberto Clô, Direttore Responsabile di «Energia»

Nonostante le rilevanti riserve di idrocarburi dell’Italia, terze nell’Europa continentale, la loro produzione si è dimezzata nel passato ventennio, mentre l’attività esplorativa si è azzerata a causa dell’ostilità delle comunità locali. Il tentativo dei governi di rivitalizzare l’attività mineraria perché ritenuta nell’interesse del Paese è stato sottoposto a referendum popolare. Al di là del suo negativo risultato per il mancato raggiungimento del richiesto quorum, vi è grande incertezza sulla possibilità che possano realizzarsi i numerosi progetti di investimento cui molte imprese stanno rinunciando.

English Abstract
Despite significant reserves of hydrocarbons, which rank Italy at the third place in continental Europe, the Italian oil and gas production had halved in the past two decades, while the exploration activity had been stopped because of the hostility of the local communities. The Government’s attempt to revitalize mining, as long as considered a matter of national interest, was recently submitted to a national referendum. Beyond its negative outcome, due to the lack of the required quorum, there is a great uncertainty over a lot of projected investments since many international companies are leaving the Country.

 

Un dialogo tra sordi?
di Luigi Pellizzoni,Università di Trieste
luigi.pellizzoni@dispes.units.it

Il voto referendario è da leggersi, più che come opinione ponderata, quale espressione di consenso o dissenso generalizzato verso governo, politiche energetiche, enti locali, imprese, gruppi ecologisti e altri attori implicati nella questione. Come in molte altre occasioni legate a questioni territoriali, tecnologiche e industriali, l’informazione è stata lacunosa, spesso contraddistinta da opposti catastrofismi. La mancanza di una discussione ragionata non aiuta a ricostituire un legame fiduciario tanto indispensabile per le scelte collettive su questioni complesse quanto incrinato da comportamenti spesso opachi, reticenti o inaffidabili. Lasciare inevase le questioni più importanti alla fine non giova a nessuno.

English Abstract
More than a pondered opinion, the results of the referendum are to be read as the expression of a generalized consent or dissent towards government, energy policies, local administrations, firms, environmentalists and other involved actors. As happens with many territorial, technological and industrial policy issues information has been patchy, often characterized by opposed catastrophism. The lack of a reasoned discussion does not help to restore fiduciary ties, which are indispensable to collective choice over complex issues yet often spoiled by opaque, reticent or unreliable behaviors. In the end, leaving unaddressed the most important questions is hardly beneficial to anybody.

 

La politicizzazione di un conflitto ambientale
di Mattia Santori, Ricercatore Rie – Ricerche Industriali ed Energetiche
mattia.santori@rie.it

Il quesito sottoposto ai cittadini italiani sulle estrazioni di idrocarburi offshore entro le 12 miglia ha rappresentato il primo referendum abrogativo promosso dalle Regioni. Il dibattito pubblico che lo ha preceduto si è caratterizzato per una retorica più attenta alle implicazioni politiche che ambientali o energetiche. L’esito della consultazione – nonché della trattativa politica che lo ha preceduto – confonde i vincitori ma evidenzia i vinti: da una parte, l’alleanza tra movimento No Triv e Regioni dissidenti si è rivelata incapace di attrarre un ampio consenso; sul fronte opposto, l’industria mineraria pare aver di nuovo subìto quasi passivamente una campagna denigratoria e l’ennesimo dietrofront governativo in ambito energetico.

English Abstract
The Italian referendum over the existing oil and gas production facilities within 12 miles of the coast represented the first consultation promoted by the Regions. The public debate that has anticipated the vote was characterized by a more careful rhetoric to the political implications rather than environmental or energy ones. The final result and the previous political negotiation don’t allow to clearly define the winners, while the losers can be recognized in: environmental groups and dissident Regions which failed to mount a campaign able to gain widespread traction; Oil & Gas industry which once again suffered quite passively the public slanders and the government step back on energy legislation.

 

Mercato petrolifero: la finanza danza sui fondamentali in ripresa
di Filippo Clô, Ricercatore Rie – Ricerche Industriali ed Energetiche
filippo.clo@rie.it

Il 2016 ha sinora registrato una volatilità estrema ed anomala del mercato. Ad esacerbarne i movimenti, una più attiva presenza della finanza che, sulla base di episodi congiunturali e di giochi di aspettative, ha alimentato un sentimento dapprima ribassista e poi rialzista. Difficile prevedere quale percorso seguiranno i prezzi nel resto dell’anno. Domanda e offerta si vanno gradualmente riequilibrando. Tuttavia, sussistono rischi sia di ulteriori strappi al rialzo che di una nuova inversione di tendenza. Tra le maggiori incognite del prossimo corso petrolifero quella saudita è la più rilevante.

English Abstract
So far, the 2016 has shown an extreme and atypical market volatility. A more active role of finance is the main cause of such price movements. Fostered by unexpected events and games of expectations, finance has first fueled a bearish and then a bullish mood in the market. It is difficult to predict which path the prices will follow in the next months. Supply and demand are gradually rebalancing. However, risks persist of either a further upward push or a new turnaround. Among the main unknowns of the near oil future, the Saudi one is definitively the most influencing.

 

 


FINANZA

 

MiFID II: quali conseguenze per gli operatori energetici?
di Francesca Morra e Lorenzo Parola, Paul Hastings
francescamorra@paulhastings.com
lorenzoparola@paulhastings.com

Con la MiFID II e i provvedimenti normativi ad essa collegati i trader di prodotti energetici dovranno affrontare problematiche una volta rilevanti solo per gli intermediari finanziari. Quale sarà il reale impatto del nuovo quadro regolamentare sui mercati energetici è ancora da scoprire ma certamente gli operatori energetici stanno già affrontando alcune questioni normative spinose, che si tratteranno nel presente articolo, quali la definizione stessa di strumento finanziario e, di conseguenza, attività finanziaria e l’ambito di applicazione delle esenzioni.

English Abstract
As a consequence of MiFID II and the related regulations energy traders will need to face issues which were once relevant only for financial intermediaries. The real impact of the new regulatory framework on the energy markets is still to be discovered but energy traders are already facing complex legal issues, such as the definition of financial instrument, and, consequently, of financial services and the scope of application of the new exemption regime. Both issues will be dealt with in this article.

 

 

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