15 Gennaio 2018

Com’era verde la mia vallata…

LinkedInTwitterFacebookEmailPrint

Green-wash è un’espressione che letteralmente significa darsi una ‘mano di verde’, per apparire ambientalmente virtuosi nascondendo interessi di tutt’altro segno. È il caso del fondo sovrano norvegese, il più ricco al mondo, o della Cambridge University e di molte grandi multinazionali.

Il fondo norvegese con assets per 900 miliardi di dollari ha messo all’indice società high carbon, nonostante le sue casse siano unicamente alimentate dai proventi della Statoil.  La Statoil  è una compagnia pubblica, che ha incassato i soldi con lo sfruttamento di giacimenti di petrolio e metano. Il senato accademico dell’università inglese ha fatto altrettanto, dimentica del fatto di essere finanziata in larga parte dalla BP, terza compagnia di idrocarburi nel mondo.

Green-wash anche per diverse grandi multinazionali come Unilever, PepsiCo e Nestlé. Queste multinazionali si tingono di verde nonostante siano accusate di complicità nell’illegale distruzione della foresta pluviale di Sumatra popolata di elefanti, tigri, orango in un ecosistema unico al mondo. Distruzione che comporta gravi impatti climatici. Le immagini su Environment CDP ne danno conto in modo impressionante. Distese infinite di foreste distrutte per piantare olio di palma per rifornire migliaia di brand come McDonald’s, Procter&Gamble, Mars, Kellog’s.