9 Gennaio 2018

Quale futuro per il nucleare?

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In un mondo sempre più affamato di energia, una delle questioni fondamentali da affrontare è la sostenibilità delle fonti energetiche. La transizione energetica richiede la costruzione di uno scenario che incorpori diverse fonti alternative. L’energia nucleare, malgrado le apprensioni pubbliche che suscita, rimane una fonte indispensabile per realizzare un tale scenario nel medio termine e garantire una produzione di energia affidabile e pulita.

Dal 1970 ad oggi si può stimare che l’utilizzo del nucleare abbia evitato l’emissione di circa 66 mld. tonn. di CO2, equivalenti a due anni di emissioni secondo il tasso attuale. Ciononostante, alcuni problemi chiave devono essere ancora risolti perché l’energia nucleare possa essere considerata appieno sostenibile, sicura e accettabile. Il punto fondamentale da affrontare, che incontra una grande esitazione da parte dell’opinione pubblica, è quello della sicurezza nella produzione di energia tramite centrali nucleari, specialmente in relazione a possibili incidenti nei reattori in operazione, alla gestione delle scorie radioattive e alla necessità di impedire la proliferazione di armi nucleari.

L’avanguardia scientifica e tecnologica in materia nucleare si occupa oggi di rispondere a tali preoccupazioni, principalmente lavorando al perfezionamento di due sistemi innovativi: l’Accelerator Driven System (ADS), un reattore a fissione subcritico accoppiato con un acceleratore di particelle, e i reattori a fusione. La strada è lunga e tortuosa – come ci racconta Federica Mingrone su Energia 4/2017 – ma è fondamentale che non venga abbandonata a causa di paure e pregiudizi.

Il post presenta l’articolo Quale futuro per il nucleare nella transizione energetica? scritto da Federica Mingrone sul numero 4/2017 di Energia.
Federica Mingrone è ‎research fellow al ‎CERN

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