Nei venti anni al 2014 il gettito delle imposte ‘ambientali’ ma non destinate all’ambiente sono aumentate di circa il 70% raggiungendo la stratosferica cifra di 57,6 miliardi di euro: circa 1.000 euro per ogni italiano.
Dall’ultima Relazione sullo Stato dell’Ambiente italiano realizzata dal Ministero competente, emerge che dal 1995 al 2014 le imposte che a vario titolo potrebbero definirsi come ambientali sono passate da 34,1 a 57,6 miliardi di euro, distribuite per 47,3 miliardi sull’energia (82%), 9,7 miliardi sui trasporti (17%) al netto delle accise sui carburanti, il resto su voci minori (discariche, emissioni inquinanti, etc.).
L’intento acclamato è di colpire i prodotti inquinanti per ridurne il consumo a vantaggio dell’ambiente, della salute dei cittadini, e così via. Quello reale è far cassa destinando di questa enorme cifra solo le briciole al riassetto idrogeologico del Paese, alla salvaguardia delle nostre coste, all’adattamento degli edifici nelle aree sismiche.
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login