15 Febbraio 2018

Il settore elettrico cambia velocemente

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Nel 2005 la produzione elettrica degli impianti eolici e fotovoltaici rappresentava in Italia il 7,7 per mille di quella nazionale ed era di gran lunga prevalente lo scetticismo sulle prospettive a breve di queste tecnologie. Dieci anni dopo era il 13,3%.

Quasi venti volte di più, mettendo in crisi la produzione elettrica tradizionale (in particolare i cicli combinati), ma soprattutto – effetto senza precedenti – appiattendo l’andamento dei prezzi nelle 24 ore e modificando la tradizionale organizzazione del sistema elettrico (produzione centralizzata trasmissione distribuzione consumatori, con gli ultimi due ricettori passivi dell’energia proveniente dall’alto).

Il fenomeno non è stato soltanto italiano, tanto da indurre, tra il 2014 e il 2016, le principali utility europee a ridisegnare le proprie strategie. Questo sviluppo è stato reso possibile da innovazioni tecnologiche, figlie di attività di Ricerca e Sviluppo (R&S), che continuano a ricevere finanziamenti in misura ridotta rispetto al passato, ma sufficiente al fabbisogno specifico come conferma, tranne gli anni di più acuta recessione, l’andamento dei brevetti richiesti a livello mondiale nel settore energetico.

 

Grafico


Sviluppo destinato a continuare, dato che:

– i primi posti per numero di brevetti richiesti sono occupati dalle principali tecnologie per la produzione elettrica con rinnovabili e dall’accumulo (Fig. 2); inoltre i 1.682 brevetti per trasmissione e i 592 per smart grid di Fig. 2 sottostimano il tasso di innovazione indotto dalla digitalizzazione delle reti;

– va messo nel conto l’effetto propulsivo della cross-fertilization tra le tecnologie proprie del settore elettrico e le tecnologie digitali.

 

Grafico

 

Il post è un estratto dell’articolo Un futuro possibile per il mercato elettrico scritto da G.B. Zorzoli e pubblicato sul numero 4.17 di Energia

G.B. Zorzoli è un esperto di mercato elettrico e membro del Comitato Scientifico di Energia


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