La transizione verso una economia low-carbon richiederà diversi decenni e interesserà tutti i settori dell’economia. Il petrolio a livello mondiale rivestirà ancora un ruolo di primo piano, soprattutto nel settore della mobilità.
In Italia lo scorso anno quasi l’80% della domanda di energia è stata coperta da fonti fossili (era l’85% nel 2010), con il gas naturale che, come emerso sul finire del 2016, si è confermato la prima fonte di energia con un peso sul totale del 38,1%, seguito dal petrolio con poco più del 35% e infine dal carbone con il 6,4%.
Oggi il dibattito si concentra soprattutto sugli impatti ambientali dei trasporti che spesso vengono additati come gli unici responsabili, confondendo i gas climalteranti con quelli inquinanti. Da questo punto di vista, la situazione è sicuramente migliorata rispetto ad alcuni anni fa, anche se molto rimane da fare.
Diversi studi hanno dimostrato come il confronto e la scelta tra le diverse tipologie di trazione saranno principalmente dettati dal loro livello di emissione di gas serra.
Ciò che emerge, nonostante tutto, è la centralità del downstream petrolifero nazionale al fine di raggiungere gli obiettivi ambientali in modo sostenibile non solo economicamente, ma anche socialmente.
Il post presenta l’articolo Le Sfide del nuovo “Petrolio Italia” scritto da Marco D’Aloisi e pubblicato sul numero 1.18 di Energia
Marco D’Aloisi è Responsabile Relazioni Esterne di Unione Petrolifera
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