2 Febbraio 2018

Scenario macroeconomico 2018-2019

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Secondo le stime dei maggiori osservatori internazionali, il 2018 presenta segnali incoraggianti, dovuti all’espansione di varie aree economiche, alla buona spinta degli scambi commerciali tanto nel contesto internazionale quanto in Italia, dove il tasso di crescita è atteso approssimarsi all’1,5%.

Tuttavia, preoccupazioni più o meno forti derivano dal persistere di fattori di rischio nei mercati finanziari che, se si materializzassero, metterebbero a repentaglio le positive previsioni.

Shock inattesi, che potrebbero verificarsi negli Stati Uniti così come in Europa, con effetti potenzialmente amplificati per l’Italia, pregiudicherebbero infatti la normalizzazione delle politiche monetarie, su cui si basa la crescita mondiale.

Ad esempio, l’impulso fiscale pro-ciclico di Trump potrebbe finire col premere sull’inflazione americana, spingendo la Fed a tirare le redini della politica monetaria in modo più veloce e più intenso di quanto attualmente previsto, considerato anche l’ampliamento del deficit di bilancio a cui l’economia americana va incontro.

In Europa invece la situazione è più complessa, date le differenze delle economie dei vari membri dell’unione monetaria. La Germania, dove il tasso di disoccupazione è ai minimi storici e hanno preso a concretizzarsi richieste di significativi aumenti salariali, potrebbe andare incontro a un risveglio dell’inflazione.

Un surriscaldamento dell’economia tedesca sarebbe auspicabile per la zona euro perché faciliterebbe il riequilibrio competitivo nell’area e consentirebbe il raggiungimento dell’obiettivo BCE con un’adeguata differenziazione delle dinamiche nazionali dei prezzi al consumo (con la Germania sopra la media europea e l’Italia, la Francia e i paesi periferici sotto tale media). Tuttavia in una situazione di overheating tedesco aumenterebbero probabilmente le pressioni di Berlino su Francoforte affinché lo stimolo monetario venga ritirato più velocemente rispetto a quanto annunciato.

Accelerazioni nei processi di normalizzazione delle politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico sarebbero controproducenti per la ripresa. Esse potrebbero innestare instabilità sui mercati finanziari, divenuti particolarmente vulnerabili proprio per l’ampio ammontare di liquidità immesso dalle Banche centrali. Brusche correzioni su questo fronte inciderebbero sulla crescita mondiale.

Il post presenta l’articolo Scenario Macroeconomico 2018-2019 scritto da Sergio De Nardis e pubblicato sul numero 1.18 di Energia.

Sergio De Nardis dirige il Servizio Analisi Macroeconomica dell’Ufficio parlamentare di bilancio