28 Marzo 2018

Conoscere per deliberare?

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Nel suo bellissimo libro Saggio sui potenti del 1977 lo storico Pietro Melograni ha scritto “quanto più grande è il potere di un capo, tanto più grande è la sua ignoranza”.

Perché l’informazione di cui dispone è condizionata da chi lo induce, magari per interesse, a muoversi in una certa direzione; perché un’informazione davvero indipendente è merce rara; perché le scelte sono sempre complesse e i trade-off poco evidenti.

Questa citazione mi è tornata in mente leggendo dell’intenzione del capo più capo di tutti, Donald Trump, di adottare dazi contro l’importazione di pannelli solari dalla Cina (oltre 8 miliardi dollari nel 2016).

Immediate le proteste di altri paesi, Cina a parte, a iniziare dall’Europa che, ignara di sé stessa, aveva adottato anni fa le medesime misure ora minacciate da Trump per reagire, a suo dire, all’invasione in dumping di pannelli cinesi per smaltire il grande surplus accumulato in patria a causa degli enormi sussidi pubblici solo parzialmente pagati dallo Stato.

Dopo aver invaso i mercati europei, specie Germania, Italia, Spagna, beneficiando dei generosi sussidi, le imprese cinesi avevamo mosso alla conquista di quello americano, a discapito dei produttori interni. Da qui la reazione stizzita di Trump a difesa, a suo dire, del made in America.

A beneficiarne sarebbe stata in particolare la Suniva con sede ad Atlanta e fabbriche in Georgia e Michigan che si dichiara nel suo sito come l’’America’s Leading Solar Manufacturer”. Peccato che sia controllata dalla cinese Shunfeng International Clean Energy quotata alla borsa di Hong Kong.

Paradosso nel paradosso: a chiedere per prima al nuovo inquilino della Casa Bianca l’introduzione di dazi anti-Cina era stata la stessa…Suniva! Ma Donald tutto questo non lo sapeva o si erano dimenticati di dirglielo.


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