Revisione al ribasso della crescita della domanda oil e ritorno dell’elemento geopolitico, vediamo le novità dell’ultimo Oil Market Report (OMR) di maggio dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE).
Nell’OMR di maggio, l’AIE ha rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita della domanda petrolifera nel 2018 a seguito del rialzo dei prezzi del greggio tornati su livelli vicini agli 80 $/b.
Nonostante l’aumento dei consumi ad inizio anno, trainato da temperature particolarmente rigide e da una migliore performance dell’economia mondiale, vi è stata una correzione al ribasso nella seconda parte dell’anno che ha portato a ridurre le stime di crescita da 1.5 a 1.4 mb/g. Nel 2018, si prevede un livello della domanda su una media di 99,2 mil. b/g.
Lato offerta, la produzione di petrolio si è attestata ad aprile sui 98 mil. b/g, trainata dal contributo non-OPEC e specialmente degli USA che segnano un +1,78 mil. b/g rispetto ad un anno fa. Sul fronte OPEC, pesa la crisi in Venezuela che contribuisce al calo produttivo del cartello di 130.000 b/g a 31,7 mil. b/g in aprile. L’output petrolifero del paese sudamericano è stato ad aprile più basso di circa 550.000 b/g rispetto gli obiettivi fissati dall’accordo di Vienna.
L’adempimento dell’accordo ha raggiunto il livello record del 172%.
Il focus è sempre più spostato dai fondamentali verso la geopolitica: la situazione politica del Venezuela desta particolare preoccupazione ma non è l’unico rischio di offerta che grava sul mercato oggi. La decisione degli USA di ritirarsi dall’accordo nucleare con l’Iran potrebbe determinare un calo delle esportazioni iraniane, che attualmente ammontano a circa 2,4 milioni b/g. L’impatto però è ancora incerto, resta da vedere come verranno implementate le deroghe e altri aspetti delle sanzioni; inoltre è tutt’altro che scontata la partecipazione degli altri firmatari.
Gli highlights dell’OMR dell’AIE è disponibile qui