21 Maggio 2018

Né vincitori né vinti

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Il 14 maggio il prezzo spot del Brent Dated ha superato i 78 doll/bbl. Non accadeva dal 12 novembre 2014, poco dopo l’esplodere del controshock petrolifero che avrebbe ridotto i prezzi da 115 a 26 doll/bbl.

I prezzi sono aumentati di circa il 60% rispetto a un anno fa e del 18% da inizio anno. Due le principali ragioni. Primo: il riequilibrio del mercato per l’aumento robusto della domanda, il prosciugarsi delle scorte, la tenuta dell’accordo Opec-Non Opec di controllo dell’offerta (più facile a rispettarsi quando i prezzi salgono). Secondo: il rinnovato peso, in un mercato in equilibrio, delle tensioni geopolitiche. Quel che non era accaduto nel 2014, quando il grande surplus di offerta aveva sterilizzato il surplus di tensioni geopolitiche, accade oggi col prosciugarsi del surplus di offerta.

Il riesplodere della questione iraniana, per il ritiro annunciato da Trump dall’accordo sul nucleare; le tensioni tra Iran e Israele o tra Arabia Saudita e Yemen, il collasso economico del Venezuela hanno ridotto l’offerta corrente o quella potenziale, specie iraniana. Il petrolio è tornato ad essere variabile centrale nello scenario economico-politico mondiale. Anche in ragione del fatto che anziché ridursi nel dopo-Parigi ha riguadagnato quote di mercato con una produzione ormai prossima alla soglia, impensabile solo pochi anni fa, di 100 mil. bbl/g. L’aumento dei prezzi nel breve mentre avvantaggia le economie dei paesi produttori, rafforzandone il peso internazionale, specie pensando alla Russia, penalizza quelli dei paesi importatori.

Oxford Economics ha stimato che un prezzo sugli 85 doll/bbl tra fine 2018 e 2020 ridurrebbe dello 0,6% il reddito mondiale; aumenterebbe l’inflazione di 1 punto e i tassi di interesse di 50 punti base. Nel gioco energetico, le fossili – legate al petrolio – perderebbero terreno verso le galoppanti rinnovabili, facilitando la transizione energetica, a detrimento dei paesi produttori nel medio-lungo termine. Perché gli investimenti si decidono oggi per domani. Così che paradossalmente un ulteriore aumento dei prezzi, rispetto a livelli sui 55-65 doll/bbl, non vedrebbe né vincitori né vinti, ma tutti perdenti.


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