12 Luglio 2018

Api e pannelli fotovoltaici: una strana sinergia

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Si chiamano “fattorie solari” perché producono sia energia fotovoltaica che prodotti agricoli. Una di queste si chiama Eagle Point, una proprietà vicino a Medford, nell’Oregon, dove una vasta distesa di pannelli fotovoltaici è circondata da frutteti e ospita 48 arnie in quello che è considerato il più grande “apiario solare” mai realizzato.

Il sito è stato progettato dalle Pine Gate Renewables, una società che installa energia solare con sede nella Carolina del Nord. Nel 2017, la società ha iniziato a lavorare sull’idea di mantenere la terra produttiva nelle proprie fattorie solari, reintroducendo piante autoctone e, in alcuni casi, lavorando con agricoltori o allevatori per piantare colture o pascolare gli animali intorno ai pannelli. Un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata Fresh Energy ha contribuito a collegare l’azienda con un apicoltore locale che stava cercando una nuova casa per alcuni dei suoi alveari.

I tentacolari impianti fotovoltaici possono infatti fornire lo spazio necessario a ricreare l’habitat ideale per le api. E in un momento in cui migliaia di api selvatiche sono a rischio di estinzione, e gli apicoltori stanno lottando per mantenere in vita le proprie famiglie di api questo tipo di progetto svolge un ruolo fondamentale.

Per il proprietario di un campo fotovoltaico, la semina di campi con fiori e erbe locali ha un costo iniziale più elevato rispetto a un’installazione tipica; ma bisogna considerare che circa un terzo dei costi di manutenzione di un parco solare può derivare dalla gestione della vegetazione. Basti pensare che, a seconda della posizione, l’erba che cresce sotto i pannelli potrebbe dover essere falciata otto volte l’anno. Passare ad una vegetazione ad hoc permette quindi all’azienda di risparmiare sulla manutenzione del terreno, con ricadute positive sulla produzione di miele della zona.

Si tratta tuttavia di un progetto sperimentale, e i vantaggi sono tutti da dimostrare nella pratica. Per questo motivo la Pine Gate Renewables ha collaborato con il National Renewable Energy Lab, che si occuperà di installare dei terreni di prova a Eagle Point e presso altri siti dell’azienda per studiare l’adattamento della vegetazione e le prestazioni del raccolto, condividendo i risultati con altri sviluppatori solari per migliorare gli standard del settore.

“Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare un database che possa essere utilizzato da altri sviluppatori per mostrare loro quali specie autoctone prosperano meglio in una determinata zona”, afferma Julianne Wooten, manager ambientale dell’azienda. Uno studio recente ha stimato che solo negli USA gli impianti solari esistenti e pianificati si trovano vicino a più di 350.000 ettari di terreni agricoli. E questo è il segno che siamo nell’epoca giusta per investire sulle sinergie tra energia e agricoltura.


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