Dopo due anni di forte calo (–24% nel 2015, –28% nel 2016), gli investimenti in esplorazione e produzione su scala globale mostrano un leggero rialzo nel 2017 (+4%) che fa ben sperare per il futuro. Una modesta crescita media che nasconde tuttavia due grandi disparità.
La prima è di natura geografica, ed è quella tra il Nord America, in cui si registra una forte ripresa (+31%), e il resto del mondo, che ha visto confermare il declino degli investimenti (–3%), essenzialmente dovuto all’Europa, con un calo del 14%, ad Africa e America Latina, ciascuna con un –5%. Gli investimenti restano stagnanti nelle altre aree.
La seconda disparità è in termini di attività, con le attività di perforazione onshore in aumento rispetto ai servizi offshore.
La ricostruzione dell’evoluzione degli investimenti globali in E&P negli ultimi anni, proposta sul numero 2.18 di Energia, è utile alla comprensione dell’attività delle diverse compagnie energetiche e delle dinamiche che hanno interessato il mercato dei servizi onshore e offshore nel 2017.
Uno dei mercati maggiormente colpiti dal crollo del prezzo del petrolio è quello delle costruzioni e dei servizi offshore, che nel 2017 è previsto aggirarsi intorno ai 39 mld. doll., in calo dell’11% rispetto al 2016. Dal 2015, questo mercato ha perso quasi la metà del suo valore (–46%).
Nel 2018, con ipotesi di prezzo del barile stimato tra i 55 e i 70 dollari, è possibile che gli investimenti mondiali in E&P conoscano un’ulteriore crescita rispetto al +4% del 2017, che potrebbe attestarsi tra il 2% e il 6%.
Il post presenta l’articolo Investimenti in Esplorazione e Produzione nel 2017 di Guy Maisonnier, Geoffroy Hureau, Sylvain Serbutoviez e Constancio Silva pubblicato sul numero 2.18 di Energia
Gli Autori sono ricercatori della Direction Économie et Veille de l’IFP Énergies nouvelles di Lione
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