Nella grande abbuffata di nomine, un’importanza particolare l’hanno quelle delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità, ad iniziare dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), il cui collegio è in regime di prorogatio dall’11 febbraio scorso.
Un’Autorità che ha grande importanza nella vita quotidiana di tutti noi perché fissa le condizioni di accesso (qualità, tariffe, efficienza, tutela dei diritti, etc.) a servizi essenziali quali energia elettrica, metano, acqua, rifiuti.
Fu istituita nel novembre 1995 al termine di una dura battaglia parlamentare, votata però quasi all’unanimità dal Parlamento. A distanza di molti anni una qualche sua revisione è forse opportuna, anche in ragione della frammentazione delle sue competenze operato da molti governi. Una revisione che non ne intacchi però l’impianto centrale, fondato su due pilastri: competenza e indipendenza.
L’art. 2 comma 8 della legge recita che “i componenti di ciascuna Autorità sono scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore”. La ragione è semplice: l’estrema complessità tecnica ed economica dei settori da regolare e quindi dei provvedimenti che si devono intraprendere. Se non si possiedono queste competenze, minore è la capacità di comprendere in che modo armonizzare gli interessi dei consumatori con quelli delle imprese, garantire una piena concorrenza dei mercati, confrontarsi con le imprese regolate col serio rischio di finirne ‘catturati’. A tal fine, la trasparenza e la puntuale rendicontazione delle decisioni delle Autorità è un requisito imprescindibile per la valutazione del loro operato. La competenza implica – è il secondo pilastro – l’indipendenza di giudizio del collegio da interessi esterni: si tratti in primis dei soggetti regolati, della politica (con la p minuscola), di altri stakeholders.
Le scelte d’ordine generale spettano peraltro al Parlamento e al Governo che, recita la legge, “indica alle Autorità il quadro di esigenze di sviluppo dei servizi di pubblica utilità che corrispondono agli interessi generali del Paese”. A tali esigenze le Autorità devono attenersi dandone attuazione tecnica.
Che valutazione dare dell’applicazione della legge nei settori regolati da ARERA? Quanto alla competenza, può dirsi che i criteri di legge siano stati sostanzialmente applicati. La ‘spartizione partitica’, pur inevitabile, non ha in linea di massima inficiato la qualità professionale dei componenti dei tre collegi che nel tempo si sono succeduti. Altro è la valutazione del loro operato: se, in sintesi, l’Autorità abbia dato buona prova di sé anche considerando il progressivo ampliamento del suo perimetro di intervento (dall’energia all’acqua ai rifiuti). Da questo punto di vista la valutazione non può che essere frutto di un’analisi molto approfondita, qui impossibile.
È mia personale opinione che non sempre la “promozione della concorrenza” nel mercato di questi servizi, secondo il dettato della legge, sia stata in cima alle preoccupazioni dell’Autorità, a discapito quindi della “tutela degli interessi di utenti e consumatori” con inevitabili ripercussioni sul livello dei prezzi, come recentemente accaduto.
Tornando all’oggi, il compito del Governo di designare i componenti il collegio su proposta dei ministri competenti, previo parere vincolante delle commissioni parlamentari (con maggioranza dei due terzi) e successivo decreto del Presidente della Repubblica, richiede, o richiederebbe, da parte di tutti una piena consapevolezza della grande importanza e delicatezza delle questioni su cui l’Autorità è chiamata a decidere in tempi brevissimi.
Tanto per indicarne alcune: riforma del mercato elettrico; modalità di uscita dal prezzo di tutela dell’elettricità e del metano (sempre non venga prorogato); attuazione del Piano energia-clima, che il Governo deve formulare entro fine anno e l’Autorità implementare in larga parte. In queste decisioni competenza e indipendenza saranno imprescindibili, non solo per formale rispetto della legge ma, ancor prima, per sostanziale rispetto dei consumatori-cittadini. Ogni scelta improvvida non potrà che andare a danno loro e del Paese intero.
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