31 Luglio 2018

Rinnovabili: un quadro con chiaroscuri

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I rapporti trimestrali di Bloomberg (BNEF) sugli investimenti nelle rinnovabili sono divenuti un punto di riferimento per valutare l’avanzamento del processo di decarbonizzazione del sistema energetico mondiale. Aiutano inoltre a capire se le aspettative che emergono dai mille scenari che vedono le rinnovabili guadagnare sempre più spazio trovano o meno rispondenza nei fatti.

Dall’ultimo rapporto la risposta continua ad essere – se si è oggettivi – problematica o almeno non univoca. Nel primo semestre del 2018 gli investimenti sono ammontati a 138,2 miliardi di dollari, con una riduzione dell’1% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Una riduzione risultante da una crescita dell’8% nel primo trimestre dell’anno seguito da una contrazione ancor maggiore nel secondo trimestre.

Il saldo negativo è a sua volta l’esito combinato di una caduta nel semestre del 19% del solare quasi compensato da una crescita del 33% dell’eolico. Questa dinamica globale è riconducibile in larga parte a quanto avvenuto in Cina.

Così come negli ultimi anni il balzo degli investimenti globali era dovuto quasi interamente alla crescita esponenziale di quelli cinesi, lo scorso anno la loro diminuzione è ascrivibile al crollo del 29% degli investimenti cinesi nel solare (in misura minore in termini reali se si tiene conto della riduzione dei capex unitari). Crollo che, a dire di BNEF, potrebbe proseguire nel secondo semestre per l’intenzione espressa dal governo di Pechino di ridurre i sussidi alle nuove istallazioni fotovoltaiche.

Se così fosse, conclude il rapporto, gli investimenti nel solare potrebbero ridursi nel 2018 per la prima volta. Ciononostante la Cina rimane pur sempre il primo paese nel mondo nelle rinnovabili.

Alla contrazione cinese ha corrisposto un ottimo andamento degli investimenti in America, dove, nonostante la denuncia dell’Accordo di Parigi di Donald Trump, si è registrato un boom del 31% dovuto in larga parte al +121% nell’eolico.

Di segno opposto il caso della Gran Bretagna ove, nonostante il gran dire sugli impegni post-Parigi, si è registrato un crollo degli investimenti nel primo semestre 2018 del 51% proseguendo un declino che perdura dal 2015.

La conclusione è che la via delle rinnovabili appare ineludibile, ma che la realtà dei fatti presenta chiaroscuri altri dalla retorica che intorno ad esse continua ad alimentarsi. Capirne le ragioni e trovarne i rimedi sarebbe auspicabile.


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