2 Agosto 2018

1° agosto 2018: il pianeta Terra dichiara fallimento

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Se il pianeta Terra fosse un’azienda, sarebbe in bancarotta. E vivrebbe a credito almeno fino alla fine dell’anno. Si perché, secondo l’ONG Global Footprint Network, lo scorso 1 agosto, abbiamo consumato tutte le risorse che la natura ci ha messo a disposizione per quest’anno.

A partire da quella data gli esseri umani hanno usato “più alberi, più acqua, più terreno fertile e più pesce di quanto la Terra possa fornire in un anno per nutrirsi, alloggiare, muoversi, nonché emesso più carbonio di quanto gli oceani e le foreste possano assorbire”, afferma Valérie Gramond del WWF, partner del Global Footprint Network.

Si chiama “giorno del sorpasso”, in inglese Overshoot Day, e quest’anno ha raggiunto la data più precoce da quando è stato inventato, nei primi anni Settanta: allora il sorpasso si raggiungeva verso il 29 di dicembre, ad un soffio dalla chiusura di bilancio. Una data che arriva in anticipo ogni anno, ad eccezione del calo registratosi tra 2008 e il 2015, di certo non per merito di comportamenti ecologicamente virtuosi.

Tradotto in parole semplici, per sopravvivere ai trend attuali un solo pianeta Terra non basta, ne servirebbero quasi 2.

L’Italia è il quarto paese al mondo in termini di consumi di risorse, dopo Sud Corea, Giappone e Svizzera. Ma c’è chi fa peggio di noi: i piccoli Stati come il Qatar e il Lussemburgo sono così inefficienti che raggiungano la “giornata del sorpasso” nel mese di febbraio e consumano il valore relativo equivalente di 8 Terre in un anno.

Solo due paesi riescono nell’impresa di arrivare alla fine dell’anno senza aver consumato tutto ciò che la natura gli mette a disposizione: Sri Lanka e Repubblica Dominicana. Alla faccia del decoupling.


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