È ormai tempo di bilancio del mercato automobilistico nel 2018. Si stima che su scala mondiale le vendite possano ammontare a fine anno a 81,5 milioni di unità: in aumento del 3,2% sul 2017. Nel quadriennio 2015-2018 le vendite medie annue ammonterebbero così a 77,5 milioni, in aumento del 41% rispetto al periodo 2000-2014 e del 98% rispetto al precedente decennio 1990-1999.
Nell’intero periodo 1990-2018 lo stock di auto passeggeri è aumentato di 1,075 miliardi di unità, che al netto delle dismissioni portano lo stock a poco meno di 1 miliardo di auto e di 1,3 se si aggiungono i veicoli commerciali.
Vendite auto nel mondo 1990-2018
Fonte: Statista, The Statistics Portal
Sempre nel 2018 le auto elettriche dovrebbero segnare un altro balzo in avanti a 1,3 milioni di unità, aumentandone il relativo stock globale a 4,5 milioni di unità: intorno al 4 per mille dell’intero stock di auto passeggeri e al 3 per mille se vi aggiungiamo i veicoli commerciali. Quantitativi marginali, al di là delle percentuali di crescita a due cifre. Tanto più se si pensa che la metà del mercato è concentrato in un solo paese, la Cina, con Stati Uniti ed Europa che contano insieme per un quarto.
Gli scenari che ormai quasi quotidianamente vengono pubblicati sull’auto elettrica ne dipingono un futuro entusiasmante. Il mondo, in sintesi, va verso una mobilità tout electrique che spiazzerà inevitabilmente i derivati del petrolio che oggi soddisfano oltre il 90% dei fabbisogni del sistema trasporti.
Secondo Bloomberg New Energy Finance, in soli otto anni, dal 2017 al 2025, le vendite di auto elettriche nel mondo dovrebbero moltiplicarsi per dieci, arrivando a 11 milioni unità, per poi moltiplicarsi ancora di circa 3 volte entro il 2030 a 30 milioni. Appena più caute le proiezioni dell’Agenzia di Parigi, che stima nel suo New Policy Scenario vendite di 21,5 milioni unità nel 2030 con uno stock che aumenta a 13 milioni di unità nel 2020 e 120 milioni nel 2030.
Traguardi massimamente ambiziosi che dipendono soprattutto, tra le mille, da una variabile di cui si tiene scarso conto, ma essenziale se si vuole che le auto elettriche siano poi in grado di circolare: gli investimenti infrastrutturali. Ebbene, nell’intera Unione Europea quelli annunciati per il triennio 2017-2020 non raggiungono il miliardo di dollari, e negli Stati Uniti i 2 miliardi tra 2017-2027 (200 milioni l’anno) mentre sono prossimi allo zero in Giappone e India. Assolutamente insufficienti.
Investimenti nello sviluppo di infrastrutture per la mobilità elettrica
Fonte: IEA, Global EV Outlook 2018, pag. 47
L’impressione è che gli scenari sulla mobilità elettrica siano troppo ottimistici difettando di un limite comune a tutti gli scenari low-carbon: prestare una scarsissima attenzione alla dinamica reale dei fatti, ai mille ostacoli che bisogna superare, alle condizioni per riuscirvi. Scenari che risentono delle suggestioni immaginifiche e propagandistiche ‘à la’ Tesla, ma che vanno influenzando le policy dei governi centrali e locali. Che, sicuri di quel che vien propinato, vanno adottando decisioni affrettate fuori da una qualsiasi logica programmatoria (embargo delle auto tradizionali, divieti all’uso del diesel, incentivi improvvisati, etc) che producono più danni che benefici. Mettendo inoltre in grave ambasce sia l’industria automobilistica che i consumatori che ritardano i loro acquisti per cercare di capirci qualcosa.
Un solo volo Europa-Australia consuma tanto petrolio quanto una media vettura passeggeri in un intero anno.
Un’ultima domanda: ma siamo poi sicuri che il visionario sogno della mobilità elettrica sia davvero la panacea della decarbonizzazione? Che l’estromissione delle fonti fossili, e segnatamente del petrolio, dipenda da questa tecnologia? La risposta, all’opposto di quel che si è portati a pensare, è: no! Pochi dati. Dell’attuale produzione e consumo di petrolio solo il 25% è destinato alla mobilità dei passeggeri. Se anche i previsori avessero ragione nel proiettare al 2030 una penetrazione delle auto elettriche diciamo al 20% dell’intera flotta veicoli (che significherebbe centinaia di milioni di auto elettriche), verrebbe spiazzato solo il 5% della domanda di petrolio (25% x 20%). Che, per contro, continuerà ad aumentare verticalmente nel trasporto aereo (come in quello pesante e nella petrolchimica) che dall’attuale 6% dovrebbe raddoppiare nel prossimo decennio.
Un solo volo Europa-Australia consuma tanto petrolio quanto una media vettura passeggeri in un intero anno. E per ogni vettura elettrica in più vi saranno x voli in più, se si pensa che il 30 giugno 2018 si è raggiunto il massimo storico di rotte aeree: 202.517. Pari, in pratica, ad un decollo ogni mezzo secondo.
Voli nel mondo il 30 giugno 2018
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