Solo 16 paesi hanno effettivamente fissato obiettivi nazionali di riduzione dei gas a effetto serra in linea con i contributi dichiarati a livello internazionale. È la conclusione del gruppo di ricercatori provenienti dalla London School of Economics e dal World Resources Institute, secondo i quali, su 197 parti firmatarie dell’Accordo di Parigi – di cui 157 hanno consegnato i nationally determined contributions (NDCs) – solo 58 hanno definito politiche o normative nazionali per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Solo per 16 paesi, tuttavia, vi sarebbe effettiva corrispondenza tra i target fissati attraverso policy nazionali e gli impegni assunti a livello internazionale con gli NDCs.
Sebbene reperire i dati per la valutazione dei progressi nelle politiche climatiche di alcuni paesi presenti notevoli difficoltà, i ricercatori hanno riscontrato una coerenza tra le politiche nazionali adottate e i NDCs in questi 16 paesi: Algeria, Canada, Costa Rica, Etiopia, Guatemala, Indonesia, Giappone, Macedonia, Malesia, Montenegro, Norvegia, Papua Nuova Guinea, Perù, Samoa, Singapore e Tonga.
I risultati di questo rapporto verranno analizzati in occasione della 24esima Conferenza delle Parti, che avrà luogo a inizio dicembre a Katowice, in Polonia, proprio per valutare l’avanzamento delle politiche climatiche nazionali rispetto agli impegni dichiarati dai sottoscrittori dell’Accordo di Parigi. Stando a quanto asserito nel rapporto, non ci dovremmo quindi aspettare grandi passi avanti nella lotta ai cambiamenti climatici. Con il rischio che, dopo COP 22 di Marakesh (2016) e COP 23 di Bonn (2017), anche Katowice si riveli un flop deludente.
[…] dire dell’IPCC, a 52-58 miliardi di tonn. eq. CO2. Le cose non sono nemmeno andate come promesso. Gli Stati hanno palesemente disatteso i loro impegni. Invertire la crescita delle emissioni ben prima del 2030 per poter puntare alla soglia di 1,5°C […]