18 Ottobre 2018

Petrolio e gas in Italia

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L’Italia è un paese ricco di idrocarburi? Quanti giacimenti sono stati scoperti sinora? Quanto sono grandi? Quando hanno prodotto e quanto potranno ancora produrre?

In Italia sono stati scoperti circa 600 giacimenti di gas e di petrolio e ciò pone il paese in una posizione di tutto rilievo nell’ambito europeo: è il quarto produttore di petrolio in Europa con circa 100.000 bbl/g ed è il sesto produttore di gas, preceduto, per riserve e produzione, solo dai paesi del Nord Europa.

Il potenziale esplorativo nazionale in prospettiva futura rimane notevole specialmente per il petrolio. I pozzi perforati ad oggi, secondo i dati dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, sono stati ben oltre 7.000 (escludendo quelli del Polesine) di cui oltre 3.000 di esplorazione.

Per facilitare l’analisi statistica abbiamo suddiviso i giacimenti in nove classi dimensionali sulla base delle loro riserve. Per il 53% hanno riserve recuperabili inferiori a 1 mil. bep, il che li rende insignificanti. Il numero dei majors, cioè con riserve superiori a 100 mil. bep, è 18 (6 di petrolio e 12 di gas) e contengono il 60% di tutte le riserve. Tra questi, sono classificati come giants – cioè con riserve superiori ai 500 mil. bep – Agostino-Porto Garibaldi (gas, Adriatico) e Val d’Agri (petrolio, Basilicata).

Confronto per classi dimensionali e in percentuale del numero di giacimenti e dei corrispondenti volumi di riserve (1)

Leggi anche Gli anni dell’upstream in Italia

Il post è un estratto dell’articolo Breve storia dell’industria petrolifera upstream italiana scritto da Ferdinando Franco Cazzini e pubblicato sul numero 3.18 di Energia

L’Autore insegna Geologia del Petrolio all’Università degli Studi di Pavia

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2 Commenti
Ecco che cosa rischia l'Italia con il caos in Libia e Algeria su gas e petrolio – Startmag 

[…] sarebbe di molto inferiore se – come avviene in ogni parte del mondo – si sfruttassero le risorse minerarie di cui disponiamo (le maggiori nell’Europa continentale) in grado – sulla base delle riserve accertate – di […]

Intervistatore 

Il tema dello stop alle importazioni di energia dalla Russia, finora rimasto sotto traccia dall’inizio dell’invasione decisa da Putin contro l’Ucraina, entra nel dibattito della politica italiana: e l’effetto delle choc per le immagini del massacro dei civili di Bucha, cittadina del nord-ovest della capitale ucraina. Mentre l’Ue annuncia nuove sanzioni in arrivo per Mosca, a chiedere l’embargo su gas e petrolio russo e il segretario del Pd Enrico Letta con poche righe scritte in inglese su Twitter: «How many #Bucha before we move to a full oil and gas Russia embargo? Time is over” («quante Bucha prima di muoversi verso un pieno embargo di petrolio e gas russo? Il tempo e finito»). Un’uscita che ha raccolto nell’immediato il consenso di Pier Ferdinando Casini: «You are right (hai ragione)» e la sua risposta al tweet di Letta ma non trova sponde per ora nel Governo che di nuove sanzioni vuole discutere solo in concerto con l’Europa.


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