30 Novembre 2018

Ma il metano ti da una mano?

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Dopo quasi quattro anni di ribassi, nel corso del 2018 i prezzi del gas naturale sono tornati a salire sensibilmente giungendo a livelli inattesi. Il rialzo si è verificato a partire dal mese di marzo, quando un’ondata di gelo a fine stagione invernale ha dato il via agli aumenti.

Se a gennaio le quotazioni all’ingrosso sull’hub italiano PSV segnavano 19,9 €/MWh, a marzo il prezzo medio mensile era già salito a 23,3 €/MWh. Con l’avanzare della stagione primaverile e poi con l’estate su tutti i mercati europei le quotazioni, invece di diminuire per effetto della stagionalità, vedevano una crescita pressoché costante fino a toccare in settembre al PSV i 29 €/MWh (+46% rispetto a gennaio), per poi assestarsi a 27,1 €/MWh in ottobre, livelli non più raggiunti dal 2012/2013.

È come se il mercato avesse “iper-reagito” ad alcuni eventi e segnali verificatisi quasi contemporaneamente dopo alcuni anni di ribassi e “vacche magre”.

Le spiegazioni che si possono dare alla crescita dei prezzi sono molte, ma non esaustive:

  1. necessità di ricostituire le scorte in stoccaggio, dopo i forti e inattesi prelievi di fine febbraio e di marzo, che ha fatto aumentare la domanda nei mesi primaverili ed estivi;
  2. crescita dei prezzi del petrolio cui significativi volumi di gas importato in Europa sono ancora correlati;
  3. moderata riduzione dell’offerta, sia per effetto del declino naturale (Mare del Nord) o imposto (accelerazione verso la chiusura dell’output del giacimento di Groningen) della produzione europea, sia per manutenzioni non programmate sulle infrastrutture di importazione;
  4. mercato internazionale del GNL un po’ “corto” invece che in oversupply come previsto;
  5. domanda italiana di gas per produzione termoelettrica piuttosto sostenuta in estate, sia per le elevate temperature che per problemi del sistema elettrico francese dove la siccità ha determinato una sensibile riduzione dell’offerta nucleare (impianti fermi causa riduzione dei prelievi di acqua per raffreddamento) con ripercussioni sulle importazioni di elettricità in Italia;
  6. diminuita flessibilità dei sistemi europei di fronte a variazioni congiunturali della domanda, in particolare UK, che può avere prodotto tensioni sui prezzi.

Il cliente domestico medio ha visto incrementare i propri costi unitari dell’8,2% in aprile e di un ulteriore 6,1% in ottobre, in conseguenza agli aggiornamenti trimestrali effettuati dall’Autorità

Tuttavia, tutto ciò non sembra sufficiente a spiegare rialzi tanto significativi in un contesto che durante l’inverno 2017/2018 si poteva considerare di oversupply e che a metà febbraio, subito prima dell’ondata di gelo di fine stagione, non mostrava ancora nessun fattore rialzista. È come se il mercato avesse “iper-reagito” ad alcuni eventi e segnali verificatisi quasi contemporaneamente dopo alcuni anni di ribassi e “vacche magre”.

In novembre, i prezzi a pronti e a termine si stanno assestando su valori un po’ meno elevati rispetto a settembre e ottobre (24,8 €/MWh il prezzo spot al PSV), ma, alle porte dell’inverno, rimangono ancora su livelli decisamente più alti rispetto a quelli degli ultimi tre anni; ciò nonostante il calo delle quotazioni del petrolio sceso dagli 80 $/bbl di ottobre ai circa 60 $/bbl di questi giorni.

Stante l’andamento delle quotazioni a termine nel mese di novembre, a gennaio è da attendersi un nuovo rialzo

L’elevato valore delle quotazioni all’ingrosso non ha tardato a ripercuotersi sui prezzi al consumo finale. Il cliente domestico medio ha visto incrementare i propri costi unitari del metano dell’8,2% in aprile e di un ulteriore 6,1% in ottobre, in conseguenza agli aggiornamenti trimestrali effettuati dall’Autorità per l’energia ARERA. E stante l’andamento delle quotazioni a termine nel mese di novembre, che determinano i prezzi per il primo trimestre 2019, a gennaio è da attendersi un nuovo rialzo della quota di prezzo relativa alla materia prima, il cosiddetto Pfor, che, a parità delle altre numerose componenti di costo, porterebbe ad un nuovo seppur modesto aumento del prezzo finale.

 

Foto: Milada Vigerova/Unsplash

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