17 Gennaio 2019

Giuseppe Accorinti: Lui c’era

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È difficile trovare nella lunga storia dell’Eni qualcuno che alla pari di Giuseppe Accorinti si sentisse più appassionatamente legato alla società – la ‘Mia Famiglia’ diceva – e al suo Fondatore, che amava chiamare il ‘Principale’. Un attaccamento che lo portava a commentare ogni minimo avvenimento, ricorrenza, fatto che riguardasse il Cane a Sei Zampe. “Sono o non sono l’ultimo dei giapponesi come mi chiamava l’Ing Egidi?” mi scrisse nella Sua ultima mail negli auguri che ci scambiammo a fine anno. Accorinti era depositario della memoria storica dell’Eni, per l’enorme mole di materiale che aveva raccolto, dato in buona parte all’archivio storico dell’Eni, ma ancor prima per il ruolo che si era dato di preservare, tramandare, tutelare questa memoria – perché Lui c’era! – contro ogni parola di discredito che gli capitasse di leggere, specie se rivolta a Enrico Mattei. Un ruolo, ed è questa la cosa più importante, che gli era pienamente riconosciuto dai molti con cui aveva collaborato e da chi aveva avuto modo di conoscerlo. Per questo, era felice d’aver ricevuto a dicembre dai Pionieri e Veterani dell’Eni una medaglia per i suoi 90 anni e dai vertici del Gruppo, il 10 gennaio, una fotocopia della lettera di assunzione firmata da Enrico Mattei per la Sua presa di servizio che ricadeva esattamente quel giorno di 63 anni fa. Era orgoglioso di essere riuscito, nonostante i Suoi malanni, a scrivere 683 pagine del libro che stava scrivendo sul ‘Principale’ e che sperava, mi scrisse, di finire nel Nuovo Anno. Il tempo, a Lui pur amico, gli è stato alla fine tiranno. Seguiva il nostro lavoro su “Energia” con affetto, amicizia, stima. Gli stessi sentimenti che ci hanno sempre legati a Lui, insieme oggi a un grande dolore.

                                                        Alberto Clò e Rivista Energia  

Foto di copertina: associazione pionieri e veterani eni


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