7 Gennaio 2019

Ritorno al robusto Pecoro e allo scudiero Mangoldo?

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Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale”, ha scritto su Facebook il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, nel respingere le richieste di autorizzazioni di ricerche di petrolio e metano.

Frase assolutamente condivisibile perché nel Medioevo dominava la povertà mentre l’ambiente era incredibilmente lurido, con le strade invase da liquami maleodoranti e la gente che vi mendicava e moriva. Carestie ed epidemie (lebbra, vaiolo, colera, etc) si diffondevano con grande rapidità, così che la vita media non andava oltre i 45 anni.

Il diavolo, principe delle tenebre, incombeva. Rappresentato con artigli, si serviva di ogni artifizio, stregoneria, malefizio, pratiche magiche, per fare del male. Presenza mai debellata se, come ha recentemente sostenuto il capo di gabinetto del ministero per la Famiglia, la causa prima dei cambiamenti climatici è il Diavolo, così che solo la Madonna potrà salvarci.

Nel Medioevo si viveva al buio, non essendovi l’elettricità; al freddo perché il riscaldamento era solo per le classi abbienti, mentre ci si spostava soprattutto a piedi o con muli come faceva il robusto Pecoro e lo scudiero Mangoldo nell’Armata Brancaleone. Tutto questo perché non si disponeva delle innovazioni consentite dall’uso del carbone, del petrolio, del gas metano.

Che il Governo ci rassicuri che non è sua intenzione tornare ai tempi medioevali è di conforto, sarebbe però anche necessario che spiegasse come pensa di far andare le nostre macchine, riscaldare le nostre abitazioni e fornirci i mille e mille prodotti su cui si basa il nostro vivere quotidiano.

L’energia proveniva dall’acqua, con i primi mulini a vento, dalla legna o altre biomasse, come lo sterco di animali. Le cose presero a migliorare dalla metà del Settecento con l’invenzione della macchina a vapore imperniata sull’uso del carbone da cui originò la prima Rivoluzione Industriale; cui seguirono nella seconda metà dell’Ottocento l’invenzione dell’energia elettrica, del motore a combustione interna, della chimica tutte imperniate sull’uso del petrolio.

Che il Governo, tramite il suo Ministro dell’Ambiente, ci rassicuri che non è sua intenzione tornare ai tempi medioevali – respingendo richieste di ricerca di petrolio e metano che dominano il nostro bilancio energetico – è di conforto per tutti noi. Sarebbe però anche necessario che spiegasse come pensa di far andare le nostre macchine; riscaldare le nostre abitazioni; fornirci i mille e mille prodotti – vernici, farmaci, plastica, gomma, etc. – su cui si basa il nostro vivere quotidiano.

Le nuove rinnovabili, su cui par di capire il Governo intenda sempre più ricorrere, possono dare un utile contributo nella generazione elettrica, ma riteniamo che l’ignorarne i limiti e le difficoltà per esaltarne le sole potenzialità non sia di rassicurazione del fatto che non ci si muova… all’indietro.


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