La Commissione Europea ha di recente approvato la proposta di un nuovo meccanismo di remunerazione della capacità produttiva dell’Italia (anche noto come capacity market). Quali motivazioni hanno caratterizzato l’evoluzione regolatoria del sistema elettrico italiano? Come si sviluppa nel dettaglio la proposta di capacity market? Dopo aver risposto a questi interrogativi, Paolo Mastropietro, Fulvio Fontini, Pablo Rodilla e Carlos Batlle propongono su Energia 1.19 un’analisi critica della proposta in base alle linee guida stabilite dalle Commissione Europea.
Il nuovo meccanismo è basato su aste centralizzate, attraverso le quali l’operatore del sistema coprirà la domanda futura di capacità mediante contratti di opzioni di affidabilità (meglio conosciute con l’espressione inglese reliability options), che saranno poi liquidati a seconda del prezzo del mercato a breve termine dove la capacità è stata accettata in vendita (Mercato del giorno prima – MGP, Mercato infragiornaliero – MI o Mercato del servizio di dispacciamento – MSD).
Dal caso italiano si possono estrarre molte conclusioni interessanti e utili nel contesto europeo, dove i capacity market si stanno rapidamente imponendo come strumento per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti
Prima di passare alla descrizione e all’analisi critica del meccanismo, gli Autori cercano di far luce su alcune delle motivazioni che hanno caratterizzato l’evoluzione regolatoria del sistema elettrico italiano. Il nuovo meccanismo di capacità dovrebbe infatti sostituire il capacity payment introdotto a seguito del black-out del 2003, meccanismo che aveva il compito di «traghettare» il sistema elettrico verso l’introduzione di un vero e proprio capacity market.
Quattro i fattori osservabili su
cui si concentrano:
1) la liberalizzazione è stata seguita da ingenti investimenti in nuove
centrali termiche, principalmente cicli combinati (o CCGT);
2) a partire dal 2008, e in maggior misura dal 2010, si registra uno sviluppo
dirompente degli impianti a fonti rinnovabili, promosso dai copiosi incentivi;
3) le crisi economiche hanno provocato una riduzione della domanda elettrica;
4) l’aumento della capacità rinnovabile e il decremento della domanda hanno
avuto come effetto una riduzione significativa della quota di mercato delle
centrali termiche.
“Il dubbio che rimane riguarda il possibile smantellamento degli impianti a ciclo combinato installati a partire dalla liberalizzazione. Tali timori, sommati alla presunta necessità di garantire la flessibilità del sistema, sono due dei principali argomenti a supporto dell’introduzione del capacity market.”

Gli autori passano quindi al setaccio il nuovo meccanismo (REVISIONE DEL DISEGNO PROPOSTO PER IL CAPACITY MARKET ITALIANO) analizzando nel dettaglio:
– Il lato dell’offerta, in particolare gli interventi intercorsi volti a garantire “un’elevata neutralità tecnologica”;
– Il lato della domanda, controparte dell’offerta, stimata e rappresentata nelle aste da Terna, ma che, per limitazioni della rete di trasmissione, non può essere considerata nel suo intero e va pertanto determinata per ogni area geografica;
– La fase di scambio, nel quale i contratti di reliability option vengono scambiati nelle diverse aste del mercato della capacità attraverso un Algoritmo di selezione delle offerte basato su un formato di asta multisessione al ribasso;
– Il prodotto: le reliability options, i cui contratti si basano sul pagamento di un premio al fornitore di capacità e i cui obblighi (e il corrispondente Prezzo di esercizio) variano a seconda della categoria tecnologica alla quale appartiene il fornitore: Capacità nuova ed esistente; Risorse da fonte rinnovabile; Risorse di capacità estera; Risorse di gestione attiva della domanda.
L’analisi critica del capacity market italiano (ANALISI CRITICA DEL MECCANISMO) evidenzia
un meccanismo “all’avanguardia rispetto alle esperienze internazionali e
possiede molte caratteristiche efficienti”, ma il cui disegno proposto “presenta
anche alcuni elementi che rischiano di alterare i risultati”. Vi si affrontano
le seguenti questioni:
– la Segmentazione nel lato offerta dovuto
all’introduzione di regole specifiche e che potrebbe alterare la concorrenza e
ridurre l’efficienza del meccanismo;
– l’Orizzonte di pianificazione che potrebbe
scoraggiare la partecipazione;
– la Penalità per inadempimento, non
previste, il che potrebbe ridurre l’incentivo per i venditori ad essere
disponibili durante i periodi critici;
– le Aste divise per area e potere di
mercato che potrebbero portare a prezzi della capacità più alti nelle zone
dove esiste il rischio di un possibile esercizio di potere di mercato locale;
– l’Introduzione di un capacity market in
un sistema con capacità eccedente, nel quale è difficile che si registrino
problemi di adeguatezza o di flessibilità nel futuro prossimo.
Il capacity market italiano potrebbe essere una delle prime vittime “dell’autoproclamatosi «Governo del Cambiamento»” che sembrerebbe preferirgli un meccanismo di riserva strategica
Non può mancare infine (CONCLUSIONI E SVILUPPI RECENTI) un riferimento agli sviluppi recenti rispetto al meccanismo di capacità italiano, che potrebbe essere una delle prime vittime “dell’autoproclamatosi «Governo del Cambiamento»” che sembrerebbe preferirgli un meccanismo di riserva strategica: “i meccanismi di capacità si rendono necessari anche a causa delle grandi incertezze che interessano attualmente il settore elettrico, che riducono gli investimenti […] una di queste incertezze è provocata proprio dal cosiddetto rischio regolatorio, ossia l’incertezza rispetto alle regole di mercato definite dai governi e dai regolatori.”
Il post presenta l’articolo Il «nuovo» Capacity Market italiano: analisi critica e sviluppi recenti di Paolo Mastropietro, Fulvio Fontini, Pablo Rodilla e Carlos Batlle e pubblicato sul numero 1.19 di Energia (pp. 44-48)
Paolo Mastropietro e Pablo Rodilla sono ricercatori presso l’Instituto de Investigación Tecnológica, Universidad Pontificia Comillas
Fulvio Fontini è professore associato presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Università di Padova
Carlos Batlle è ricercatore presso il MIT Energy Initiative e la Florence School of Regulation
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