20 Giugno 2019

Il mercato del petrolio ai tempi di Twitter

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Il 25 febbraio il «Trump tweet impact» provoca un calo del Brent del 4% (da quasi 67 a 64 doll./bbl) per poi svanire abbastanza rapidamente. Un mercato petrolifero che sobbalza ai tweet del Presidente degli Stati Uniti è un mercato fragile. Che scenari possono concretizzarsi nel 2019?

La crescita della domanda di petrolio e i tagli OPEC+ sono ancora le strade maestre verso il riequilibrio del mercato. Strade che restano tuttavia costellate di incertezze. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina possono influenzare l’andamento dell’economia globale. Le crisi geopolitiche in Iran e Venezuela minare o favorire il riassorbimento delle scorte in eccesso. L’incognita dei prezzi è un dilemma per l’Arabia Saudita e i suoi partner. Nel loro articolo pubblicato su Energia 2.19, Bassam Fattouh e Andreas Economou provano a fare luce sui principali driver che impatteranno sul mercato nell’anno in corso.

L’ipotesi che la politica saudita invertirà la sua attuale strategia sotto la pressione di Trump non riflette il cambio di pensiero del Regno e le attuali incertezze e debolezze che pervadono il mercato del petrolio

Per comprendere dinamiche in atto e prospettive, gli studiosi dell’Oxford Institute for Energy Studies suggeriscono di partire (Scomporre la domanda petrolifera globale) focalizzando l’attenzione sui due principali responsabili della crescita della domanda globale tra il 2012 e il 2018: crescita dell’economia globale e impatto del prezzo del petrolio. Benché altri fattori vi possano incidere (come la distribuzione del reddito, i tassi di cambio, mutamenti nella composizione della domanda di petrolio, l’elasticità dei prezzi e del reddito), crescita economica e prezzi petroliferi si sono infatti alternati alla guida della crescita della domanda.

Gli autori prendono quindi in esame le principali incertezze dell’attuale corso petrolifero (I FRAGILI EQUILIBRI DEL MERCATO PETROLIFERO) e ne tracciano, con l’ausilio di grafici, il possibile impatto sul riequilibrio di mercato nel 2019:

  • la crescita economica, che qualora si rivelasse più lenta del previsto “restando invariati tutti gli altri fattori, gli attuali tagli OPEC non bastano da soli a riportare le scorte OCSE a livelli inferiori alla media quinquennale”;
  • le interruzioni per cause geopolitiche, per cui “solo quando includiamo nelle nostre proiezioni le interruzioni in Iran e Venezuela per cause geopolitiche, le scorte OCSE scendono al di sotto della media quinquennale nel 2019, specialmente verso la seconda metà dell’anno (Fig. 4)”;
  • la diplomazia USA, in particolare le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che se “non dovessero risolversi ne deriverebbe una più lenta crescita economica” e la possibile influenza sull’azione dell’OPEC e nei confronti delle sanzioni all’Iran;
  • il comportamento dell’Arabia Saudita, che anche nell’evenienza di maggiori tagli non sarebbe in grado di favorire un riassorbimento delle scorte OCSE entro la loro media quinquennale, neanche presenza di turbolenze geopolitiche qualora di verificasse un rallentamento imprevisto della domanda.

Il post presenta l’articolo La politica OPEC nell’era dei tweet di Trump (pp. 10-13) di Bassam Fattouh e Andreas Economou, pubblicato su Energia 2.19

Bassam Fattouh è Direttore dell’Oxford Institute for Energy Studies
Andreas Economou è Senior Research Fellow dell’Oxford Institute for Energy Studies

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Foto:  John Duncan / Unsplash 

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