11 Giugno 2019

Sulla liberalizzazione del mercato elettrico: controreplica a Zorzoli

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Controreplica alle critiche avanzate da GB Zorzoli sulla ricostruzione di luci e ombre della liberalizzazione del mercato elettrico proposta da Testa su questo Blog per i 20 anni passati dall’approvazione del “Decreto Bersani”
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Caro Zorzoli,

Citare i vari documenti di programmazione energetica come indicazioni alle quali le imprese avrebbero dovuto attenersi è più o meno come citare l’oroscopo per orientarsi nella vita. E in effetti le imprese energetiche da molto tempo vagolano nel buio cercando di capire quali investimenti è opportuno fare. Posso fare molti esempi. Le imprese del settore oil&gas per esempio con Governi sì-Triv a favore di una relativa autonomia energetica e altri assolutamente no-Triv. Le stesse imprese attive nelle rinnovabili poi punite dal taglia incentivi del Governo Renzi. E via dicendo. La stessa previsione che citi tu, risalente al 1999, cozzava evidentemente contro la logica del Bersani che spingeva le imprese elettriche a fare investimenti efficienti (leggi cicli combinati) in previsione di maggiori spazi di mercato che poi invece le rinnovabili hanno drasticamente ridotto. Quindi era giusto il Bersani o la previsione da te citata? Tu dirai la seconda evidentemente è quindi era sbagliato il Bersani. Ma probabilmente dimentichi due cose. In quella previsione non c’era scritto che ad un certo punto lo Stato avrebbe aperto il bocchettone degli incentivi “senza limiti” e a totale copertura dei costi. Se si fosse saputo in anticipo probabilmente tutte le imprese avrebbero smesso di fare investimenti “di mercato” e quindi rischiosi e si sarebbero buttate sulle ben più lucrative tariffe incentivanti. Con quali risultati? 

Come sarebbe il sistema elettrico nazionale se Enel non avesse trasformato i gruppi a olio in cicli combinati, ma li avesse semplicemente chiusi? E se altri investimenti non fossero stati fatti? Investimenti ai quali per altro tutto hanno applaudito comprese le forze ambientaliste. Persino gli ultimi cicli combinati realizzati pur non potendo competere efficacemente nell’offerta di energia elettrica concorrono all’offerta di servizi senza i quali il sistema sarebbe sempre sbilanciato.

E non devo ricordare a te che nonostante questa apparente overcapacity, Terna segnala una situazione di rischio potenziale con margini di riserva assai ridotti. Tant’è vero che da anni si parla di capacity market per attrarre investimenti che altrimenti nessuno farebbe. 

Quindi se quelli investimenti non fossero stati fatti saremmo alla frutta. Altro che overcapacity. Solo che sono remunerati meno dei 3 Kw che mia zia ha messo sul tetto.

È evidente, come ci siamo detti più volte, che le rinnovabili hanno un grande futuro. Io non contesto questo. Contesto l’immane spreco di quattrini con cui sono state finanziate, anziché distribuire meglio e nel tempo i sussidi, e i costi generati per tutto il sistema elettrico. Ma sono cose che sai benissimo. 


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