22 Luglio 2019

A scanso di equivoci

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L’articolo di Alberto Clò (Le mirage del “tout renouvelable”) evidenzia il tonfo degli investimenti nelle energie rinnovabili in atto nel mondo, in particolare nella Cina, osservando che da un quinquennio la loro dinamica, pur tra oscillazioni, è calante rispetto al precedente millennio.

Ma altrettanto grave è il fatto che la nuova potenza rinnovabile cannibalizzi parte dell’energia nucleare, ritenuta pericolosa a scapito del fatto che i 442 reattori, operanti nel mondo, stiano offrendo da anni un significativo contributo per limitare il Global Warming. 

I 442 reattori nucleare operanti nel mondo stanno offrendo da anni un significativo contributo contro i cambiamenti climatici

Nicholas Stern nel 2010 ha scritto: “Does energy availability and quality drive economic growth, or the energy use is merely a side effect of growth?”. I fatti precedenti confermano che la prima alternativa è quella vincente. Availability, può essere tradotto con fruibilità, intesa come piena e diretta accessibilità sul piano dei consumi.

Approfondendo il problema attraverso la storia, si constata che le transizioni energetiche si sono verificate non per la disponibilità di nuove fonti, ma per nuovi modi di fruizione dell’energia stessa. “Transitions are pulled by demand, not pushed by supply”, ha scritto Arnulf Grubler nel 2012. Ad esempio il calore e l’elettricità sono state adottate perché permettevano di fare cose non fatte in precedenza, grazie allo sviluppo delle tecnologie.

Non ci si può affrancare dalle fossili senza un sostanziale avvicendamento di tecnologie e infrastrutture e un profondo mutamento del modo di vivere dell’intera popolazione umana

Sta quindi emergendo l’equivoco, basato sull’illusione di poter avvicendare l’influenza dei combustibili fossili, ignorando che si deve affrontare un problema epocale, comportante un sostanziale avvicendamento delle tecnologie e delle infrastrutture in uso, ed un profondo mutamento del modo di vivere dell’intera popolazione umana.

In sostanza non si tratta di un “free lunch, poiché, comunque lo si affronti, sarà necessario imporre profondi sacrifici. Almeno per un transitorio non breve.

In questo quadro ci si deve interrogare sull’avvenire dell’Europa, che ha investito gran parte dei suoi sforzi dedicati al settore energetico puntando sulle rinnovabili. Con uno slancio da far emergere uno squilibrio nella fornitura, dovuto alla periodicità dei processi in gioco, con un incombente minaccia di crisi nell’approvvigionamento elettrico. Come viene riportato da un articolo dal titolo significativo “Clean Energy dirty secret” pubblicato sull’Economist del 25 febbraio 2017.

Sergio Carrà, Politecnico di Milano, Accademia Nazionale dei Lincei


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