In Italia e in Francia i mercati retail dell’elettricità, pur essendo da molti anni aperti alla concorrenza, restano caratterizzati dalla presenza di un soggetto dominante e da tariffe regolate per i clienti che non sono passati al libero mercato. In Italia prosegue con regolarità l’erosione del bacino di clienti rimasti nel regime di maggior tutela, che è contraddistinto da un prezzo regolato e da fornitori individuati ope legis nei distributori locali. Alla fine del 2017 quasi il 40% dei clienti domestici era passato a una fornitura di mercato, mentre il tasso di switching (relativo ai soli clienti che effettuano il cambio fornitore) oscilla da qualche anno tra il 7% e il 9% (documenti in fondo al testo).
Chi considera questi numeri insoddisfacenti dimentica alcune
cose:
(1) i contratti dual fuel in Italia sono poco diffusi;
(2) da diversi anni la voce energia su cui gioca la concorrenza di prezzo ha un
peso inferiore al 50% della spesa totale. Uno sconto del 10% porta al cliente tipo,
con un consumo di 2.700 kWh/anno e una bolletta complessiva di circa 500 euro,
un risparmio irrisorio di circa 25 euro/anno;
(3) trovare nel mercato libero un’offerta affidabile e più conveniente della
maggior tutela non è facile, come si può verificare dalle schede di
confrontabilità che i maggiori operatori pubblicano online.
Irrisorio il risparmio nel cambiare fornitore: appena 25 euro/anno per un cliente tipo
Sebbene il numero dei fornitori abbia raggiunto livelli superiori a quelli del Regno Unito e del Texas, Enel mantiene solidamente la sua posizione dominante, servendo il 72% dei clienti domestici totali e detenendo una quota del 50% del mercato libero.
L’AGCM ha da poco sanzionato Enel e Acea per avere raccolto e utilizzato in modo «discriminatorio dei dati relativi alla clientela servita in maggior tutela» allo scopo di «Accelerare il processo di svuotamento del bacino di clienti ancora in maggior tutela in previsione della possibile applicazione di meccanismi pro-concorrenziali per l’erogazione di un servizio di salvaguardia ai clienti che non abbiano scelto un fornitore alla data di cessazione della maggior tutela».
Enel e Acea sono state sanzionate per avere raccolto dati sui clienti in maggior tutela e averli utilizzati in modo discriminatorio
Dalla documentazione emerge in modo chiaro come la posizione dominante di Enel si mantenga solida anche in virtù di una strategia che sfrutta in modo esplicito l’inerzia dei clienti e la fedeltà alla marca. In un documento interno Enel parla di acquisizione massiva di clienti a minor valore grazie «ad un prezzo molto aggressivo», che avrebbe reso necessari alcuni anni per tornare al livello di marginalità «normale», durante il quale ci si aspetta, ovviamente, che il cliente resti fedele.
L’incentivo di «spostare» un cliente dal mercato tutelato al libero è riconducibile anche a motivazioni di natura strettamente economica: «(…) La stessa Enel stima in [20/50] euro il primo margine annuale di un cliente in maggior tutela e in ben [50/80] euro quello di un cliente sul mercato libero».
Simili valutazioni si trovano nel caso di Acea. Il mercato resta in attesa dell’eliminazione del regime di maggior tutela che è stato da ultimo prorogato fino a luglio 2020.
Manca il decreto con il quale il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà definire le misure necessarie a garantire «l’ingresso consapevole nel mercato dei clienti finali, secondo meccanismi che assicurino la concorrenza e la pluralità di fornitori e di offerte nel libero mercato» (art. 1, c. 68, Legge 124/2017). Non è effettivamente facile trovare il modo per fare le due cose insieme: indebolire la posizione dominante di Enel e traghettare senza colpo ferire i clienti in regime di tutela alle forniture di mercato.
Stagnaro, Amenta, Di Croce e Lavecchia avanzano una proposta che tenta di mettere insieme le procedure di switching collettivo (lì chiamate aste) e una regolazione asimmetrica pro-competitiva, quel che presuppone comunque tempi lunghi per affinare il progetto di regolazione, attuarlo e seguire l’assestamento del mercato.
ARERA, Rapporto 20 novembre 2018 596/2018/I/com
ARERA, Relazione 418/2018/I
Il post presenta l’articolo di Giovanni Goldoni La partecipazione dei clienti nel mercato al dettaglio dell’energia elettrica (pp.30-39) pubblicato sul Energia 2.19
Giovanni Goldoni insegna presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona ed è membro del Comitato Scientifico di «Energia»
Foto: Frits Ahlefeldt / Pixabay
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