20 Settembre 2019

Quale concorrenza nel mercato elettrico per ARERA?

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Che cosa accadrà quando il mercato libero diverrà totalizzante con l’eliminazione dei prezzi di tutela fissata per luglio 2020? Vi sono fondati dubbi sui reali vantaggi per i consumatori derivanti da una non ponderata eliminazione della maggior tutela, che dipenderebbero dallo spessore concorrenziale del mercato e dalla redistribuzione tra i venditori dei clienti che non hanno optato per il mercato libero.

L’articolo pubblicato su Energia 3.19 a firma del Direttore responsabile Alberto Clò riprende e approfondisce il post ARERA: buona la prima? pubblicato l’8 luglio su questo Blog.

L’argomento centrale è l’analisi dello stato di salute della concorrenza nel mercato elettrico italiano, partendo dal rapporto ACER Market Monitoring Report 2017 – Electricity and Gas Retail Markets Volume, pubblicato lo scorso autunno dall’Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, di cui anche ARERA fa parte. Dal rapporto emerge chiaramente che:

– nelle vendite retail di elettricità il mark-up incassato dalle imprese (proxy dei loro profitti) è media­mente doppio di quello nel gas, segno che la concorrenza nel mer­cato elettrico ha attecchito molto meno e molto poco;

– dal 2008 al 2017 il mark-up nell’elettricità è mediamente rad­doppiato (a 20 euro/MWh) per poi leggermente flettere. Nel gas, per contro, è solo lievemente aumenta­to rimanendo comunque al di sotto dei 10 euro/MWh;

– un po’ ovunque l’anello debole è dato dai clienti domestici. Quelli italiani (29,5 milioni) nel periodo in esame hanno dovuto sopportare nell’elettricità un aumento dei pro­fitti delle imprese da valori di mol­to inferiori ai 20 euro/MWh (2008-2014) a valori di molto superiori (2015-2017).

“Colpisce, in particolare, il fatto che mentre i prezzi wholesale dimi­nuivano quelli retail aumentavano (Fig. 1). Una divaricazione che si è rafforzata più si ampliava la pla­tea dei consumatori che decideva­no di approvvigionarsi al mercato libero, volontariamente o meno, viste le insopportabili pratiche po­ste in essere da molte imprese pur di accaparrarsi un qualche cliente. Segno che dei benefici dei prezzi della (presunta) maggior concor­renza nel mercato libero non se ne è avuta traccia”.

Che cosa accadrà quando il mercato libero diverrà totalizzante con l’eliminazione dei prezzi di tutela fissata per luglio 2020?

Sempre che non venga ancora rimandato, il superamento della maggior tutela pone alcuni dubbi e preoccupazioni. Non è ancora chiaro, tra l’altro, cosa l’Autorità deciderà per quei consumatori che non hanno ancora optato per il mercato libero, come già evidenziato su Energia da Giovanni Goldoni.

Secondo Alberto Clò, “il grado di concor­renza nel mercato elettrico è re­gredito con un accresciuto potere di mercato degli incombenti che ha consentito loro maggiori profit­ti nella componente energia della bolletta”, al di là del fatto che esistono più di 600 imprese nel mercato libero.  

Come ha insegnato Paolo Sylos Labini nel volume Oligopolio e Progresso Tecnico (1964, Einaudi), “non è la numerosità delle imprese che di per sé rende i mercati concorrenziali, specie quando a dominare è un oligopolio concentrato cui conviene far vivere operatori minori e meno efficienti con prezzi fissati immediatamen­te al di sopra del loro ‘prezzo di esclusione’ in grado cioè di assicu­rare un minimo saggio di profitto. Il punto dirimente è, comunque, che nel mercato elettrico, specie re­tail, non può dirsi operi un’effettiva workable competition”.

Il post presenta l’articolo Quale concorrenza nel mercato elettrico secondo ARERA? scritto da Alberto Clô e pubblicato su Energia 3.19

Alberto Clô è Direttore responsabile della Rivista Energia

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