17 Dicembre 2019

Crisi climatica e nuove mobilitazioni ecologiche

LinkedInTwitterFacebookEmailPrint

Chi si sarebbe aspettato che dalle piccole associazioni aristocratiche e altoborghesi di fine Ottocento si sarebbe passati alla radicalità delle mobilitazioni di massa degli anni ’60-‘70 e da lì a gruppi di pressione a supporto di una «modernizzazione ecologica» a favore della coniugazione tra crescita e ambiente? E chi si sarebbe atteso le proteste che oggi risuonano nelle metropoli e nella provincia del Nord globale? Soprattutto: come leggerle? L’editoriale di Luigi Pellizzoni su Energia 4.19

L’allarme sulla gravità della crisi climatica ha raggiunto i livelli più alti della governance globale, ma difficilmente se ne può dar merito ai moniti inascoltati che l’IPCC lancia da anni. Più probabile che la maggior attenzione sia dovuta all’emergere di un’ondata di mobilitazioni dal basso, suggellata dall’intervento di Greta Thunberg al summit delle Nazioni Unite dello lo scorso settembre.

È su queste ultime – Extinction Rebellion, Gilets Jaunes, Fridays For Future – e  sul modo in cui configurano problema, responsabilità e soluzioni che si concentrano le riflessioni di Luigi Pellizzoni su Energia 4.19.

Innanzitutto ne definisce lo sfondo, composto da due elementi principali: globalizzazione (“che significa molte cose” tra cui “l’indebolimento delle capacità di governo di territori” alla “mercificazione della natura”) e cambiamento climatico (l’“impasse ecologica” che vede “da un lato l’inettitudine, cecità o insufficiente volontà delle élite e l’insuccesso della green economy; dall’altro l’impotenza di cittadini”).

I cittadini sono sempre più ridotti a massa disarticolata di consumatori le cui scelte di «sobrietà» e «responsabilità» si scontrano contro barriere strutturali

“Se il fallimento del protocollo di Kyoto, sostituito dagli impegni non vincolanti di Parigi, ha fiaccato le speranze in un cambio di rotta guidato «dall’alto», i limiti dell’azione individuale sul mercato, che della governance globale dell’ambiente avrebbe dovuto costituire il complemento, sono andati facendosi sempre più evidenti. Il combinato di questa doppio stallo può essere allora verosimilmente considerato la scintilla principale (di un’altra accennerò alla fine) che ha portato alla deflagrazione delle nuove mobilitazioni ecologiste, espressione di una società civile che non accetta più né l’inattività dei governi né l’irrilevanza dell’impegno individuale, per quanto eticamente gratificante”.

Ma cosa distingue e cosa lega i movimenti Extinction Rebellion, Gilets Jaunes, Fridays For Future che hanno ultimamente fatto molto parlare di sé? La giustizia, ad esempio, è trasversale a tutti e tre i movimenti, ma altri punti di contatto sono l’assenza di richieste precise, la mancanza di referenti politici, la radicalità e apparente non negoziabilità dell’obiettivo di base, a sfiducia nei confronti dell’ambientalismo «fai da te», il senso di imminente collasso sociale ed ecologico; mentre le differenze si riscontrano sul piano socio-demografico, nel tipo di azione promossa, nel target della protesta, il ruolo assegnato alla scienza, il livello di politicizzazione.

La giustizia ambientale implica quella sociale, anziché viceversa

Il sociologo dell’Università di Pisa conclude le sue considerazioni (dall’inevitabile “carattere schematico e provvisorio”) ponendo a sua volta un quesito: come si disporranno questi movimenti rispetto alla stagione riformista che si annuncia sotto l’etichetta di Green New Deal e che la loro azione ha certamente sollecitato?

Quesito cui non mancheremo di rispondere più avanti su Energia. Per ora ci limitiamo a rimarcare le parole conclusive di Pellizzoni: “Un terreno di prova importante delle nuove mobilitazioni, del loro ruolo nel «cambiamento di rotta», sarà allora l’atteggiamento verso scienza e innovazione; la capacità di immaginare e stimolare un salto di qualità nel modo in cui gli scopi dell’una e dell’altra, il loro rapporto con l’umano e il non umano, sono concepiti e attuati”.


Il post presenta l’articolo Crisi climatica e nuove mobilitazioni ecologiche (pp. 6-10) di Luigi Pellizzoni pubblicato su Energia 4.19

Luigi Pellizzoni insegna Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università di Pisa

Acquista il numero

Foto: TheDigitalArtist / Pixabay

0 Commenti

Nessun commento presente.


Login