17 Dicembre 2019

È possibile un mondo zero carbon senza nucleare?

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È possibile raggiungere la decarbonizzazione del mix elettrico mondiale impiegando solo energie rinnovabili? L’energia nucleare può essere facilmente abbandonata? Esiste, infine, un mix energetico ottimale? Dominique Finon (CNRS) su Energia 4.19 ci spiega perché escludere il nuovo nucleare dalla transizione energetica non è utile alla causa climatica

Siamo tutti d’accordo che occorre decarbonizzare il mix energetico mondiale. Lo siamo meno su quale ruolo affidare a ciascuna tecnologia. La domanda fondamentale è questa: l’energia nucleare può essere facilmente abbandonata, come sostengono molti esperti ideologizzati, e affidare la transizione energetica alle sole fonti rinnovabili?

Secondo Dominique Finon (CNRS), “numerosi previsori, intossicati dalla drastica caduta del costo delle FER – 30% per l’eolico onshore, 50% per l’eolico offshore e 65% per il solare fotovoltaico su larga scala – reputano possibile, senza dubbio alcuno, un futuro elettrico completamente decarbonizzato, basato sulla massiccia diffusione delle FER e sull’esclusione di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio, quella nucleare in primis”. Nell’analisi pubblicata su Energia 4.19, l’Autore spiega perché il nucleare può (e dovrebbe) giocare ancora un ruolo importante.

Se il nucleare continuerà ad essere escluso dall’elenco delle tecnologie a basse emissioni di carbonio, potrebbe essere più difficile superare le sfide imposte dal cambiamento climatico

Per prima cosa, vengono analizzati i limiti fisici (par. 1.1.) ed economici (par. 1.2.) alla diffusione delle rinnovabili oltre una certa quota: “D’altro canto, per spiegare perché il nucleare non può essere escluso da un percorso di decarbonizzazione, si può partire col dimostrare l’irrealizzabilità, per ragioni fisiche ed economiche, di scenari mondiali caratterizzati da quote molto elevate di FER (80% o più) (1. Per decarbonizzare il settore elettrico possiamo contare solo sulle FER?).

L’energia nucleare non rappresenta la risposta miracolosa per gli obiettivi climatici del settore elettrico; costituisce invece, insieme alle energie rinnovabili, una delle risposte alla sfida climatica

In secondo luogo, Finon individua alcune strategie per superare gli attuali limiti economici e finanziari del nuovo nucleare sia per le economie emergenti (par. 2.1.) che per i paesi industrializzati (par. 2.2.). “L’energia nucleare avrà un ruolo fondamentale nella deep decarbonisation una volta che verranno individuate le condizioni normative ed economiche che possono facilitarne lo sviluppo nelle economie emergenti «dirigiste» o l’uscita dallo stato di crisi in quelle di mercato più avanzate. Ne sono un esempio le operazioni di derisking per gli investimenti ad alta intensità di capitale nella generazione elettrica o l’estensione al nucleare dei dispositivi che valorizzano le emissioni di carbonio evitate dalle FER” (2. Superare i limiti economici del nucleare…).

Cosa accadrà quando l’opinione pubblica e i governi contrari al nucleare scopriranno e ammetteranno che l’energia rinnovabile da sola non può essere l’unico vettore per la decarbonizzazione del settore elettrico? Il rischio è quello di arrivare impreparati all’appuntamento con il clima: “se il nucleare continuerà ad essere escluso dall’elenco delle tecnologie a basse emissioni di carbonio, potrebbe essere più difficile superare le sfide imposte dal cambiamento climatico” (3. Conclusione).


Il post presenta l’articolo In un mondo zero carbon, quale ruolo per il nucleare? (pp. 20-26) di Dominique Finon pubblicato su Energia 4.19

Dominique Finon è un analista dei mercati elettrici esperto di regolazione, Direttore di Ricerca emerito al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) e ricercatore al Centro Internazionale di Ricerca sull’Ambiente e lo Sviluppo (CIRED)

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Foto: Octavian Catană / Unsplash

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