17 Dicembre 2019

Il Clean Energy Package riporta l’ACER sotto la Commissione (minandone l’indipendenza)

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Il Clean Energy Package introduce una nuova normativa sull’ACER che va nella direzione di accrescere l’influenza della Commissione sull’Agenzia, configurandola come un suo braccio esecutivo. Riforma che non è coerente con il Terzo Pacchetto, che ha imposto agli Stati membri di garantire l’indipendenza dei regolatori nazionali dai loro governi nè considera i vantaggi di una regolazione indipendente. Su Energia 4.19 Michela Giacchetti Fantini spiega perché dovremmo trasformare l’ACER in un’Autorità Europea di Regolazione

La governance dell’energia si fonda sulla separazione tra politica e regolazione. Per questa ragione con il Terzo Pacchetto Energia il legislatore comunitario ha imposto agli Stati membri di creare autorità di regolazione indipendenti, in posizione di autonomia non solo dagli operatori del mercato ma anche dal potere politico.

“A livello nazionale la costituzione di autorità amministrative indipendenti ha consentito di realizzare un’indipendenza tendenzialmente assoluta rispetto al potere politico, mentre a livello europeo l’indipendenza dei regolatori nazionali si relativizza, poiché importanti funzioni di regolazione e di vigilanza sono svolte dalla Commissione europea, che è comunque un organo politico (2)”.

Le autorità di regolazione sono indipendenti a livello nazionale, ma a livello europeo importanti funzioni sono svolte dalla Commissione che è un organo politico

Su Energia 4.19, Michela Giachetti Fantini (La Sapienza, ENEA) indaga sul ruolo dell’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER, Agency for the Cooperation of Energy Regulators) e sui riflessi sull’indipendenza delle autorità nazionali di regolazione alla luce del Clean Energy Package (CEP) che mira a ricondurla nell’alveo del modello ordinario di agenzia europea. Sostiene altresì le ragioni di un superamento dell’assetto proposto “a vantaggio di un’indipendenza piena anche a livello comunitario (…) mediante l’istituzione di un’autorità europea indipendente di regolazione”.

La separazione tra politica e regolazione risponde infatti “a una precisa logica (…) garantire l’omogeneità nell’applicazione del diritto dell’Unione (e) vantaggi derivanti dalla regolazione indipendente, in termini di maggiore stabilità e adeguatezza tecnica della disciplina di mercato, affidata ad organi dotati di specifica competenza nel settore e sottratta ai cambiamenti dovuti all’alternanza delle maggioranze politiche” (1. Indipendenza delle autorità nazionali di regolazione dal potere politico).

Obiettivo reale perseguito del Regolamento UE 2019/942 – parte integrante del CEP e che istituisce l’ACER – è “fare dell’ACER, anziché il luogo di composizione paritaria tra le autorità nazionali di regolazione, lo strumento per imporre alle stesse gli indirizzi regolatori, anche puntuali, della Commissione”. Emerge quindi “il paradosso che, mentre il diritto dell’Unione impone agli Stati membri di affidare ad autorità specializzate dotate di adeguata indipendenza le funzioni di regolazione per l’attuazione del quadro normativo in materia di energia, sul piano europeo rilevanti funzioni di regolazione e vigilanza rimangono affidate alla Commissione”.

Risulta dunque essenziale “modificare il sistema di governance dell’energia delineato dal CEP, nel senso di un rafforzamento della regolazione indipendente mediante la trasformazione dell’ACER in un’Autorità europea indipendente di regolazione” (2. L’ACER come agenzia europea e rischi per l’indipendenza delle autorità nazionali).

Negli ultimi venti anni il legislatore europeo ha istituito un numero crescente di agenzie, dando luogo a una vera e propria «agenzificazione»

Un operazione che finora non è stata possibile per la mancanza nei Trattati comunitari dell’autorizzazione alla delega di funzioni ad organismi diversi dalle istituzioni europee e per l’intervento della Corte di Giustizia, come nelle sentenze «Meroni» del 1956 e «Romano» del 1981 (3. Ostacoli normativi e giurisprudenziali alla creazione di un’autorità europea indipendente di regolazione), ma che l’Autrice ritiene ora possibile in ragione del profondo mutamento intercorso nel panorama normativo e giurisprudenziale europeo: “Il Trattato di Lisbona (…) prevede un controllo giurisdizionale sugli atti adottati da tali enti destinati a produrre effetti giuridici nei confronti dei terzi (…) Ne consegue che si può ritenere comunitariamente legittimo il conferimento del potere di adottare atti di portata generale ad organismi diversi dalle istituzioni europee, quali le agenzie (21)” (4. Argomentazioni a sostegno di un’autorità europea indipendente di regolazione).

“La trasformazione dell’ACER in un’Autorità europea indipendente di regolazione (consentirebbe) un’attuazione più piena e coerente della regolazione indipendente”. Il modello cui fare riferimento per valorizzarne i vantaggi “è quello delle autorità europee di vigilanza dei mercati finanziari, EBA, ESMA, EIOPA, istituite nel 2010” (5. Trasformazioni dell’ACER in un’autorità europea indipendente di regolazione).

Nelle conclusioni (6. Politica, regolazione e transizione energetica) la tecnologa dell’ENEA avanza delle riflessioni sulla “complessa architettura della governance europea dell’energia, di cui l’ACER costituisce un tassello fondamentale”: “Per accrescere l’efficienza di tale assetto (…) appare opportuno, anziché verticalizzare la linea di comando, con la Commissione posta all’apice, rafforzare la collaborazione orizzontale tra l’ACER e le autorità nazionali (in quanto) la transizione energetica necessita di una differente interazione tra regolatore ed esecutivo”.

In particolare, si legge nelle battute di chiusura, l’innalzamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 dal 40% al 55% annunciati dal nuovo Presidente della Commissione Ursula von der Leyen sono solo “in apparenza environmentally friendly” ma come per la precedente Commissione Junker sono “fissati ancora una volta prescindendo dalla loro fattibilità tecnico-economica, dalla loro onerosità, dagli effetti sui bilanci delle famiglie e delle imprese”.


Il post presenta l’articolo L’indipendenza delle autorità nazionali di regolazione alla prova del Clean Energy Package (pp. 74-79) di Michela Giachetti Fantini pubblicato su Energia 4.19

Michela Giachetti Fantini è dottore di ricerca in Diritto pubblico dell’economia presso La Sapienza, Università di Roma, e tecnologo presso l’ENEA, Roma

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Foto: Pxhere

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