I libri che si occupano del settore elettrico si concentrano generalmente sul lato dell’offerta di energia, destinando uno spazio limitato all’analisi della domanda e ai comportamenti dei consumatori finali. L’attenzione è perciò posta su ciò che sta a monte del contatore elettrico – la generazione centralizzata, le reti di trasmissione e distribuzione, i mercati all’ingrosso – mentre ciò che ne sta a valle – behind the meter, in inglese – viene per lo più trascurato. Questo approccio riflette una generale abitudine a vedere il consumatore elettrico come un utente piuttosto passivo e indistinto, la cui domanda poco elastica al prezzo varia, con una certa regolarità, più che altro in funzione del tempo. A causa di questa passività e della forte asimmetria informativa rispetto ai fornitori, il consumatore elettrico viene considerato meritevole di tutela, sia in termini di prezzo che di qualità del servizio, per mezzo di un robusto quadro regolatorio, il quale dettaglia i rapporti tra il consumatore stesso e la filiera elettrica, lasciando poco spazio all’innovazione.
L’ultimo libro curato da Fereidoon Sioshansi ribalta questo approccio, come ben segnala il titolo: Consumer, Prosumer, Prosumager. Per Sioshansi, negli ultimi anni gli elevati prezzi al dettaglio dell’energia elettrica, l’evoluzione del quadro politico-regolatorio e, soprattutto, l’innovazione tecnologica sono alla base di una profonda rivoluzione, che vede al suo centro il consumatore e le sue più recenti varianti. Lo sviluppo delle tecnologie per la generazione distribuita, gli accumuli, le auto elettriche, i contatori elettronici e tutte le numerose soluzioni digitali che permettono di monitorare e controllare, spesso in modo totalmente automatizzato, l’uso e lo scambio di energia offrono oggi un numero crescente di opportunità per i consumatori (consumer), che possono così diventare auto-produttori (prosumer) o addirittura auto-produttori-accumulatori (prosumager), eventualmente capaci di scambiarsi energia «direttamente» tra pari. Secondo Sioshansi, la decentralizzazione e la digitalizzazione della produzione e del consumo di energia cui oggi assistiamo consentono una crescente «stratificazione» dei consumatori sulla base delle loro specifiche preferenze, necessità o dotazioni di spazio e capitale, e li pongono alla guida di un cambiamento del settore elettrico che non è solamente tecnologico, ma anche organizzativo, con ripercussioni importanti soprattutto per gli attori tradizionali. Come del resto avverte il sottotitolo del libro: How service innovations will disrupt the utility business model.
Questi temi non sono del tutto nuovi – alcuni dei precedenti volumi curati dallo stesso Sioshansi hanno già affrontato simili questioni – ma il cambiamento, tante volte annunciato, sembra finalmente concretizzarsi. Infatti, benché la maggior parte dei consumatori rientri ancora nella categoria tradizionale degli utenti che si limitano a prelevare energia dalla rete pubblica e a pagare le relative bollette in modo piuttosto passivo, i capitoli di questo libro mostrano come in Europa, Stati Uniti e Australia tutti i principali attori del settore elettrico siano ormai consapevoli delle profonde trasformazioni in atto e stiano provando a reagire alle sfide che esse pongono: i fornitori di energia proponendo nuovi prodotti e formule di prezzo; le società di rete offrendosi di essere facilitatori neutrali del mercato e procurandosi risorse di flessibilità a livello di distribuzione; le autorità di regolazione, infine, riformando il quadro regolatorio e le tariffe di rete.
Accanto a questi attori tradizionali emergono, e in taluni casi consolidano la loro posizione, nuovi soggetti, spesso sprovvisti di grossi asset «fisici», ma abili a interfacciarsi direttamente con i diversi tipi di consumatori e offrire loro soluzioni innovative e spesso su misura, sfruttando le opportunità garantite dalle tecnologie digitali (sensori, connettività, strumenti per il controllo da remoto, software per l’analisi di grandi moli di dati, intelligenza artificiale, etc.). Tra questi nuovi entranti vi sono imprese che propongono l’ottimizzazione dei consumi negli edifici, la ricarica intelligente delle auto elettriche, o l’aggregazione delle risorse distribuite e la loro partecipazione ai mercati all’ingrosso dell’energia o dei servizi ancillari; altre imprese, infine, offrono piattaforme digitali per lo scambio di energia, spesso da fonti rinnovabili, a livello locale.
Solo il tempo dirà quali di questi nuovi modelli di business siano effettivamente sostenibili e che fine faranno questi nuovi attori, ma vari capitolo del libro, soprattutto nella terza parte, suggeriscono come gli operatori tradizionali non possano più esimersi dall’aggiornare i propri prodotti e processi, mettendo al centro di tutto il consumatore. Analogamente, molti contributi presenti nella seconda parte del volume mettono in evidenza come neppure i regolatori possano stare fermi, ma debbano piuttosto promuovere un’evoluzione della regolazione che consenta la sperimentazione e l’eventuale adozione di nuovi modelli di business, garantendo al tempo stesso la tutela dei consumatori più «inerti» e vulnerabili.
Proprio nella molteplicità delle esperienze riportate, spesso molto recenti, sta uno dei punti di forza del libro. Tra la cinquantina di autori dei 19 capitoli, numerosi sono i professionisti che lavorano nel settore, come imprenditori, analisti, consulenti, o regolatori. Sebbene manchino qualche volta di un quadro analitico di riferimento nitido e in alcuni casi non vadano molto oltre l’enumerazione di una serie di esempi e casi studio, i loro contributi risultano essenziali nel tracciare i cambiamenti che stanno avendo luogo a un ritmo raramente visto in passato nel settore elettrico. Da qui l’utilità del libro per quei ricercatori o professionisti desiderosi di avere una panoramica dell’attuale industria elettrica, delle buone pratiche che stanno emergendo, o semplicemente una serie di idee o spunti per successive ricerche, accademiche e non.
In conclusione, il volume di Sioshansi ha il merito di affrontare temi importanti e di farlo offrendo contributi che illustrano lo stato dell’arte, sia dal punto di vista pratico che teorico. Un’impresa per nulla semplice data la vastità e la rapidità dei cambiamenti in atto e per i quali spesso mancano ancora analisi approfondite e «definitive». Non resta perciò che augurarci che Sioshansi si rimetta presto all’opera, continuando il suo lavoro di esplorazione, volgendo eventualmente lo sguardo su tre aspetti che solo in parte affronta in questo volume. In primo luogo, il riconoscimento della nuova centralità del consumatore e la sua stratificazione avviene spesso a un livello puramente concettuale, mentre sono ancora scarse le analisi empiriche che illustrino, ad esempio, l’effettiva segmentazione dei consumatori elettrici sulla base di caratteristiche sociodemografiche o economiche. In secondo luogo, nel dibattito pubblico le imprese automobilistiche, quelle del Big Tech (ad es. Amazon) e perfino le aziende petrolifere sono spesso citate come potenziali new entrant e disrupter del settore elettrico. Capire le motivazioni e le modalità di azione di questi attori esterni potrebbe essere estremamente interessante e completare l’analisi di come il modello di business delle tradizionali imprese elettriche sarà messo alla prova nei prossimi anni. Infine, molte delle analisi e degli studi ad oggi disponibili sulla rivoluzione portata dai consumatori e da ciò che sta dietro al contatore si riferiscono all’Europa, agli Stati Uniti e all’Australia, sostanzialmente trascurando importanti aree del Pianeta, ad esempio l’Asia orientale. Certo, in paesi come Cina, Giappone o Corea la liberalizzazione del settore elettrico è spesso molto limitata o del tutto assente, ma sarebbe interessante capire se l’avanzato livello di digitalizzazione di molte di quelle economie stia aprendo, anche in Oriente, opportunità per il consumatore elettrico e le sue più recenti varianti che già si riscontrano in Occidente.
Fereidoon Sioshansi (a cura di)
Consumer, Prosumer, Prosumager. How service innovations will disrupt the utility business model
Elsevier-Academic Press, Londra, 2019, pp. 550.
Nicolò Rossetto, ricercatore presso Florence School of Regulation
Foto: MaxPixel
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