17 Febbraio 2020

APPELLO – il SII che serve per vincere la sfida della transizione energetica

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Riceviamo e pubblichiamo questo appello rivolto ad Acquirente Unico e Garante della Privacy

La sfida della transizione energetica e il raggiungimento dei sempre più ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione richiedono di compiere scelte estremamente complesse e segnate da grande incertezza.

La modifica dei prezzi relativi dell’energia è riconosciuta come la strategia chiave per decarbonizzare il nostro sistema energetico: è necessario divenga relativamente più costoso acquistare le fonti di energia che contribuiscono maggiormente alle emissioni di gas serra. Questa modifica dei prezzi relativi può avvenire – per esempio – tassando gli usi energetici in base ai loro fattori di emissione e/o sussidiando le fonti low-carbon (come le rinnovabili).

Qualunque siano le strategie adottate, i policy makers devono essere in grado di rispondere a una serie di questioni fondamentali perché la transizione sia politicamente sostenibile, equa e duratura. Quali saranno gli impatti sulla spesa delle famiglie? Saranno penalizzate le famiglie più vulnerabili? E quali le conseguenze sulle imprese? Saranno le piccole e medie o le grandi a contribuire di più a questo sforzo collettivo? E cosa potrebbe succedere alla competitività delle aziende che esportano?

Per poter rispondere a queste e altre questioni è fondamentale condurre precise analisi che sviluppino una pluralità di esercizi di valutazione sugli effetti delle politiche pubbliche, in modo da individuare e correggerne gli errori prima che le stesse abbiano attuazione; solo così facendo si potrà assicurare il disegno di politiche che portino al migliore utilizzo possibile delle risorse a disposizione.

Questa esigenza è riconosciuta anche dal Piano nazionale integrato per l’energia e clima, il documento che delinea la strategia italiana per la decarbonizzazione dell’economia al 2030. Infatti, il Piano anticipa che “si prevede di destinare specifiche risorse alla realizzazione di rilevazioni statistiche periodiche che consentano di ricostruire struttura e caratteristiche dei consumi energetici nei diversi settori (residenziale, terziario, industriale, trasporti) con modalità, definizioni e metodologie armonizzate in ambito Eurostat” (p.36). Sebbene questo tipo di iniziative sia di per sé utile e lodevole, occorre considerare almeno due rischi, peraltro non mutuamente esclusivi.

Il primo rischio è quello che l’esito delle rilevazioni sia tardivo e/o insufficiente. Le precedenti esperienze non fanno ben sperare: l’indagine sui consumi energetici delle famiglie (ECH) dell’Istat risale al 2014 e si basa su dati 2013 che sono stati resi accessibili solo quattro anni dopo, nel 2017. Inoltre, pur contenendo molte informazioni, non fornisce variabili essenziali quali i consumi fisici di energia elettrica e gas delle famiglie. La Rilevazione sui consumi finali di prodotti energetici delle imprese (COEN) condotta sempre da Istat con Enea e Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicata nel 2016 si riferisce a dati ancora più vecchi (2011), peraltro non accessibili online.

Il secondo rischio è che i microdati delle rilevazioni non vengano messi a disposizione di ricercatori e istituzioni terze (o lo siano con grande ritardo), impedendo così di svolgere studi indipendenti e contribuire alla comprensione di complessi fenomeni sociali, oltre che di indagare aspetti che inizialmente potrebbero essere stati sottovalutati.

Il SII, Sistema Informativo Integrato, è la piattaforma di Arera, gestita da Acquirente Unico, istituita nel 2010 con la finalità di “gestire i flussi informativi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas”

A fronte della scarsa conoscenza di un settore che appare sempre più cruciale nello sforzo di coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale ed equità sociale, l’Italia dispone di un’assoluta eccellenza. Si tratta del Sistema Informativo Integrato (SII), la piattaforma dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), gestita da Acquirente Unico, istituita nel 2010 con la finalità di “gestire i flussi informativi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas”. Il SII è basato su una “banca dati dei punti di prelievo e dei dati identificativi dei clienti finali”. In pratica, tale sistema è in grado di registrare, in tempo reale, sia i consumi di energia elettrica e gas registrati dai misuratori, sia le scelte dei consumatori relative al proprio fornitore a partire dal 2017. Tali funzionalità si sono rivelate cruciali nel rendere possibile, tra l’altro, l’accelerazione delle tempistiche di switching e la riduzione dei disservizi durante il cambio del venditore, la corretta imputazione del canone Rai sulla bolletta delle famiglie italiane, e la realizzazione di un portale onlineattraverso cui ciascun cliente può accedere ai suoi dati di consumo.

Il patrimonio informativo del SII ha un valore inestimabile, in quanto consente di studiare i consumi e i comportamenti di famiglie e imprese: eppure – attualmente – rappresenta una miniera che per i ricercatori è impossibile sfruttare. Questo condanna i policy makers a fare scelte senza poter contare su un adeguato supporto informativo o, peggio ancora, di usare informazioni distorte o con un livello di dettaglio inadeguato. Naturalmente, siamo consapevoli che la condivisione con terze parti dei dati di consumo e di quelli relativi alla scelta di fornitore presenta rilevanti profili di privacy. Ma riteniamo che questi ultimi possano essere affrontati – anche attraverso l’impegno del Garante per la protezione dei dati personali e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – attraverso un’opportuna anonimizzazione dei microdati, aggregando le informazioni o troncando i valori anomali in modo da impedire l’identificazione dei soggetti, pratiche ampiamente utilizzate e consolidate dall’Istat e dalla comunità scientifica.

Quanto più la sfida climatica acquisisce importanza nell’agenda politica, tanto più sarà necessario sviluppare una conoscenza capillare delle filiere energetiche, sia dal lato dell’offerta, sia da quello della domanda. In questa prospettiva, sarà cruciale il lavoro svolto dagli studiosi nei diversi ambiti disciplinari per istruire e valutare le policy, indagarne le conseguenze intenzionali e no, e approfondire dimensioni precedentemente sottovalutate. Per tutte queste ragioni, riteniamo che le istituzioni – in particolare il Ministero dello Sviluppo economico, l’Arera e il Garante della Privacy – debbano attivarsi per rendere fruibili, ai fini della ricerca scientifica, le informazioni contenute nella banca dati del Sistema Informativo Integrato. Il SII rappresenta un patrimonio comune finanziato dalla collettività che necessita – nelle modalità opportune e attraverso il lavoro attento dei ricercatori – di esser messo a servizio di politiche e decisioni: anche da questo dipenderà il benessere delle future generazioni.


Primi firmatari:
(le opinioni espresse sono personali e non riflettono in alcun modo le istituzioni di appartenenza)

  1. Carlo Amenta (Università di Palermo)
  2. Rossella Bardazzi (Università di Firenze)
  3. Simona Benedettini (economista dell’energia)
  4. Rosamaria Bitetti (Luiss)
  5. Ivan Faiella (Banca d’Italia)
  6. Elisabetta Iossa (Università di Roma Tor Vergata)
  7. Luciano Lavecchia (Banca d’Italia)
  8. Raffaele Miniaci (Università di Brescia)
  9. Maria Grazia Pazienza (Università di Firenze)
  10. Michele Polo (Università Bocconi)
  11. Carlo Stagnaro (Istituto Bruno Leoni)
  12. Nicolò Rossetto (European University Institute)
  13. Alessandro Rubino (Università di Bari)
  14. Paola Valbonesi (Università di Padova)

Altri firmatari:

15. Angelo Facchini (Scuola IMT Lucca)
16. Paolo Di Betta (Università di Palermo)
17. Alberto D’Antoni (Consulente in affari regolatori)
18. Roberto Napoli  (Politecnico di Torino)

L’Appello raccoglie ulteriori adesioni, potete aderire scrivendo a questo indirizzo

Foto: Pixabay

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