Come impatta un aumento di circolarità – dell’energia o della materia – sul fabbisogno energetico? La questione è rilevante ma scarsamente indagata. Un’analisi proposta da Tullio Gregori e Jacopo Zotti su Energia 1.20 li porta a concludere che “una quantificazione degli effetti della circolarità sul fabbisogno energetico è, in certa misura, possibile ma rischia di rivelarsi un esercizio alquanto complesso e, comunque, con risultati difficilmente generalizzabili”.
“Sebbene il dibattito abbia raggiunto una certa maturità, il concetto di economia circolare rimane ancora vago (Kirchherr et al. 2017) e scientificamente debole (Winans et al. 2017)”. Si apre in questo modo che può sembrare azzardato o provocatorio l’articolo di Tullio Gregori e Jacopo Zotti pubblicato su Energia 1.20, ma lo fa chiamando in causa due paper pubblicati su prestigiose riviste: Resources, Conservation and Recycling e Renewable and Sustainable Energy Reviews.
Il loro contributo affronta “la complicata relazione che intercorre tra economia circolare e fabbisogno energetico”, tema cui il dibattito in corso dedica ben poca attenzione alla questione, sia a livello accademico che di politica economica, “sebbene il tema dell’intensità energetica sia divenuto di primaria importanza”.
Per affrontarlo in modo rigoroso, gli autori fanno riferimento al concetto di circolarità di un’economia, “visto che quello di economia circolare risulta scientificamente privo di una definizione chiara e univoca”. E la circolarità “altro non è che una tecnica di produzione mediante la quale si producono energia e beni materiali (articoli per il consumo finale, componenti, materiali)”.
Ogni economia si caratterizza per un proprio livello di circolarità, che può essere nullo (assenza di circolarità) o positivo, ma sempre inferiore a 1 perché nessun sistema economico può essere termodinamicamente isolato
“Chiaramente, si tratta di una tecnica alternativa a quella tradizionale (non circolare) che, invece, impiega esclusivamente energia e materia ricavate da fonti vergini (fattori primari o beni liberi). La produzione circolare restituisce un output che si pone in rapporto di sostituibilità con il corrispondente non circolare”.
A fine di studiare gli effetti di un aumento della circolarità sul fabbisogno energetico, l’analisi degli autori distingue tra circolarità dell’energia e circolarità della materia.
La prima “ha come effetto quello di produrre (o mettere a disposizione) nuova energia (principalmente elettrica e termica)” e il suo effetto plausibile è di ridurre il fabbisogno di produrre energia da fonti vergini, siano esse rinnovabili e non.
Nel caso dell’Unione Europea, la quantità di energia prodotta tramite circolarità rappresenta una frazione veramente limitata del totale
La seconda, la circolarità della materia, ha effetti innegabili sul fabbisogno energetico. “Un suo aumento infatti comporta, per definizione, un’espansione della produzione circolare e, in generale, una diminuzione della corrispondente non circolare”.

Tuttavia, le variazioni che un aumento di circolarità comporta per le modalità di produzione (siano esse circolari o no) influenzano inevitabilmente la domanda di energia e la loro entità “non è prevedibile a livello teorico, ma si può quantificare solamente nel singolo caso”.
“Per sua natura, infatti, la circolarità può essere realizzata adottando una varietà di strategie diverse (riuso, riciclo, ricondizionamento, etc.) e, pur nell’ambito di una medesima strategia, tecnologie, processi e materiali variano da caso a caso”.
Quel che li porta a concludere che “una quantificazione degli effetti della circolarità sul fabbisogno energetico è, in certa misura, possibile ma rischia di rivelarsi un esercizio alquanto complesso e, comunque, con risultati difficilmente generalizzabili”.
L’articolo si apre con un paragrafo di inquadramento teorico al tema così da delineare i perimetri dell’analisi (par. 1. Circolarità di un’economia e strategie per la sua implementazione) e prosegue con la trattazione a livello empirico (par. 2. La circolarità a livello empirico) per poi soffermarsi sul tema centrale dell’articolo, Gli effetti della circolarità sul fabbisogno energetico (par. 3.), e giungere alle riflessioni finali (par. 4. Conclusioni).
Il post presenta l‘articolo di Tullio Gregori e Jacopo Zotti Economia circolare e fabbisogno energetico: un’analisi teorica (pp.46-54) pubblicato su Energia 1.20
Tullio Gregori e Jacopo Zotti insegnano al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università degli Studi di Trieste
Foto: Pixabay
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