Il legno è l’unico materiale da costruzione in grado di ricrescere naturalmente, consente un’economia circolare che non produce rifiuti e che protegge attivamente il clima. Opere edili in legno – una casa, un ponte o una finestra – rappresentano una preziosa riserva di carbonio che offre un contributo essenziale alla riduzione nell’atmosfera di CO2. Le foreste da cui proviene il legname devono però essere gestite in maniera sostenibile e non tagliate illegalmente. Ma cosa significa gestire una foresta in maniera sostenibile? Quali sono i benefici a livello ambientale?
Negli ultimi anni la gestione sostenibile delle foreste è un tema che sta destando sempre più l‘attenzione della collettività, più sensibile verso i temi ambientali e pronta ad accordare la sua preferenza molto più a prodotti realizzati con legname proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, che a prodotti provenienti da foreste tagliate illegalmente.
Secondo il Rapporto sullo stato delle Foreste e del Settore Forestale in Italia pubblicato dal Ministero per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, le aree forestali coprono complessivamente oltre il 35% del territorio nazionale e sono costituite da circa 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di terre boscate, in prevalenza arbusteti, boscaglie e macchia.
L’Italia è tra i paesi europei che meno utilizzano il proprio patrimonio boschivo, ma non è necessariamente una buona notizia
Stando al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), con il 30% contro una media europea del 60%, l’Italia è tra i paesi con la percentuale più bassa per quanto riguarda il tasso di utilizzo annuo del patrimonio boschivo. Ma, al contrario di quel che si possa pensare, questa non è necessariamente una buona notizia: sia perché nonostante in Italia l’industria del legno e della carta fatturino circa 36 miliardi euro e abbiano quasi 184 mila occupati, circa l’80% del legno utilizzato è importato; sia perché la gestione attiva del bosco e delle foreste permette di avere alberi più sani e capaci di assorbire più CO2. E un’attenta gestione sostenibile consente al bosco di crescere al ritmo di circa un milione di metri cubi all’anno e di destinare al mercato del legno circa la metà di questo quantitativo, preservando al tempo stesso il patrimonio naturale.
Ma cosa significa gestione sostenibile? Secondo il Programme for Endorsement of Forest Certification, è sostenibile una forma di gestione e di utilizzo delle foreste e dei terreni forestali che permette di preservarne la biodiversità, la produttività, la capacità di rinnovo, la vitalità e la potenzialità di adempiere, oggi e in futuro, a rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali, sia a livello locale che a livello globale, senza comportare danni agli ecosistemi.
La quantità di legname tagliato non deve mai essere superiore alla quantità che cresce in foresta e gli alberi vanno lasciati crescere fino a poco prima che inizi il loro processo di senescenza
In base a questo principio, concretamente ne deriva per esempio, che la quantità di legname tagliato non deve mai essere superiore alla quantità che cresce in foresta; dopo il taglio, gli alberi vanno ripiantati o, ancora meglio, aiutati a rinnovare naturalmente; vanno tutelati gli habitat per piante e animali selvatici e ogni funzione di protezione che normalmente la foresta svolge nei confronti del clima, del suolo e dell’ acqua così come vanno rispettati i diritti e il benessere dei lavoratori, delle popolazioni locali e dei proprietari forestali, ovvero di tutti coloro che si guadagnano da vivere nel bosco o grazie a esso; infine, viene incoraggiato lo sviluppo locale perché da esso dipende il benessere e la sopravvivenza del bosco stesso.
In un bosco a gestione sostenibile, gli alberi vengono lasciati crescere fino a poco prima che inizi il loro processo di senescenza. In questo modo si evita che alla loro morte, rilascino nell’atmosfera tutta l’anidride carbonica immagazzinata durante il loro ciclo di vita. Si stima infatti che ogni albero possa mediamente assorbire fino a 20 kg di CO2 all’anno. Inoltre, l’abbattimento degli alberi lascia penetrare nel terreno del bosco più luce, un elemento necessario per far crescere gli alberi più giovani e la crescita di nuovi alberi, permette poi di accumulare altro carbonio e di migliorare così il bilancio di CO2 nell’atmosfera.
Le opere edili in legno rappresentano una preziosa riserva di carbonio sottratta all’atmosfera
Non solo i boschi, ma anche le opere edili in legno rappresentano una preziosa riserva di carbonio che offre un contributo essenziale alla riduzione nell’atmosfera di CO2, il principale gas responsabile dell’effetto serra, che causa l’aumento della temperatura e le sue devastanti conseguenze. Così come l’albero, infatti, qualsiasi prodotto in legno, che si tratti di una casa, un ponte o una finestra, immagazzina il carbonio che l’albero di provenienza ha sottratto all’atmosfera. Questo carbonio rimane immagazzinato e quindi sottratto all’atmosfera, per tutto il ciclo di vita del prodotto in legno.
Oggi, il riscaldamento globale rappresenta un grave pericolo per i settori della bioeconomia in termini di riduzione della produttività nei settori agricolo e forestale, invasione di specie aliene e riduzione della disponibilità idrica. D’altra parte, le stesse attività della bioeconomia possono contribuire in modo determinante alla lotta ai cambiamenti climatici sia in termini di mitigazione che di adattamento. L’aumento delle temperature, le ondate di calore di maggiore durata e con temperature più elevate, i periodi prolungati di siccità, l’aumento degli incendi, ma anche le piogge di breve durata ma molto intense, accompagnate a venti molto forti: tutti questi fenomeni, associati ai cambiamenti climatici, hanno impatti già molto importanti, con gravi danni per le attività alla base della bioeconomia, sia agricole che forestali.
In questa prospettiva, costruire in legno vuol dire essere responsabili anche per il nostro futuro poiché il legno, unico materiale da costruzione in grado di ricrescere naturalmente, consente un’economia circolare che non produce rifiuti, può essere prodotto a livello locale e protegge attivamente il clima. Un altro elemento distintivo del legno che lo porta a essere il materiale per eccellenza a tutela dell’ambiente, riguarda il suo trasporto: per una casa di 100mq sono sufficienti solo 3 camion di materiale contro i 20 di una casa in muratura, con conseguente risparmio di carburante e ulteriore riduzione di emissioni di CO2. E costruire sostenibile svolgerà sempre più un ruolo strategico nell’aumentare export, innovazione e competitività. Di ciò è fermamente convinto il Gruppo Rubner, un‘azienda italiana a conduzione familiare da quattro generazioni, che presidia tutta la filiera del legno, a partire dal bosco di proprietà a Mezzaselva (Bressanone, Alto Adige).
Peter Rubner è presidente del Gruppo Rubner
Nato a Chienes, in provincia di Bolzano, da una segheria ad acqua, il Gruppo Rubner, che nel 2018 ha fatturato 314,450M di €, impiega circa 1300 persone, conta oltre 20 società, ha stabilimenti in Italia, Austria, Germania e Francia e il 55% dei ricavi lo sviluppa oltre i confini nazionali. I prodotti spaziano da case e porte sino alla progettazione e realizzazione di grandi opere strutturali realizzate in legno lamellare come edifici multipiano, scuole, capannoni, stabilimenti industriali e uffici, centri commerciali, centri congressi, palestre, stadi, depositi e magazzini, hotel. Le aziende del Gruppo Rubner coprono tutta la filiera produttiva: dall’industria del legno in cui sono attive RHI (Rubner Holzindustrie RHI), realtà specializzata nella produzione di segati e semilavorati in abete; NORDPAN che produce e commercializza pannelli in legno massiccio di elevata qualità, monostrato e multistrato e nelle più vaste dimensioni e qualità; alle strutture in legno dove RUBNER HOLZBAU rappresenta il settore più dinamico e tecnologicamente avanzato del gruppo dedicato alla realizzazione di grandi costruzioni in legno lamellare dalle caratteristiche innovative o particolarmente sofisticate; dai grandi progetti ‘chiavi in mano’ in cui RUBNER OBJEKTBAU è il General Contractor del Gruppo a cui viene affidata la progettazione e la costruzione di commesse complesse; alle case in legno dove RUBNER HAUS ha realizzato più di 25.000 edifici e oggi è l’unica azienda europea capace di offrire 3 differenti soluzioni costruttive: Blockhaus per case in legno massiccio, Telaio, sistema costruttivo ad intelaiatura di legno, Casablanca per case in legno massiccio intonacato; e alle case in puro legno grazie alla tecnica brevettata da holzius che consente di realizzare pareti e solai in legno senza l’impiego di colla e parti. Infine, le porte in legno in cui RUBNER PORTE si è guadagnata la fama di specialista nella produzione di porte di grande pregio per interni ed esterni ‘su misura’ e le finestre di RUBNER FENSTER, specializzata nella progettazione e costruzione di serramenti in legno massiccio e legno-alluminio.
Sul tema foreste leggi anche:
La
crisi del clima: e se gli alberi fossero la soluzione?, di Enzo Di Giulio, 27
Settembre 2019
Riforestazione:
una soluzione efficace contro i cambiamenti climatici, di Redazione, 20
Agosto 2019
#Deforestazione,
la sostituzione con l’agricoltura e gli effetti sul clima, di
Redazione, 2 Novembre 2018
#Deforestazione,
l’effetto refrigerante delle foreste sul clima, di Redazione, 24 Ottobre 2018
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“30% della soluzione climatica”, di Redazione, 19 Ottobre 2018
#ParigiAddio
Il dramma della deforestazione, di Alberto Clò, 19 Settembre 2018
Foto: Pexels
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