Più di due mesi chiusi in casa sono duri per tutti, ma per alcuni lo possono essere di più, ammesso che una casa la si abbia. Riscaldamento, acqua calda, gas per cucinare e più in generale un alloggio dignitoso ci appaiono oggi in tutta la loro essenzialità. Quasi 50 milioni di persone sono affetti da povertà energetica nell’Unione Europea, circa il 10% della popolazione. Misure eccezionali di vario tipo sono state messe in campo in diversi paesi europei, ma cosa succederà quando saranno revocate? Gli strascichi della crisi si prolungheranno nel tempo e il numero di persone in stato di necessità rischia di crescere notevolmente. È il momento giusto di istituire un diritto all’energia.
Cosa sarebbe successo se, al momento del lockdown, non avessi avuto il riscaldamento o l’acqua calda? E cosa avresti scelto dopo aver perso il lavoro, pagare le bollette o dare da mangiare ai tuoi figli?
La crisi che affrontiamo oggi va ben oltre gli aspetti sanitari. L’attuale pandemia sta ponendo una pressione particolarmente intensa sui bisogni materiali delle famiglie aumentando le condizioni di vulnerabilità e di disuguaglianza preesistenti. Molte persone non possono più contare sui loro abituali intermediari per un aiuto morale o materiale come alcuni servizi sociali che, ad esempio, non possono rispondere a distanza alle esigenze dei loro utenti. Le bollette energetiche aumentano di settimana in settimana così come le disuguaglianze legate all’edilizia abitativa.
Diverse politiche di emergenza sono state attuate in Europa, ma cosa succederà quando saranno revocate?
In Europa e in Italia, diverse politiche di emergenza sono state attuate dai governi e dalle autorità di regolazione per soddisfare le esigenze immediate legate all’accesso all’energia. Questi includono:
- divieti di distacchi per morosità, come in Francia o in Italia;
- moratorie per il pagamento delle bollette nelle famiglie in cui un membro ha perso il lavoro (Spagna);
- piani di pagamento flessibile per affrontare i problemi di liquidità, come nel Regno Unito o in Irlanda.
Ma cosa succederà una volta che le misure di isolamento saranno revocate? La povertà energetica non sarà scomparsa e molte famiglie continueranno ad avere problemi di reddito. Molte persone non sanno se troveranno di nuovo un lavoro a tempo pieno o quando i loro figli potranno tornare a scuola.
La povertà energetica è definita come l’incapacità di fornire i necessari livelli di servizi energetici in casa, e significa vivere in abitazioni che non possono essere raffrescate o riscaldate, a causa di bollette energetiche eccessive, bassi redditi e scarsa efficienza energetica. Secondo i dati ufficiali dell’UE, quasi 50 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione, ne sono affette.
Quasi 50 milioni di persone sono affetti da povertà energetica nell’Unione Europea, circa il 10% della popolazione
La povertà energetica ha enormi conseguenze su altri aspetti della vita quotidiana; ad esempio, le persone colpite sono più vulnerabili ai rischi per la salute come le malattie respiratorie e le malattie mentali, e ciò le mette particolarmente in difficoltà durante l’attuale crisi oltre a renderle più diffidenti nei confronti delle istituzioni e delle autorità pubbliche.
Per combattere efficacemente la povertà energetica e per proteggere le popolazioni più vulnerabili durante le crisi attuali e future, ma anche per garantire coesione sociale e democrazia, è quindi necessario poter garantire il diritto all’energia, nell’ambito di un patto di solidarietà. Lo hanno richiesto con una specifica “call to action” i ricercatori ed esperti riuniti nel gruppo paneuropeo ed interdisciplinare COST Engager, ma anche gli attivisti della Coalizione Europea per il Diritto all’Energia.
Energy poverty will increase with the COVID-19 crisis. Time for a right to energy! – COST Engager
I governi sono tenuti a rafforzare la protezione sociale attraverso approcci olistici che consentano di affrontare insieme le questioni economiche, sociali e ambientali. Nel breve termine, ciò significa dare più vigore alle misure di sostegno economico e sociale per i più vulnerabili, come le misure per mantenere i livelli di reddito per coloro che hanno perso il lavoro o che devono affrontare una temporanea disoccupazione.
Sono necessari un blocco più lungo dei distacchi per morosità nonché prezzi accessibili non solo per i consumatori ufficialmente riconosciuti come vulnerabili. I distacchi dovrebbero essere vietati almeno fino a quando tutti i pagamenti non potranno essere regolati, ma evitando, al contempo, l’accumulo di debiti nei confronti dei fornitori di energia. Prima di effettuare un distacco ad un’abitazione o ad una piccola impresa, un fornitore di energia dovrebbe dimostrare che il distacco stesso non causi difficoltà più ampie. Meccanismi favorevoli per la gestione del debito o anche la cancellazione dello stesso dovrebbero essere messi in atto in collaborazione tra governo, autorità di regolazione e fornitori; ad esempio un fondo per la povertà energetica, finanziato da diversi tipi di attori come produttori e distributori di energia, potrebbe essere utilizzato per alleviare questi debiti e aiutare a pagare le bollette.
Garantire a tutti i cittadini un posto decente in cui vivere deve essere una priorità dei piani di ripresa
La qualità degli alloggi è certamente la questione più urgente e strettamente legato al tema della povertà energetica: il 27,2% del consumo finale di energia proviene infatti dal settore residenziale. Nessuno dovrebbe dover scegliere tra mangiare o riscaldare la casa. Purtroppo la maggior parte degli edifici è stata costruita prima di qualsiasi standard di efficienza energetica o ambientale. Attualmente, solo l’1% degli edifici nell’UE viene ristrutturato ogni anno. Un più rapido tasso di ristrutturazione è necessario per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra.
Garantire a tutti i cittadini un posto decente in cui vivere deve essere quindi una priorità dei piani di ripresa. C’è un’urgente necessità di accelerare i lavori di ristrutturazione mantenendo il costo degli alloggi a un livello accessibile.
Il piano “Renovation Wave” che la Commissione Europea intende presentare entro settembre 2020 nell’ambito del Green Deal va in questa direzione. Mira a ridurre al minimo le potenziali barriere normative e a stimolare un ritmo più rapido di ristrutturazione degli edifici in tutta l’UE. Case più sane e più efficienti dal punto di vista energetico consentono di ridurre le bollette energetiche e migliorare la sicurezza energetica. Ma la proposta dovrà essere equa e inclusiva. Un livello minimo di prestazione energetica dovrebbe essere infatti richiesto per tutti gli alloggi, in particolare per quelli in affitto.
L’energia e i servizi energetici sono ingredienti essenziali per una vita sicura, sana e dignitosa e la crisi attuale mostra come essa svolga un ruolo essenziale dell’energia nella nostra vita quotidiana. Un patto di solidarietà per affrontare la povertà energetica contribuirà a migliorare la resilienza ecologica e sociale delle società europee, che dovrebbero considerare l’energia come un servizio essenziale e un bene comune, insieme all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla casa.
Marine Cornelis è direttrice di Next Energy Consumer
Sul tema povertà energetica leggi anche:
Come si contrasta la povertà energetica in Italia e in UE?, di Redazione, 20 Settembre 2019
Transizione energetica e impatti sociali, di Alberto Clò, 28 Dicembre 2018
Il Grande Freddo per milioni di famiglie italiane, di Alberto Clò, 17 Ottobre 2018
‘Energy For All’?, 5 Luglio 2018, di Alberto Clò
La povertà energetica delle famiglie italiane, di Carlo Amenta e Luciano Lavecchia, 2017
Lotta ai cambiamenti climatici e lotta alla povertà energetica: quale priorità?, di Alberto Clô, 2015
Nuovi paradigmi per l’accesso all’energia, di Emanuela Colombo, 2014
Foto: Unsplash
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