La crisi in corso rischia di provocare un cambio prolungato dei nostri comportamenti. Alcuni ci porteranno verso un minor consumo energetico e impatto ambientale, altri andranno in direzione opposta. Con buona probabilità una parte degli utenti del trasporto pubblico tenderà ad operare scelte modali a favore dell’auto privata, col pericolo, complice anche la grave crisi economica alle porte, di un ritorno sulle strade di veicoli vecchi, pericolosi ed inquinanti. In questo contesto, come garantire una mobilità sicura e sostenibile per tutti? L’analisi di Giuseppina Fusco (Fondazione Caracciolo) su ENERGIA 2.20
Da ENERGIA 2.20 proponiamo in lettura integrale gratuita (disponibile al link di sotto) l’analisi dei possibili effetti della crisi sanitaria sulla mobilità in Italia, a firma di Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Filippo Caracciolo (centro studi dell’Automobile Club d’Italia).
Durante i mesi di lockdown, per la prima volta in Italia milioni di lavoratori hanno sperimentato contemporaneamente il lavoro da casa, testando le opportunità che le tecnologie digitali possono offrire ad aziende e lavoratori. Se ben progettato, il lavoro da casa può fornire anche in futuro un contributo positivo anche alla riduzione dei fenomeni di congestione stradale e inquinamento dell’aria (par. 1. Alleggerire le strade con una strutturale organizzazione flessibile del lavoro).
Ma la ripresa delle attività economiche dopo il lockdown, con il ritorno degli spostamenti, porta con sé alcuni possibili rischi: “Se, da un lato, le misure di promozione del lavoro da casa potranno contenere il numero totale degli spostamenti e il trasporto pubblico riorganizzato potrà assorbire una quota minoritaria degli stessi, dall’altro, vi è il rischio che nel prossimo futuro le strade delle nostre città siano affollate di auto vetuste, con un inevitabile impatto sull’ambiente e sulla sicurezza”.
Le sfide dettate dall’emergenza offrono la possibilità di ripensare la mobilità in Italia per rispondere ad esigenze di sicurezza e di sostenibilità
Partendo dai dati sul parco circolante autovetture delle regioni italiane e dalle emissioni di particolato e ossidi di azoto, attraverso il caso della Lombardia vengono evidenziati i punti di debolezza della mobilità nazionale e proposte possibili soluzioni in grado di rispondere insieme a esigenze di sicurezza e di sostenibilità, come l’avvio di un percorso di rinnovo del parco autovetture (par. 2).
L’analisi completa è disponibile gratuitamente al link di sotto.
Leggi l’articolo completo qui:
Alcune riflessioni sulle prospettive della mobilità (pp. 32-36) di Giuseppina Fusco pubblicato su ENERGIA 2.20
Giuseppina Fusco è Presidente della Fondazione Caracciolo, Centro Studi dell’Automobile Club d’Italia
Photo: Unsplash
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login