15 Giugno 2020

Fiducia e coinvolgimento per contrastare la povertà energetica

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La transizione energetica deve essere giusta ed equa, senza mai penalizzare chi non vuole o non può partecipare. Creare un clima di fiducia nei processi e negli intermediari è essenziale per consentire il coinvolgimento del maggior numero di persone. Diverse le esperienze europee da cui è possibile apprendere buone pratiche: dalle iniziative RAPPEL e Papillon rispettivamente in Francia e Belgio, ai Punts d’Assessorament Energetic di Barcellona e il progetto ASSIST2GETHER finanziato dai fondi UE Horizon 2020.

Nonostante il cambiamento climatico sia sempre più preoccupante per un numero sempre maggiore di persone, quando si tratta di energia, molti cittadini evitano di interessarsi poichè considerano l’argomento troppo complicato.  Tuttavia, il consumo domestico rappresenta più di un quarto della domanda totale di energia in Europa; il riscaldamento degli edifici e dell’acqua rappresenta il 78,9% dell’energia finale consumata dalle famiglie; e quasi un europeo su 10 ha difficoltà a pagare le bollette o a tenersi al caldo in inverno. Ma le reali condizioni di vita delle famiglie sono spesso invisibili, nascoste dietro le facciate delle proprie case.

A tal proposito, le politiche recentemente adottate a livello europeo si propongono di porre il “consumatore al centro del mercato dell’energia”, offrendo nuove opportunità legate allo sviluppo delle energie rinnovabili. I cittadini possono ora diventare consumatori attivi, o “prosumer“. Possono entrare a far parte delle comunità dell’energia; possono produrre, immagazzinare, consumare o vendere elettricità alla rete. Tutti i tipi di consumatori dovrebbero avere la possibilità di partecipare. Ma chi può e vuole fare il grande passo?  Di quali mezzi economici bisogna disporre?

Le proteste dei gilets jaunes sono un’avvisaglia dell’attenzione che i governi devono prestare alle conseguenze socioeconomiche delle loro politiche climatiche

Il Green Deal europeo ha promesso di “non lasciare fuori nessuno”. Questo significa adattarsi alle situazioni personali e alle loro motivazioni, senza mai penalizzare chi non vuole o non può partecipare.  Fare il contrario rischierebbe di rendere la transizione inaccettabile per un gran numero di cittadini e politicamente pericolosa. Come dimostra l’esempio dei gilets jaunes i governi devono prestare molta attenzione alle conseguenze socioeconomiche delle loro politiche climatiche per cui è necessario mettere in atto strategie per garantire che la transizione energetica e climatica sia veramente giusta ed equa. Creare un clima di fiducia nei processi e negli intermediari è quindi essenziale per consentire il coinvolgimento del maggior numero di persone.

Questa fiducia può essere trasmessa solo attraverso il coinvolgimento diretto dei vari stakeholder, soprattutto a livello locale, in tutti i processi, in modo che essi comprendano che la loro azione non si limita ad una sola delle questioni della transizione energetica e climatica o delle questioni sociali, ma che possono attuare strategie che consentano loro di affrontare tutte queste questioni allo stesso tempo. È quindi essenziale creare reti di professionisti, partner ed intermediari, formarli con gli strumenti giusti e indirizzarli verso le giuste risorse.

Questo è, ad esempio, quello che sta facendo la rete RAPPEL in Francia, fondata nel 2007 e oggi composta oggi da più di 1.000 membri di diversa provenienza (servizi sociali, gestione dell’energia, ristrutturazione di abitazioni, sanità, ecc.) Questa rete è diventata gradualmente la protagonista della lotta contro la povertà energetica e per un “alloggio dignitoso”. La sua azione sul campo è complementare a quella dell’Osservatorio francese sulla povertà energetica. Questo lavoro concertato permette di far emergere esperienze sul campo e di integrare le questioni relative alla povertà energetica nella maggior parte delle politiche francesi in materia di energia e clima.

Questo è anche il caso dell’iniziativa Papillon nelle Fiandre (Belgio), lanciata da una ONG che opera a livello locale in collaborazione con Bosch, che consente alle famiglie vulnerabili di affittare elettrodomestici ad alte prestazioni, perseguendo così una strategia di economia circolare. A Barcellona, i Punts d’Assessorament Energetic (PAE), gestiti in collaborazione con il Comune, sono aperti a tutti i cittadini in cerca di informazioni sui loro consumi energetici, e si rivolgono in particolare alle famiglie vulnerabili o a coloro che hanno difficoltà a coprire le loro spese energetiche. Gli PAE forniscono anche consigli su come ridurre il consumo di energia e avere un’impronta di carbonio più bassa.

In Italia, ASSIST2GETHER ha consentito di formare 120 “tutor dell’energia domestica” che fanno diagnosi delle situazioni di povertà energetica

Infine, questa è la sfida del progetto ASSIST2GETHER, un progetto finanziato dai fondi UE Horizon 2020, che mira in particolare ad accrescere la consapevolezza delle questioni sociali e della povertà energetica tra gli attori coinvolti nella transizione energetica. In Italia, il progetto ha già formato più di 120 professionisti (assistenti sociali, ONG…), chiamati “tutor dell’energia domestica”, per poter diagnosticare situazioni di povertà energetica e diventare veri e propri attori del cambiamento. Con riserva di finanziamenti, il prossimo passo dovrebbe essere quello di rendere sostenibile questa formazione, in particolare mettendo in rete le persone formate e moltiplicando queste attività a livello locale, non solo con il terzo settore, ma anche con le aziende energetiche, le cooperative e persino le banche e le istituzioni finanziarie.

Solo il lavoro sul campo, il più vicino possibile alle realtà ed alle esigenze delle famiglie, può permettere alle persone di ricevere le soluzioni di cui possono avere bisogno, e quindi di tradurre i loro diritti in realtà. Le parti coinvolte devono permettere alle famiglie di impegnarsi in “progetti di vita” per migliorare la loro situazione per il loro benessere e quello del pianeta. Questo delicato lavoro non può essere svolto senza profondi legami di fiducia, che possono essere costruiti solo con tempo, pazienza e un impegno politico a lungo termine.


Marine Cornelis è direttrice di Next Energy Consumer


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Transizione energetica e impatti sociali,  di Alberto Clò, 28 Dicembre 2018
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Foto: Unsplash

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