13 Luglio 2020

Energia 2.20: la presentazione

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Alberto Clô presenta i contenuti del nuovo numero di Energia: “Niente è più come prima?”; “Una pandemia affatto egualitaria”; “Il crollo dell’energia”; “Che fare guardando al futuro”. Buona lettura!

Niente è più come prima?

Il mondo dell’energia (…) ha reagito al trauma del coronavirus tra due estremi (…) chi ha sostenuto che «niente sarà come prima» (…) a iniziare da quella climatica (chi) invece che «nulla è cambiato»: che la pandemia è un fatto limitato e temporaneo (…) mentre i cambiamenti climatici sono strutturali, permanenti, molto più gravi. Vi è probabilmente del vero in entrambe le posizioni, da non vedersi quindi in contrapposizione, ma in necessaria complementarietà. Come guardare allora al presente e insieme al futuro? (…) Accrescere il livello di paura e di allarmismo (…) temo non rafforzi la consapevolezza sulle sfide ambientali da affrontare, sollevando piuttosto reazioni di segno contrario (7), specie dopo la traumatica esperienza del COVID-19. Convinti dell’opportunità di affrontare sia l’urgenza dei problemi che le esigenze di lungo termine, analizzeremo in questo numero di «Energia» entrambi i versanti: sperando che i primi abbiano a risolversi quanto prima e che vengano adottate le opportune politiche per affrontare le seconde. Clémence Pèlegrin e Renato F. Rallo del Groupe d’Études Géopolitiques di Parigi sviluppano le politiche europee necessarie ad arginare i rischi di rallentamento della transizione energetica, specie nelle rinnovabili. Così da dar seguito alla proposta del Green Deal europeo formulata dalla Commissione e alla sua fitta agenda di adempimenti attuativi, come puntualmente esposta da Valeria Palmisano Chiarelli nella sua Lettera da Bruxelles, che proporremo periodicamente sulla Rivista. (…).

Una pandemia affatto egualitaria

Abbiamo vissuto, stiamo vivendo, un evento drammatico (…) Una pandemia affatto egualitaria, scrive Fabrizio Battistelli, perché ha aggravato, dilatandole, le disparità sociali (per genere, età, reddito, istruzione, territori, occupazione) così che «i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri». (…) Guardando al futuro bisogna, bisognerebbe, porre il valore dell’equità al centro della ricostruzione, anche nelle politiche ambientali (…). La sua conclusione è che riprendere là dove si era rimasti, ricorrendo alle medesime politiche, sarebbe un errore grave e controproducente rispetto agli obiettivi attesi, con il rischio di incontrare ancor più resistenze di quanto sinora accaduto. Tanto più tenendo conto delle prospettive recessive che si profilano soprattutto per il nostro Paese. Una prima valutazione delle prospettive economiche nell’era COVID a livello europeo e nazionale e delle sfide di politica economica che si profilano viene offerta in questo numero da Sergio De Nardis che, pur senza nascondere le numerose incognite – da quella sanitaria a quelle negoziali – lascia trasparire una nota positiva quando afferma che «la recente proposta di Recovery fund della Commissione europea (nell’iniziativa Next Generation EU) può rappresentare un cambio di passo non tanto per la dimensione delle risorse prospettate quanto per le innovazioni qualitative che essa apporterebbe, pur se in via straordinaria e temporanea, all’architettura della governance europea».

Il crollo dell’energia

Il virus SARS-CoV-2 ha messo fine al più lungo ciclo economico di sempre. Le misure di contrasto hanno cancellato ogni parvenza di mobilità (17.000 aerei a terra) e ogni attività economica. A iniziare dall’energia. Da un’ora all’altra la sua domanda è evaporata aprendo un abisso per l’intero mondo energetico. La narrazione che propongo su questo numero di «Energia» a partire dalla congiuntura petrolifera rende conto della straordinarietà degli eventi vissuti e gli effetti nel medio-lungo termine che ne seguiranno. I prezzi dell’energia sono collassati trascinati al ribasso da quelli del petrolio: più che mai pivot dell’intera struttura dei prezzi energetici (…). Sono in gioco gli equilibri politici nell’area mediorientale che sortirono dall’accordo del 1945 tra il Presidente Franklin D. Roosevelt e il Re saudita Abdul Aziz. Molto dipenderà dagli esiti della battaglia presidenziale statunitense che si terrà il prossimo 3 novembre, su cui si sofferma Ed Hirs della Houston University. Esiti che, a suo avviso, non sarebbero, sia sul piano ambientale che energetico, molto differenti dal passato e altri da quelli sostenuti nel confronto elettorale.

Che fare guardando al futuro

A quali scenari rapportarci; su quali risorse Stati e imprese potranno far conto; quale l’agenda delle priorità, sono interrogativi su cui dobbiamo riflettere. Oggi per domani. Lungo due linee: quel che a seguito del coronavirus avverrà nelle economie, nei mercati energetici, nei nostri comportamenti; e come riprendere il filo delle analisi che come Rivista abbiamo portato avanti. Riguardo al primo tema, due contributi. Il primo, di Francesco Gracceva, Ettore Bompard, Bruno Baldissara, Stefano Corgnati, Carmelo Mosca e Alessandro Zini, esamina l’impatto della crisi sul quadro energetico del Paese nei mesi del lockdown, evidenziando non solo il drastico calo dei consumi stimato per il primo semestre dell’anno (…) ma anche, non meno importante, l’impatto che ha avuto il forte aumento del contributo delle rinnovabili alla generazione elettrica (unica fonte con un segno positivo) sulla tenuta del sistema elettrico. Un’anticipazione di quel che accadrà in termini di gestione in sicurezza del sistema, data l’aleatorietà della potenza generata, con difficoltà di controllo e di previsione, e la connessione mediata da dispositivi elettronici, con conseguente riduzione di inerzia, margini di riserva e risorse regolanti. Il secondo contributo è di Giuseppina Fusco della Fondazione Caracciolo sugli effetti del coronavirus sulla mobilità, destinata a osservare un ulteriore aumento del ricorso all’auto, in buona parte vetuste, e quindi un peggioramento delle condizioni ambientali delle città se non adeguatamente contrastate con politiche che favoriscano il ricambio del parco auto circolante. Guardando al «che fare», G.B. Zorzoli analizza il tema delle barriere autorizzative che oggi (…) più ostacolano la realizzazione di nuova potenza elettrica rinnovabile. (…) Zorzoli avanza alcune proposte operative che potrebbero costituire un’utile base per rimuovere queste barriere. Ciò cui siamo peraltro costretti per non incorrere negli strali dell’Unione Europea visti gli impegni assunti e la Governance Regulation europea. Vincoli e regole che Andrea Prontera analizza in relazione ai requisiti che la nuova programmazione dovrebbe assumere. In primis: garantire l’«investor certainty» e l’«investor confidence» agli attori privati su cui incombe l’onere degli investimenti. Requisiti difficili da ravvisare (…) col mutare delle priorità «strategiche» ad ogni alternanza politica. Se prima del coronavirus ad ostacolare le rinnovabili erano specie le barriere autorizzative, la previsione di bassi e volatili prezzi dell’elettricità ne hanno compromesso la market parity, la stipula di contratti PPA, la loro bancabilità. Carlo Stagnaro (…) avanza la proposta di collegare lo sviluppo delle rinnovabili all’andamento dei prezzi dei titoli di emissione (ETS) riconoscendo, per ogni nuovo impianto realizzato grazie a PPA, un numero di certificati proporzionale all’energia effettivamente prodotta e all’intensità carbonica del parco di generazione elettrico. Si legherebbe in tal modo il valore dell’incentivo al beneficio ambientale, e non ai costi di produzione, secondo un principio di neutralità tecnologica. Sempre sulla linea del «che fare» è, infine, l’articolo di Stefania Migliavacca e Claudia D. Di Felice sul binomio economia circolare-rifiuti che richiederebbe, per rispettare gli obiettivi europei, un potenziamento di tutta la filiera dei rifiuti, in un approccio condiviso tra le regioni, così che tutti possano beneficiare di una riduzione dei costi, del traffico, delle sue esternalità (…).

Bologna, 1 giugno 2020 a.c.


Il post è un estratto della Presentazione (pp. 2-5) di Alberto Clô di Energia 2.20.
Puoi leggere la presentazione integrale scaricando il pdf

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