L’Unione Europea sta redigendo un sistema di classificazione per i finanziamenti sostenibili noto come “Tassonomia”. L’intenzione è creare una classificazione comune per le attività economiche sostenibili, coinvolgendo i mercati finanziari. Un obiettivo giusto ed auspicabile, ma la modalità di redazione ha preso una strada sbagliata. Molti investimenti che possono contribuire a mitigare i cambiamenti climatici – dal sequestro del carbonio ai combustibili sintetici e le bioplastiche – rischiano di fatto di restarne esclusi o esserne fortemente penalizzati.
“La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni” dice un vecchio detto. L’Unione Europea sta preparando un sistema di classificazione per finanziamenti sostenibili, noto come “Tassonomia”. La sua intenzione è quella di creare una classificazione comune per le attività economiche sostenibili e di coinvolgere i mercati finanziari nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’obiettivo è giusto ed auspicabile, ma la modalità di redazione della Tassonomia ha preso nei fatti una strada sbagliata.
Si è scelto di dare un scarsa rappresentanza all’industria
C’è il rischio che la maggior parte degli investimenti che aiutano a mitigare i cambiamenti climatici rimarranno al di fuori della Tassonomia, ed essere quindi impossibilitati ad accedere ai “finanziamenti verdi”. Ciò è estremamente rilevante, poiché non sarà possibile commercializzare prodotti finanziari come sostenibili all’interno dell’UE a meno che non siano conformi alla tassonomia.
La modalità di definizione della Tassonomia è stata distorta nel momento in cui si è scelto di costituire un gruppo di esperti tecnici incaricato di redigere la bozza di proposta. Questo gruppo ha visto una scarsa rappresentazione dell’industria e ciò risulta malauguratamente evidente nel rapporto finale.
Ne resterebbero esclusi i combustibili sintetici, necessari per ridurre l’impatto emissivo del trasporto aereo, mentre le bioplastiche ne sarebbero ostacolate
Un buon esempio è la cattura dell’anidride carbonica dai processi industriali. Secondo il rapporto degli esperti, sembra che la cattura sia considerata sostenibile solo quando l’anidride carbonica recuperata viene sequestrata in modo permanente. Ne consegue che la produzione su larga scala dei tanto discussi combustibili sintetici non sarebbe sostenibile. Ma questi sono esattamente i tipi di carburanti che dovrebbero ridurre considerevolmente le emissioni del trasporto aereo a lungo termine.
Un altro esempio altrettanto singolare è la bioplastica. Chiunque desideri fabbricare materie plastiche dalle piante anziché dal petrolio greggio dovrebbe dimostrare che la catena di materie prime non contiene materiale proveniente da terreni in cui gli animali pascolano dal 1994. Sì, l’anno è corretto.
Per i biocarburanti, nemmeno la riduzione della metà delle emissioni legate ai trasporti sarebbe considerata sostenibile
Secondo la Tassonomia, i biocarburanti sostenibili sarebbero disponibili in misura molto limitata. Nemmeno la riduzione della metà delle emissioni legate ai trasporti sarebbe considerata sostenibile. Esiste un’evidente discrepanza con i criteri di sostenibilità vincolanti della Direttiva UE sulle energie rinnovabili (RED II) approvata nel 2018.
Secondo i criteri di sostenibilità RED II, tutti i biocarburanti devono ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 50% rispetto ai combustibili fossili. Quelli prodotti da rifiuti o residui possono ridurre le emissioni di gas serra fino al 90% (*) durante il ciclo di vita del prodotto, ma per qualche motivo non sono ammissibili alla Tassonomia.
Si può ancora correggere il tiro
Una simile contraddizione tra la Tassonomia proposta dal gruppo di esperti tecnici e i requisiti di sostenibilità della legislazione esistente porterà ad un’inevitabile confusione tra società e investitori. La Tassonomia, così come proposta dal gruppo di esperti tecnici, rappresenta piuttosto una minaccia agli sforzi per combattere i cambiamenti climatici e agli investimenti che ne mitigano gli effetti.
Fortunatamente, la Commissione europea ha ancora il potere di cambiare rotta e di rendere i criteri finali della Tassonomia coerenti con gli obiettivi climatici.
(*) Il metodo utilizzato per calcolare le emissioni del ciclo di vita e la riduzione delle emissioni è conforme alla Direttiva UE sulle energie rinnovabili (2009/28 / CE).
Il post è stato originariamente pubblicato sul blog della società Neste il 16 giugno
llkka Räsänen è Vice President, Public Affairs, di Neste
Foto: Unsplash
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