21 Luglio 2020

Le SEN alla prova dei fatti /2: la decarbonizzazione

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Come si è evoluto il sistema energetico italiano nell’ultimo decennio? Le strategie messe in atto dai governi nel 2013 e 2017 sono servite a indirizzare l’andamento verso gli obiettivi disiderati? Tra le principali evidenze troviamo che la SEN, pur se elaborata nel 2012, non aveva saputo cogliere il forte calo delle emissioni causato dalla recessione; che la riduzione delle emissioni a fine 2019 risulta in linea con l’obiettivo della SEN 2017 e persino leggermente superiore a quello del recente PNIEC; che quest’ultimo sembra non aver colto appieno la recente accelerazione della decarbonizzazione della generazione termoelettrica, legata al phase-out del carbone; infine, nella seconda metà del decennio non si è verificato quel disaccoppiamento significativo tra driver socio-economici, energia, emissioni lungo la traiettoria auspicata dal PNIEC per il 2030.

Su ENERGIA 1.20, i ricercatori ENEA Francesco Gracceva, Bruno Baldissara, Alessandro Zini e Daniela Palma propongono un confronto fra l’evolu­zione reale nel decennio e quella programmatica. Ne proponiamo un estratto dal paragrafo “dimensione della decarbonizzazione: emissioni CO2”.

“Secondo stime preliminari ENEA, le emissioni totali di CO2 del sistema energetico italiano del 2019 sono ammontate a circa 320 mil. tonn. (3), registrando un –30% rispetto alle emissioni del 2005 (462 mil. tonn.) e –20% rispetto a quelle del 1990 (405 mil. tonn.). Si tratta di valori ampiamente «migliori» degli obiettivi fissati nella SEN 2013, che individuava per il 2020 un target del –21% rispetto al 2005, valore già superiore agli obiettivi europei del –18%.

Questo risultato è tuttavia in buona parte riconducibile alla contrazione della domanda di energia, legata a sua volta alla crisi economica (si veda Par. 2). Pur se elaborata nel 2012, la SEN non aveva saputo cogliere il forte calo delle emissioni causato dalla recessione. Già allora le emissioni manifestavano una traiettoria fortemente divergente da quella delineata nella SEN, mentre solo dal 2015 hanno preso a procedere parallelamente a quest’ultima, sebbene su un livello più basso (Fig. 1).

Pur se elaborata nel 2012, la SEN non aveva saputo cogliere il forte calo delle emissioni causato dalla recessione

Nei settori rientranti nell’Emission Trading System (ETS, industria energivora e energetica) la riduzione delle emissioni a fine 2019 risulta in linea con l’obiettivo della SEN 2017 e persino leggermente superiore a quello del recente PNIEC (Tab. 1).

La riduzione delle emissioni a fine 2019 risulta in linea con l’obiettivo della SEN 2017 e persino leggermente superiore a quello del recente PNIEC

Dopo il forte calo delle emissioni negli anni 2012-2014 (–8% m.a.) – legato alla riduzione dei consumi industriali e della domanda elettrica e alla diffusione delle fonti di energia rinnovabili (FER) – le emissioni dei settori ETS sono rimaste stazionarie nel triennio 2015-2017, mentre il trend di riduzione ha poi ripreso vigore tra il 2017 e il 2019 (–4% m.a.). A fine 2019 le emissioni settoriali sono inferiori del 43% rispetto al 2005, oltre il –42% stimato per il 2020 dal PNIEC.

Quest’ultimo sembra non aver colto appieno la recente accelerazione della decarbonizzazione della generazione termoelettrica, legata al phase-out del carbone, avendo posticipato quest’ultimo al quinquennio 2020-2025 (nel PNIEC le emissioni settoriali scendono rapidamente al –54% nel 2025, poi al –56% nel 2030, sempre rispetto al 2005). In prospettiva, altro fattore determinante dovrebbe essere l’effettiva realizzazione del contributo atteso dall’aumento delle FER elettriche, la cui crescita è risultata negli ultimi anni in rallentamento (si veda Par. 1.2).

Il PNIEC sembra non aver colto appieno la recente accelerazione della decarbonizzazione della generazione termoelettrica, legata al phase-out del carbone

Il quadro si capovolge se si guarda ai settori non-ETS (trasporti, edifici, industria non energivora). Dopo il calo delle emissioni nella prima metà del decennio quando sono scese, rispetto al 2005, dal –9% del 2010 al –17% del 2015), queste sono tornate ad aumentare negli anni successivi, seppur in misura marginale (a fine 2019 sono stimate a circa –18%, un valore dunque inferiore al target fissato nella SEN 2017). Si tratta di un’evoluzione in linea con l’andamento sia dei consumi finali di energia che dei loro principali driver (attività economica, clima, prezzi).

A differenza di quanto rilevato nella prima metà del decennio, nella seconda non si è verificato un disaccoppiamento significativo tra driver socio-economici, energia, emissioni. Un dato divergente rispetto alla traiettoria auspicata dal PNIEC per il 2030, che prevede una riduzione dei gas serra del settore del 35% rispetto al 2005″.


Il post presenta l’articolo di Francesco Gracceva, Bruno Baldissara, Alessandro Zini, Daniela Palma Dinamiche del sistema energetico italiano e strategie nazionali (pp. 26-34) pubblicato su ENERGIA 1.20

Francesco Gracceva, Bruno Baldissara, Alessandro Zini e Daniela Palma sono ricercatori ENEA

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Foto: Unsplash

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