Le lentezze degli iter autorizzativi rappresentano il maggiore ostacolo alla realizzazione degli obiettivi del PNIEC. Condizione necessaria per superare l’attuale impasse è la sistematica semplificazione delle procedure vigenti. Tuttavia, poiché il 73,33% degli impianti di produzione elettrica la cui realizzazione è contestata è a fonte rinnovabile, l’articolo avanza alcune proposte che possono rendere l’investimento concretamente conveniente per i soggetti sociali coinvolti: strumenti di tipo individuale, come il crowdfunding, già sperimentato con successo in Italia, o collettivo, mediante contratti di vendita di energia a lungo termine e a prezzi garantiti (Corporate PPA) a comunità energetiche, da parte di chi intende realizzare un impianto a fonti rinnovabili. L’articolo di GB Zorzoli nel nuovo numero di ENERGIA.
Al centro della riflessione di GB Zorzoli su ENERGIA 2.20 è il ‘che fare’ stante la necessità, usciti dalla crisi, di imprimere una spinta alla ripresa degli investimenti per dar seguito agli impegni assunti nel Piano Energia e Clima nei confronti dell’Unione, specie riguardo alle risorse rinnovabili. Superato l’ostacolo della loro competitività, che aveva richiesto il supporto di lauti sussidi, quello che più ne frena lo sviluppo è ora dato dalle difficoltà autorizzative: il permitting.
“Fino a ieri gli addetti ai lavori non consideravano colli di bottiglia per gli investimenti previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) né la disponibilità di capitali, né le condizioni di finanziamento, bensì le incognite e i tempi lunghi dell’iter autorizzativo”.
Considerando che l’86% dell’opposizione alla loro realizzazione viene da comitati locali, da esponenti politici, da enti pubblici, sarà decisivo guadagnare il consenso delle popolazioni locali. “Se una parte rilevante degli abitanti nell’area interessata da un insediamento si dimostrasse favorevole all’investimento, difficilmente politici e sindaci appoggerebbero eventuali comitati locali di contestazione”. Come dimostrato dagli studi realizzati dal professor Luigi Pellizzoni (Università di Pisa), più volte ospite di questa Rivista.
La sola sostituzione delle pale di una turbina con altre di lunghezza leggermente maggiore (repowering) rischia di essere identificato come variante «sostanziale» da sottoporre all’iter autorizzativo ordinario
Da qui, l’obiettivo del contributo di Zorzoli sintetizzato nel suo titolo: Rendere le rinnovabili socialmente convenienti. Avendo presente “il monito di Albert Einstein: i problemi non possono essere risolti con gli strumenti che li hanno creati”. Dopo aver inquadrato la questione in chiave storica (par.1. Un po’ di storia) e lo stato dell’arte (par.2. I limiti della proposta Dadone), l’Autore individua la necessità di disegnarne e sperimentarne di nuovi partendo dalle iniziative che sono andate attuandosi negli ultimi tempi (par. 3. Facilitare il permitting con strumenti indiretti).
Due in particolare: il crowdfunding (par. 3.1), positivamente realizzato ad esempio dalla società Edison coi residenti di alcune province per la realizzazione di alcune centrali mini-idro, e gli strumenti collettivi (par. 3.2.) con la promozione del consumo collettivo di un impianto energetico di dimensioni significative attraverso organizzazioni locali aventi personalità giuridica che ne garantisca la stabilità e l’affidabilità, interessate all’acquisto, con un contratto a lungo termine, dell’energia che l’impianto produrrà.
La chiave di volta è un approccio che coinvolga anticipatamente e direttamente i cittadini con proposte che rendano l’investimento concretamente conveniente per i soggetti sociali coinvolti
Con l’applicazione delle nuove Direttive europee, ai gruppi di acquisto e alle cooperative, già attivi sul territorio italiano, diventeranno possibili forme di autoconsumo collettivo – dai condomini ai centri commerciali, fino alle comunità energetiche – che, oltre a favorire la realizzazione di nuovi impianti per la produzione rinnovabile, possono ricorrere a integrazioni mediante accordi di acquisto a lungo termine con terzi, i cosiddetti PPA.
Tra queste organizzazioni, un ruolo preminente potrà essere esercitato dalle comunità energetiche di cui comincia ad essersi traccia nell’esperienza italiana e che sono diffuse soprattutto all’estero, particolarmente in Germania (“nel 2019 ne erano attive 1.750”).
Ruolo trainante nel varo delle comunità energetiche potrebbe essere svolto dai distretti industriali, “che costituiscono circa un quarto del sistema produttivo italiano, in termini di addetti e di unità locali, con prestazioni superiori alla media (8), offrono ulteriori vantaggi”: dall’esperienze nella messa in comune di alcuni servizi (fra cui l’acquisto di energia) allo stretto legame col territorio li rende capaci di attivare la partecipazione alla comunità energetica. Ma l’Autore individua anche altre modalità in grado di favorire la diffusione delle comunità energetiche.
“La chiave di volta è dunque, in conclusione, un approccio al permitting in grado di coinvolgere anticipatamente e direttamente i cittadini dell’area dove va realizzato o ripotenziato un impianto a fonti rinnovabili con proposte che rendano l’investimento concretamente conveniente per i soggetti sociali coinvolti”.
Un ulteriore innovazione per riuscirvi sarebbe, si legge nelle Conclusioni (par. 4.), l’istituzione di una cabina di regia, incardinata presso la Presidenza del Consiglio, “dove è già attiva la cabina di «Benessere Italia»” anche se, sottolinea, “i muri eretti contro i tentativi di modificare le competenze dei ministeri per rendere più efficaci i decreti di intervento su un’urgenza come la crisi pandemica non lasciano adito a molte speranze”.
Sarebbe tuttavia già un ottimo risultato ottenere in tempi ragionevoli le semplificazioni realisticamente ottenibili pur se insufficienti per affrontare pragmaticamente l’ostacolo del permitting nello sviluppo delle rinnovabili.
Il post presenta l’articolo Rendere le rinnovabili socialmente convenienti (pp. 50-56) di GB Zorzoli, pubblicato su ENERGIA 2.20.
GB Zorzoli è membro dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia e del Comitato Scientifico della rivista ENERGIA.
Foto: Pixabay
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login