31 Agosto 2020

Cosa fa notizia in Italia? Idrogeno vs blackout ed Edison/2

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Cosa rende nel nostro Paese una notizia sull’energia notiziabile? Perché eventi importanti vengono trascurati, mentre altri secondari riempiono le pagine dei giornali? Questa estate offre alcuni esempi lampanti: gli immaginifici sviluppi dell’idrogeno godono di una netta sovraesposizione, mentre vengono ignorati gli eclatanti blackout della California, che dovrebbero far riflettere sulle difficoltà di una dirompente penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico (anche per l’Italia), e la possibile cessione di Edison da parte di Edf, che avrebbe un notevole impatto sul sistema e sul mercato elettrico italiano.

(Parte prima)

Seconda notizia a mio avviso ancor più notiziabile è la situazione di crisi in cui versa l’ex-monopolista elettrico francese Electricitè de France (EdF). Se il COVID-19 ha messo in ginocchio soprattutto l’industria degli idrocarburi, quella elettrica, nei segmenti di mercato altri da quelli regolati, non se la passa molto meglio.

Sebbene l’elettricità pesi solo per un quinto dei consumi energetici, l’industria elettrica dovrebbe soppiantare quella degli idrocarburi, che si sta rattrappendo schiacciata tra caduta della domanda, dei prezzi e dei margini, accentuata dalla maggior quota nella generazione elettrica delle rinnovabili con costi marginali nulli.

La pandemia ha messo in ginocchio l’industria degli idrocarburi, ma quella elettrica non se la passa molto meglio, come dimostra la profonda crisi di EdF

In quali tempi sarà possibile ritrovare una nuova normalità è oltremodo difficile a dirsi, dipendendo da tempi e modalità di uscita dalla recessione e da possibili mutamenti nei comportamenti dei consumatori.

A esserne colpita è, come si diceva, anche EdF: dal 2004 società anonima a capitale pubblico e dal 2005 quotata in borsa, seconda utility elettrica mondiale (dopo Enel) con circa 80 miliardi di dollari di ricavi.

Tutti i quotidiani francesi hanno riportato nei giorni scorsi la notizia della decisione della società di adottare un severo piano di economie, battezzato Mimosa, dell’ordine di diversi miliardi di euro, per fronteggiare le criticità previste nel prossimo triennio, evitando una nuova ricapitalizzazione da parte dello Stato azionista.

Il campione nazionale francese è oberato da alti debiti e dall’esplosione dei costi di realizzazione della centrale nucleare di Flamanville, stimati inizialmente in 3,4 miliardi euro, oggi rivalutati a 19,1 miliardi (Enel, ricordiamolo, sosteneva perentoriamente di riuscirvi con appena 3 mld. euro…).

Ora, oltre alla riduzione dei costi operativi e degli investimenti, ha messo in conto, scrive Le Monde, anche la “cessione di importanti attivi” tra cui, precisa Le Figaro, “la sua partecipazione nel gruppo italiano Edison”. EdF non ha smentito l’indiscrezione. Che non se ne sia trattato sui media è davvero sorprendente per l’impatto che avrebbe sul sistema e sul mercato elettrico italiano.

È sorprendente non si parli della possibile cessione di Edison, seconda-terza impresa elettrica in Italia, per l’impatto che avrebbe sul sistema e sul mercato elettrico del nostro Paese

Vale allora riavvolgere il nastro al 2001, quando dopo un acceso dibattito il Governo italiano di allora presieduto da Giuliano Amato – Ministro dell’Industria Enrico Letta – emanò il 25 maggio un decreto legge (n. 192), con l’assenso del subentrante Governo Berlusconi – Ministro dell’Industria Antonio Marzano – volto a congelare (al 2%) i diritti di voto ad Edf che aveva acquisito (in Borsa) il 20% di Montedison, controllante di Edison, divenendone così il primo azionista davanti a Mediobanca.

La ragione? Difendere, si sostenne, l’italianità delle nostre imprese; tutelare la concorrenza nel mercato elettrico da poco liberalizzato (nonostante Enel ne controllasse indisturbata ancora il 75-80%); impedire che un’impresa estera – per giunta pubblica e quasi-monopolista nel mercato d’origine – acquisisse il controllo di una nostra impresa privata.

Massimo Motta, accademico e grande esperto di antitrust, in un interessante dibattito su Mercato, concorrenza, regole con Amato, Guido Rossi, Mario Siragusa, sostenne invece la tesi che la reazione italiana fosse dovuta ad un “atteggiamento di tipo nazionalista o protezionista, di gente spaventata dal fatto che un operatore straniero potesse avere una parte importante sul mercato italiano”. Insomma: una misura non a difesa del mercato, della concorrenza, dei consumatori ma, all’opposto, a protezione di Enel.

Il grado di concorrenza nel mercato elettrico è nettamente regredito con un accresciuto potere di mercato degli incombenti

Comunque siano andate le cose, EdF acquisì nell’arco di un anno, nel 2002, il controllo di Edison, vanificando d’emblai tutti i passati interessati timori. Con oltre 6.000 MWe di potenza elettrica (di cui poco meno del 20% rinnovabile), 20 miliardi di kwh di produzione elettrica, 42 miliardi di kwh di vendite, 20 miliardi di metri cubi di vendite di metano, ricavi per 8,7 miliardi di euro, Edison è la seconda-terza impresa elettrica che opera in Italia.

Un attore quindi centrale nel panorama elettrico del nostro paese. Dalla sua cessione, se confermata, potrebbe derivarne un mutamento della geografia industriale del mercato elettrico italiano e del suo grado di concorrenza regredito negli ultimi anni a beneficio del potere di mercato e dei profitti degli incombenti (per approfondire si veda il mio post Vincitori e vinti nel mercato elettrico italiano del 29 ottobre 2018).

Anche di questo si preferisce non parlare. Oramai pienamente votati a una comunicazione rapida ed accattivante, i media preferiscono dipingere mondi ideali piuttosto che affrontare le difficoltà di quello reale.


Alberto Clô è direttore di ENERGIA   


Sulla concorrenza nel mercato elettrico italiano leggi anche:
Quale concorrenza nel mercato elettrico per ARERA?, di Redazione, 20 Settembre 2019
Libertà è partecipazione: i clienti nel mercato retail dell’energia elettrica, di Redazione, 20 Giugno 2019
Calo bollette, considerazioni sulla concorrenza nel mercato elettrico, di Alberto Clô, 4 Aprile 2019
Vincitori e vinti nel mercato elettrico italiano, di Alberto Clô, 29 Ottobre 2018

Foto: Flickr

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