Il contributo di Enzo di Giulio per i 40 anni della Rivista, pubblicato su ENERGIA 3.20, ripercorre la propria esperienza come autore e membro del Comitato Scientifico. Proponiamo di seguito un estratto, in cui descrive che cosa è Energia.
“(…) Che cos’è «Energia»? La domanda nella sua semplicità può apparire spiazzante e banale, ma credo che non lo sia poiché è un tipo di rivista piuttosto singolare. Il sentiero che percorre non è comune. Di fatto vi sono due ambiti di pubblicazioni scientifiche: quelle peer-reviewed e quelle divulgative. Le prime si rivolgono a un pubblico accademico e specialistico e sono il risultato di una selezione di paper che confluiscono alla rivista scientifica. Nella loro versione pura sono demand driven, nel senso che ciò che viene pubblicato dipende dagli articoli che confluiscono al giornale scientifico su base random. Se l’editore viene interpretato come il produttore della rivista, egli non ha il controllo dell’offerta. Ciò che offre dipende dagli articoli proposti dal lato della domanda, cioè da parte degli autori che «domandano» di essere pubblicati. Il compito dell’editore è attrarre molti articoli di buona qualità, filtrarli attraverso un processo di referaggio spesso cieco – l’autore non sa chi sono i referee e viceversa – e proporli al lettore.
All’estremo opposto stanno le riviste di divulgazione scientifica, i cui contenuti editoriali sono totalmente nelle mani dell’editore che compone il suo giornale sulla base della propria strategia editoriale, sollecitando e/o acquistando contenuti che verranno assemblati e proposti al lettore. Nella versione estrema di questo modello l’offerta è totalmente sotto il controllo dell’editore. Questi due modelli si rivolgono a pubblici diversi – rispettivamente quello accademico e quello più vasto del grande pubblico o degli operatori di un settore – e non è utile compararli. Ciascuno di essi ha i propri vantaggi e svantaggi.
Qualità, rigore scientifico e specializzazione sono idealmente i punti di forza della rivista scientifica. Per contro, lunghezza dei tempi di pubblicazione, eterogeneità dei temi, complessità ed eccesso di specificità, (a volte) distanza dalla realtà sono i suoi punti di debolezza. Ampiezza del pubblico, possibilità di seguire l’evolvere dei temi nel tempo e conseguente loro attualità, omogeneità del prodotto, disseminazione di contenuti scientifici a favore di un pubblico non specialistico sono i punti di forza della rivista divulgativa. Genericità e debolezza di approfondimento scientifico sono i suoi principali limiti.
In questo schema dove si colloca «Energia»? In uno spazio raro che non è rappresentato né dal primo gruppo né dal secondo. Gli articoli affluiscono alla Rivista spontaneamente e vi è un processo di referaggio degli stessi. Eppure il processo non è totalmente demand driven poiché il Direttore Responsabile, il Comitato di Redazione e quello Scientifico orientano le pubblicazioni attraendo lavori o scovandone di interessanti emersi nel panorama internazionale e ripubblicandoli. Ciò consente di ottenere una Rivista che è sia scientifica che divulgativa. Si potrebbe dire che siamo di fronte a una divulgazione di alto livello, oppure a una rivista scientifica divulgativa: un ibrido che è una via di mezzo tra il modello demand driven e quello supply driven.
La fusione dei due modelli in uno unico consente di ottenere, nello stesso tempo, pubblicazioni scientifiche di alto livello e i benefici di un’opera di divulgazione meritoria a favore del lettore italiano.
Ritengo sia utile sottolineare questo punto: la Rivista ha proposto ininterrottamente, per 40 anni, al vasto pubblico italiano un panorama aggiornato e di alto livello sui temi dell’energia, dell’ambiente e dell’economia, consentendogli un aggiornamento continuo, vitale in un’epoca nella quale Internet e i social network non avevano la diffusione che hanno oggi. E ancora oggi, che quella diffusione c’è, continua a svolgere un utilissimo lavoro di disseminazione della cultura energetica e ambientale nel nostro Paese proprio a ragione della sua specificità che la distingue tanto dall’informazione e dalla divulgazione generica quanto dalle riviste accademiche.
Un ultimo punto che vorrei toccare in queste mie brevi riflessioni è quello relativo alle persone (…). Chi ha esperienza dell’impegno di una pubblicazione periodica, che richiede un’alimentazione continua, conosce bene la difficoltà di condurla in porto: ogni numero è una piccola sfida che può essere vinta o persa. Ne sono conferma i numerosi casi di iniziative editoriali avviate e concluse dopo pochi anni. Se per «Energia» ciò non è accaduto lo si deve non solo all’impegno di persone che vi si dedicano con passione, ma anche a quella percezione potenziata della sua importanza che esse hanno nell’animo, a quel porla – con rispetto e affetto – più in alto di tutto il resto, su un piedistallo che l’accudisce e la protegge. Credo che questo rispetto assoluto sia uno dei segreti della sua longevità”.
Il post presenta l’articolo Che cos’è «Energia»? (pp. 49-52) di Enzo Di Giulio pubblicato su ENERGIA 3.20
Enzo di Giulio è professore presso l’Eni Corporate University e membro del Comitato Scientifico della rivista Energia
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